Sfida aperta al business Cio, ma anche tanti punti critici
Gli Enhanced Games vogliono proporre un sistema diverso, puntano allo scontro diretto soprattutto con la Wada

Gli Enhanced Games (EG), in italiano Giochi Potenziati, pongono una doppia questione allo sport Olimpico. La prima economica, la seconda di aperta critica alle norme legali che regolano la materia scientifica. La prima reazione è ovviamente quella di intuire e ammonire a proposito dei rischi per la salute degli atleti e il travisamento dei valori sportivi.
Sul piano economico gli EG sono simili alla Superlega del calcio: investitori privati mettono in campo la loro forza per superare i monopoli federali internazionali. Non vogliono imporre il doping alle Olimpiadi, contestano le regole di accesso, vogliono un sistema diverso e vogliono farsi i loro giochi in competizione con gli attuali, alternativi all’esistente.
Il secondo aspetto riguarda il doping. Gli EG vanno allo scontro diretto con la Wada. Anche un recente libro di April Henning e Paul Dimeo, «Doping una storia di sport» (edito da 66thand2nd) spiega che l’antidoping ed il sistema Wada vanno considerati non in quanto in grado di evitare il doping, ma di regolarlo entro parametri considerati non lesivi della salute. E qui entrano in gioco il mondo della scienza, con la sua complessità su cui è difficile sindacare a priori, e nuovamente quello politico, atto a fissare i paletti legali. Il giusto forse sta nel mezzo: evitare una facile posizione giustizialista, ma pure l’idea che tutto possa essere legalizzato di fronte all’avanzare della ricerca farmacologica.
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