Ecco lo Sfogatoio, la stanza dove (pagando) si può spaccare tutto
A Padova l’esperimento unico in Veneto su una idea che Diego Grigoletto ha avuto durante un lungo ricovero per un tumore: «Un quarto d’ora di libertà e in sicurezza con mazza da baseball»
In altre città d’Italia si chiama “stanza della rabbia”. Diego ha scelto un nome decisamente meno aggressivo, ma che rende comunque benissimo l’idea: “Lo Sfogatoio”. Il concetto alla base è sempre lo stesso, ossia che ci sono mille modi per espellere la collera e distendere i nervi: praticare sport, ascoltare musica, fare yoga… o prendere una mazza e spaccare tutto.
A Padova lo si potrà presto fare, in tutta sicurezza, in un open space di via Colonnello Galliano, in zona Padova Est. Qui sabato 21 dicembre aprirà ufficialmente “Lo Sfogatoio” di Diego Grigoletto, 28enne di Martellago, da tre anni residente a Dolo.
Uno spazio, cioè, dove armati di mazza da baseball o piede di porco, bardati a dovere, si potranno sfogare ira e frustrazione spaccando l’impossibile. Pagando, ovviamente.
«Era un’idea che avevo in testa da almeno dieci anni», confida Diego. «A 16 anni ho infatti passato praticamente un biennio in ospedale per un tumore. Ero molto arrabbiato, tanto che mi capitava di dare pugni alla porta. Mi dicevo: “Mica sarò l’unico in questo mondo a essere così arrabbiato!”. Volevo creare uno spazio in cui poter sfogare quella rabbia, ma ero giovane e senza fondi e ho lasciato perdere».
Nel frattempo, all’estero, sono nate le prime “Rage Room”, le stanze della rabbia, approdate poi anche in Italia, nei centri maggiori. «Mi sono mangiato le mani, avevo avuto l’intuizione giusta», continua il giovane. «Non volevo vivere con il rimorso e così ho deciso di creare il mio sfogatoio».
Diego ha scelto Padova per la posizione strategica in Veneto e perché qui sono tantissimi gli universitari «che magari nelle sessioni d’esame hanno bisogno di sfogare la tensione». La scelta della zona industriale, invece, è legata alla necessità di non creare problemi di vicinato: «Tra il rumore delle mazzate e la musica di sottofondo, era difficile chiedere pazienza ai vicini di casa. Nello stabile che ho preso in affitto, in via Colonnello Galliano 7, ci sono solo uffici: dalle 18 non resta più nessuno».
E quindi ecco “Lo Sfogatoio”, che sarà inaugurato sabato 21 dicembre alle 15.30: 150 metri quadri su cui sono allestite tre stanze, tutte ben insonorizzate con doppia parete di cartongesso e lana di roccia. A detta di Diego è la prima in Veneto, o comunque l’unica oggi attiva.
«Si entra al massimo in tre giocatori, ogni partita dura un quarto d’ora», anticipa. «Prima di iniziare si danno alcune nozioni di sicurezza, poi si indossano le protezioni: casco e visiera, guanti, pettorine come quelle per la motocross, parastinchi, scarpe anti-infortunistica».
Poi la scelta, o mazza o piede di porco, e via con l’operazione “spacca tutto”. Ma cosa si spacca? «Beh, dipende dal pacchetto che si è acquistato. Si va dalle bottiglie di vetro fino a elettrodomestici come televisori e lavatrici».
Per le prime, Diego ha raggiunto un accordo con alcuni ristoratori della zona, che cedono i vuoti invece che farli finire in discarica; per gli apparecchi più complessi, il 28enne ha passato gli ultimi mesi a setacciare bacheche e marketplace nei social, alla caccia di chi si stava sbarazzando di vecchi ingombranti a pochi soldi o addirittura a gratis.
Costo di ogni seduta di “spacca tutto”? «I prezzi sono ancora da definire, diciamo si va dai 30 ai 50 euro, ma calibrerò la proposta in base alle richieste e all’effettiva risposta, magari prevedendo prezzi speciali per categorie come gli universitari».
È attiva una pagina Instagram (losfogatoiopadova) con le prime indicazioni sulla stanza della rabbia padovana: i feedback di questi primi giorni fanno pensare che l’iniziativa possa avere un ottimo successo. Perito elettronico e da cinque anni agente commerciale nel mondo della fisioterapia e della riabilitazione, Diego affiancherà la propria attività a questa nuova avventura imprenditoriale: «In un certo senso», strizza l’occhio lui, «stiamo comunque parlando di benessere della persona». Certo, meglio una lavatrice a pezzi che un crociato rotto!
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