Da “vannacciano” a “fuffa guru”, i neologismi della Treccani raccontano chi siamo

Le parole del 2024 rappresentano come ogni anno un ottimo spaccato della società. Tra le nuove entrate anche “pezzotto” e “IA-taliano”, non mancano inglesismi e vocaboli del mondo tecnologico

Edoardo di Salvo
Lo stand di Treccani al Salone del Libro di Torino
Lo stand di Treccani al Salone del Libro di Torino

La “trenopolitana”, ovvero quel “sistema di trasporto potenziato su rotaia che, all’interno di un’area metropolitana allargata, permette di ottenere i vantaggi combinati del treno”, il “pezzotto” per indicare il “particolare decoder utilizzato per accedere illegalmente ai contenuti dei canali televisivi italiani ed esteri a pagamento”, senza dimenticare vannacciano”, il termine che ha regalato al Generale il privilegio dell’aggettivazione.

Come ogni anno i neologismi individuati dalla Treccani ci ricordano quello di cui abbiamo parlato e, in senso più ampio, quello che siamo. La continua evoluzione dei costumi e delle mode, infatti, determina un’incessante produzione di novità idiomatiche, croce e delizia per la vitalità di una lingua. 

E se alcuni neologismi sono per vari motivi di più immediata comprensione, (l’amichettismo, l’antica arte di favorire i propri seguaci, o il pandoro-gate siglato Chiara Ferragni), alcuni si perderanno su fuffa guru (gli imbonitori del fare soldi sul web), quasi tutti gli over 35 lo faranno su crush (tale è diventata la cotta amorosa su Tik Tok,), mentre il boppone quanto a punti interrogativi non genera divari generazionali (in sostanza una hit, una canzone che entusiasma al primo ascolto).

Questi e altri sono contenuti nel Libro dell’Anno Treccani 2024, il volume diretto da Marchello Sorgi che raccoglie le parole entrate nell’uso comune ma non destinate necessariamente a essere accolte dai dizionari.

 «Il nostro è un compito di osservatorio della durata di vita di queste parole – spiega la Treccani – e nel Libro ci siamo limitati a registrare le forme più diffuse nei mezzi di informazione, consapevoli che spesso poche di queste parole sono destinate a durare e ad entrare stabilmente nell’uso dei parlanti e nei dizionari della lingua italiana. Ma tra le tante neoformazioni linguistiche italiane di quest’anno che potrebbero affermarsi si segnalano IA-taliano, che indica la varietà di italiano scritto prodotto da vari tipi di IA generativa, e 5.0, che designa il ciclo produttivo, basato  sullo sviluppo delle tecnologie dell’ICT, sulla robotica e sull’intelligenza artificiale».

Le parole 

 

Tra i vocaboli di cui la nostra lingua si è condita negli ultimi mesi, troviamo amichettismo, arciterrorista, pezzotto, agrobiodiversità, razzismo immobiliare, trappola al miele, trenopolitana, fuffa guru, ma anche espressioni legate alla politica come campo largo, spacca-Italia, autonomia differenziata e il vannacciano e fare una Decima e alcune reminiscenze latine o pseudolatine, quali ad esempio ius scholae.

I nuovi anglicismi

Tra i vocaboli segnalati dai linguisti della Treccani e ricavati in gran parte dai media – o meglio dagli organi di informazione – troviamo numerosi anglicismi assieme a parole derivate dall’inglese, come alcolock, pandoro-gate, dissing, Swift economy, top jobs, pommelier, crush, brat, starmerismo, Maga o boppone.

«La diffusione dell’inglese nel linguaggio comune – osserva la Treccani – è sempre molto forte, per l’influenza dei social media e, più in generale, di Internet, della musica e dell’innovazione tecnologica». Ma in qualche caso l’espressione inglese viene sostituita con la corrispondente e più comprensibile frase italiana, come è successo con coordinatore di intimità che traduce l’inglese intimacy coordinator.

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