La parità di genere nella Chiesa? «Un traguardo lontano»

Suor Linda Pocher, consulente di Bergoglio: «Troviamo resistenze al cambiamento» A Padova, un confronto e laboratori sul processo di “smaschilizzazione”

Giulia Tasca

«Tu sai bene che in questa terra vi sono i lavoratori delle braccia ed i lavoratori del pensiero. Tutti secondo i doni di Dio. Ebbene io, nella mia pochezza, sento di appartenere ai lavoratori del pensiero, a coloro cioè che si occupano delle cose morali e sociali»: scriveva così, Elisa Salerno, una delle principali esponenti del movimento femminista cattolico, in una lettera datata ottobre 1906.

A più di un secolo di distanza, nel mese di ottobre del 2023, suor Linda Pocher, docente aggiunto della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium” di Roma, che di certo è da annoverarsi nella schiera dei “lavoratori del pensiero”, viene interpellata da papa Francesco in occasione del Sinodo sulla Sinodalità con la missione di curare un approfondimento da proporre al Consiglio di cardinali sulla parità di genere e sul ruolo delle donne nella Chiesa.

Tutte le testimonianze, le relazioni e le considerazioni raccolte nei quattro convegni organizzati da suor Linda Pocher, hanno dato vita ad altrettanti volumi, redatti insieme ai professionisti di volta in volta chiamati in causa, allo scopo di diffondere il più possibile la brezza di questo vento di cambiamento.

Ed è proprio riprendendo il titolo del libro “Smaschilizzare la Chiesa? Per una Chiesa di donne e di Uomini”, che ha preso il via ieri il doppio appuntamento promosso dall’Istituto superiore di Scienze religiose (Issr) di Padova e da Irecoop Veneto e finanziato dal programma Fse– Regione Veneto che si sta tenendo alla Facoltà teologica del Triveneto di via del Seminario a Padova.

Il primo incontro ha visto la presenza di suor Linda Pocher e di don Luca Castiglioni, prete della diocesi di Milano e docente di teologia fondamentale al Seminario di Milano, che hanno illustrato i temi trattati nei quattro volumi per poi concludere con un momento di dibattito. Il secondo appuntamento ha previsto quattro laboratori, uno per ogni tematica affrontata nei libri di riferimento: “Il potere e la vita”; “Economia e Chiesa”; “Partecipare la Chiesa” e “Donne, uomini e misteri”.

Suor Linda, a che punto è la Chiesa rispetto al raggiungimento della parità di genere?

«Ritengo che il cammino si sta facendo sia buono. Sicuramente l’obiettivo non si raggiungerà domani e nemmeno nei prossimi dieci anni, ma valutando la complessità dell’argomento in modo realistico, non è possibile aspettarsi un ritmo diverso. Quando si parla di Chiesa, non si sta considerando solo la Chiesa di Roma, bensì una comunità vasta e variegata. Ci sono molti cattolici che non sono d’accordo con queste proposte relative alla parità di genere e che non hanno mancato di manifestare una netta avversione al cambiamento. Papa Francesco, per contro, decidendo di approfondire in modo serio questa tematica n nel contesto del Sinodo sulla Sinodalità ha dimostrato non solo una grande apertura, ma anche la volontà di indagare e ragionare su un nodo molto importante che in questo periodo storico rappresenta una delle discussioni più accese anche nell’ambiente esterno alla Chiesa».

Come ha accolto la richiesta del Papa di organizzare dei meeting sulla parità di genere?

«Il problema della figura della donna all’interno della Chiesa era nell’aria da parecchio tempo, ma è la prima volta che viene affrontato in modo così diretto e a un livello così alto del governo della Chiesa. Per questo ho deciso di non semplificare il tema e di affrontarlo con un approccio multidisciplinare, individuando le prospettive più salienti, ovvero quello teologica, quella ecclesiologica (ministeri e organizzazione ecclesiale), quella culturale (quanto la cultura influisce sulla questione di genere) e quella economica e cercando di coinvolgere figure diverse e dalle visioni non per forza sempre congruenti così da offrire un quadro completo di tutte le sfumature».

Quando è nata l’idea di pubblicare quanto emerso dagli incontri con il Consiglio di cardinali?

«Quasi contemporaneamente alla realizzazione dei convegni. Ho compreso immediatamente che poteva essere importante pubblicare il materiale, sia perché è subito nata un’effervescente curiosità da parte della stampa, sia perché mi è sembrato importante informare le diverse comunità cristiane attraverso testi brevi, fondati scientificamente, ma accessibili a tutti. La componente più preziosa di questo processo è stata l’esperienza di incontrare figure di potere come il Papa e i Cardinali capaci di accettare un confronto reale, disponibili parlare e discutere liberamente. Nonostante la consapevolezza che la strada da percorrere sarà lunga e piena di curve, sento che il fermento verso un cambiamento concreto è vivo e non ritengo possa assopirsi».

Com’è stata la sua esperienza di “donna di Chiesa”?

«Appartengo alla terza generazione di teologhe, non ho mai vissuto come un problema il fatto di essere donna: sono arrivata in un momento in cui si sentiva l’esigenza di lasciare spazio a una visione differente, quella femminile appunto, pertanto nel mio percorso ho avuto la grande fortuna di sentirmi sempre considerata e ascoltata. Negli ultimi anni però ho appreso le esperienze di altre donne e ho fatto “mie” quelle difficoltà di cui avevo solo sentito parlare. La svolta c’è stata quando il Papa mi ha lanciato la sfida che ho poi deciso di accettare».

Come immagina la Chiesa di “domani”?

«Credo che la Chiesa del futuro rappresenterà una comunità ancor più ridotta di quella attuale, ma spero che riesca a trasformarsi in un contesto aperto dove ognuno possa essere libero di esprimere se stesso e portare il proprio dono, senza limitazioni arbitrarie o categorie». 

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