Gli strumenti per «catturare» dati dal web

Ecco i software gratuiti che semplificano la vita nel bene e nel male, dalle ricerche sui social alla pubblicità comportamentale. Occhio agli usi fraudolenti

Leonardo FelicianLeonardo Felician

Per chi non sa o non vuol programmare, fare scraping su un sito web, cioè estrarre con un programma tutto o parte del suo contenuto, è facilissimo anche con versioni gratuite di software come DataMiner, ParseHub, Octoparse, PhantomBuster o altri strumenti simili, che permettono di catturare dati non solo da Facebook, ma anche da Instagram, LinkedIn e X: anzi quest’ultimo è talmente facile da leggere, che in pochi minuti praticamente chiunque può scaricare non solo i tweet, ma anche i follower di qualunque profilo, ad esempio di un uomo politico.

Ma che uso si può fare dei dati così raccolti? La risposta vera è che dipende dall’immaginazione e dalla fantasia di chi li usa. La conoscenza è ricchezza. La conoscenza è potere. Conoscere i follower di un importante uomo politico apre inquietanti scenari di manipolazione della democrazia, come del resto dimostrato dallo scandalo di Cambridge Analytica che fece scalpore nel 2018.

Ma la grande mole di informazioni che gli utenti imprudentemente mettono in rete si presta a manipolazioni meno importanti, ma più redditizie: un’innocua foto con il proprio gatto può permettere ad aziende o negozi con pochi scrupoli di fare marketing mirato di cibo per animali. La pubblicità comportamentale e chirurgicamente mirata che è il sogno attuale di chiunque lavori nel marketing è frutto solo della disponibilità dei dati. Un lungo discorso da fare a parte è l’uso fuorilegge dei dati per i cosiddetti furti di identità, fenomeno in preoccupante aumento che coinvolge dozzine di milioni di persone nel mondo.

(*) Docente di Big Data Management, MIB Trieste School of Management

 

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