Licia Fertz: «Influencer e modella a 90 anni. Le critiche online? La vita va vissuta»

La testimonianza della triestina, 300 mila follower su Instagram. Sarà ospite da remoto a Paole Ostili: «Consiglio a tutte le persone anziane questa esperienza sui social». La svolta grazie al nipote

Giulia Basso
Licia Fertz (foto di Lucia Iuorio)
Licia Fertz (foto di Lucia Iuorio)

«Ho posato mezza nuda a novant’anni e alcuni giovani follower mi hanno criticato. Ma per cosa? La vita è bella e va vissuta: non bisogna vergognarsi del proprio corpo». Licia Fertz, «accidentally aged model & influencer» come si definisce sul suo profilo Instagram da 300 mila follower, “Buongiorno Nonna”, è la prova vivente di come gli stereotipi si possano agevolmente ribaltare.

Nata a Trieste nel 1930, con radici a Isola d’Istria, e trasferitasi a Viterbo dopo il matrimonio, è diventata un fenomeno social a novant’anni.

Una storia di rinascita che parte dal dolore: dopo la perdita del marito Aldo nel 2017, con l’aiuto del nipote, Emanuele Usai, si è regalata una nuova vita. Nonna Licia, che sul suo profilo Instagram si dichiara orgogliosamente «mula triestina dal 1930» è un simbolo di body positivity e resilienza, un’attivista che si spende per le cause in cui crede. Perciò si fa fotografare, elegante come sempre, sorriso e rossetto rosso, al Pride, scarrozzata dall’affezionato nipote, con il cartello “La sensibilità non ha età”, o posta un video sui benefici che ottiene dal cannabidiolo chiedendo all’Italia di non fare marcia indietro.

È la dimostrazione di come la tecnologia possa essere un ponte tra generazioni e uno strumento di rinascita personale: proprio di questi temi parlerà al festival Parole O_stili, in un incontro dal titolo “Ai tempi miei. Dialogo per capire se esistono davvero le generazioni”. Avrebbe voluto farlo dal palco del Gcc, era emozionata all’idea di tornare nella sua città natale. Interverrà invece da remoto, perché è rimasta vittima di una brutta caduta, che l’ha costretta a letto: per tornare a Trieste toccherà aspettare la primavera.

Come è iniziata questa sua avventura sui social?

«È partito tutto da mio nipote, che chiedendomi di uscire per una pizza mi ha portato finalmente fuori casa: non uscivo da quando mio marito s’era ammalato. Un giorno poi Emanuele è venuto a trovarmi con una macchina fotografica, mi ha fatto qualche scatto e ha messo le foto su Instagram: da lì è partito tutto».

Cosa le ha dato in questa nuova fase della vita?

«Credo che fosse il momento migliore per fare quest’esperienza sui social. Da giovane non avrei avuto tempo, tra marito, famiglia e casa da gestire. Ora sono una donna libera, contenta. Tutte le vecchie dovrebbero provare qualcosa del genere: certo, stare in poltrona vicino a un camino acceso è bello, ma ancora meglio è vivere davvero fino all’ultimo».

Come gestisce il suo rapporto con la tecnologia e che consigli darebbe agli anziani che si sentono intimoriti o scoraggiati dall’idea di usare smartphone e computer?

«Anch’io quando ho iniziato questo percorso non ne sapevo nulla: è stato mio nipote ad aiutarmi e ancora oggi chiedo a lui se qualcosa non mi torna. Perciò il mio consiglio è questo: non vergognatevi di chiedere aiuto e imparate a sfruttare le possibilità offerte dalle tecnologie. Con la mia maculopatia, per esempio, non riesco a leggere, ma ho imparato a compensare con gli assistenti vocali: ogni mattina chiedo a Google che tempo fa».

Come vede il rapporto tra generazioni via social? Siamo davvero così distanti?

«Penso che ci sia ancora molto da fare per avvicinare le diverse generazioni. I giovani non sono capiti, si lamentano molto, si sentono un po’ abbandonati ed esclusi. Invece tanti hanno idee meravigliose».

Come si comporta quando riceve critiche dai suoi giovani follower?

«Quando ho posato nuda alcuni mi hanno criticato. Ho risposto che non bisogna vergognarsi del proprio corpo, mai. Li ho anche invitati a prendere un caffè per discuterne, ma mica si sono visti». —

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