Da “vannacciano” a “fuffa guru”, i neologismi della Treccani raccontano chi siamo
Le parole del 2024 rappresentano come ogni anno un ottimo spaccato della società. Tra le nuove entrate anche “pezzotto” e “IA-taliano”, non mancano inglesismi e vocaboli del mondo tecnologico
La “trenopolitana”, ovvero quel “sistema di trasporto potenziato su rotaia che, all’interno di un’area metropolitana allargata, permette di ottenere i vantaggi combinati del treno”, il “pezzotto” per indicare il “particolare decoder utilizzato per accedere illegalmente ai contenuti dei canali televisivi italiani ed esteri a pagamento”, senza dimenticare “vannacciano”, il termine che ha regalato al Generale il privilegio dell’aggettivazione.
Come ogni anno i neologismi individuati dalla Treccani ci ricordano quello di cui abbiamo parlato e, in senso più ampio, quello che siamo. La continua evoluzione dei costumi e delle mode, infatti, determina un’incessante produzione di novità idiomatiche, croce e delizia per la vitalità di una lingua.
E se alcuni neologismi sono per vari motivi di più immediata comprensione, (l’amichettismo, l’antica arte di favorire i propri seguaci, o il pandoro-gate siglato Chiara Ferragni), alcuni si perderanno su fuffa guru (gli imbonitori del fare soldi sul web), quasi tutti gli over 35 lo faranno su crush (tale è diventata la cotta amorosa su Tik Tok,), mentre il boppone quanto a punti interrogativi non genera divari generazionali (in sostanza una hit, una canzone che entusiasma al primo ascolto).
Questi e altri sono contenuti nel Libro dell’Anno Treccani 2024, il volume diretto da Marchello Sorgi che raccoglie le parole entrate nell’uso comune ma non destinate necessariamente a essere accolte dai dizionari.
«Il nostro è un compito di osservatorio della durata di vita di queste parole – spiega la Treccani – e nel Libro ci siamo limitati a registrare le forme più diffuse nei mezzi di informazione, consapevoli che spesso poche di queste parole sono destinate a durare e ad entrare stabilmente nell’uso dei parlanti e nei dizionari della lingua italiana. Ma tra le tante neoformazioni linguistiche italiane di quest’anno che potrebbero affermarsi si segnalano IA-taliano, che indica la varietà di italiano scritto prodotto da vari tipi di IA generativa, e 5.0, che designa il ciclo produttivo, basato sullo sviluppo delle tecnologie dell’ICT, sulla robotica e sull’intelligenza artificiale».
Le parole
Tra i vocaboli di cui la nostra lingua si è condita negli ultimi mesi, troviamo amichettismo, arciterrorista, pezzotto, agrobiodiversità, razzismo immobiliare, trappola al miele, trenopolitana, fuffa guru, ma anche espressioni legate alla politica come campo largo, spacca-Italia, autonomia differenziata e il vannacciano e fare una Decima e alcune reminiscenze latine o pseudolatine, quali ad esempio ius scholae.
I nuovi anglicismi
Tra i vocaboli segnalati dai linguisti della Treccani e ricavati in gran parte dai media – o meglio dagli organi di informazione – troviamo numerosi anglicismi assieme a parole derivate dall’inglese, come alcolock, pandoro-gate, dissing, Swift economy, top jobs, pommelier, crush, brat, starmerismo, Maga o boppone.
«La diffusione dell’inglese nel linguaggio comune – osserva la Treccani – è sempre molto forte, per l’influenza dei social media e, più in generale, di Internet, della musica e dell’innovazione tecnologica». Ma in qualche caso l’espressione inglese viene sostituita con la corrispondente e più comprensibile frase italiana, come è successo con coordinatore di intimità che traduce l’inglese intimacy coordinator.
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