Ashley, la kenyota dello Sci Club 70 di Trieste che sogna i Giochi

La 17enne Ongong’a, tesserata del club triestino: «Voglio essere la prima atleta africana alle Olimpiadi invernali» 

Riccardo Tosques
L’atleta Ashley Tshanda Ongong’a
L’atleta Ashley Tshanda Ongong’a

Vive a Tarvisio. È nata in Ciociaria, a Subiaco. La madre è congolese. Il padre del Kenya. Compirà 18 anni il prossimo 9 luglio Ashley Tshanda Ongong’a, la studentessa del Liceo Bachmann, atleta dello Sci club 70 di Trieste, che punta a diventare la prima atleta africana a prendere parte alle Olimpiadi invernali.

Ongong’a, Lei nel 2024 è già entrata nel guinness dei primati. Ci racconta cos’è successo?

«Sono stata la prima atleta africana a partecipare alle Olimpiadi giovanili invernali (a Gangwon, in Corea del Sud, ndr). È stata una emozione unica. Eravamo in 800. Ho fatto amicizie con atleti provenienti da vari Paesi, quali Bosnia, Giamaica, Francia. È stata magia pura. Un’esperienza formativa ben oltre la questione sportiva».

L’atleta Ashley Tshanda Ongong’a in tenuta da sci
L’atleta Ashley Tshanda Ongong’a in tenuta da sci

Qualche settimana fa, invece, ha preso parte ai Mondiali di sci di fondo di Trondheim, in Norvegia. Nella gara femminile di qualificazione a tecnica classica sulla distanza di 7,5 km è arrivata 43ª. Soddisfatta?

«Molto soddisfatta. Lo ammetto: ero in un ambiente più grande di me. Ma me la sono goduta al massimo. Sento di aver fatto una buona gara, ero concentrata su quello che dovevo fare. Attorno a me c’era il meglio. Ed io ero in pista con loro. Ho visto Harald Østberg Amundsen. E poi Jessica Diggins, un’icona per me, è stata gentilissima. E anche molto simpatica».

Il prossimo passo sono le Olimpiadi invernali. Ha nel mirino quelle di Milano Cortina 2026?

«Inizialmente ci ho pensato ma sono ancora troppo giovane e il divario di età con gli altri atleti sarebbe troppo grande. L’obiettivo è quello di essere la prima atleta africana a partecipare alle Olimpiadi invernali assolute, ma non è ancora il momento. Vorrei staccare il pass per i Giochi del 2030 (in programma nelle Alpi francesi, ndr). Avrò così tempo per crescere e maturare».

Quanto ha influito su di Lei la storia di Philip Boit, ex fondista keniota, primo atleta del vostro Paese a partecipare alle Olimpiadi invernali?

«Philip Boit è stato fonte di ispirazione a gareggiare con il Kenya. Quando grazie al mio allenatore Silverio sono sbucati alcuni video di Boit in azione mi sono detta “posso farlo anch’io, devo farlo anch’io”. Vista la mia passione per la neve mio padre si è messo in contatto con il Comitato olimpico del Kenya. Da lì è stato un susseguirsi di emozioni. Con Boit ci ho anche parlato al telefono: prima delle Olimpiadi giovanili, lui mi ha fatto il più grande in bocca al lupo».

Oltre agli sci, cosa Le piace fare nel tempo libero?

«Leggere. Mi piacciono i testi di politica, storia e public speaking. Sul comodino ora ho un libro intitolato “Come essere persuasivi per avere successo”. Naturalmente mi piace anche stare in compagnia con i miei amici di Tarvisio».

Come è nato il connubio con lo Sc 70 di Trieste?

«La 70 mi seguiva da un po’. Il contatto è avvenuto tramite il mio allenatore, Francesco “Franz” Silverio. Ho ricevuto i complimenti da parte del presidente Roberto Andreassich. So che la 70 è un club serio, importante e in crescita».

Ha avuto modo di visitare il capoluogo regionale?

«Sì, ma devo tornarci per visitarla con calma. Mi sono allenata un paio di volte nella pista di plastica di Aurisina. E poi ho visitato il Castello di Miramare, davvero molto suggestivo. Conto di tornarci al più presto». —

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