Tutto pronto per il Giro d’Italia 2025: ecco quali sono le tappe a Nordest

La carovana rosa partirà dall’Albania venerdì 8 maggio 2025. Tre tappe in terra balcanica con una breve crono e poi l’Italia

Antonio Simeoli

Finalmente, dopo il rinvio per lo slittamento dell’accordo tra organizzatori e governo albanese sulla grande partenza nella terra delle Aquile, oggi all’Auditorium della musica di Roma alle 18, in diretta sul circuito Discovery, sarà svelato il percorso del Giro d’Italia 2025 e del Giro Women.

Siamo ormai a metà gennaio, in Australia il Tour Down Under sta inaugurando la nuova stagione, i team World Tour sono ormai impegnati nel secondo training camp e, fuori tempo massimo, viene svelato il percorso della Corsa rosa. Di cui però, grazie a rumors e notizie in rete che corrono veloce, ormai si sa tutto o quasi.

Come la lunga parentesi a Nord Est con sconfinamento (significativo) in Slovenia.

Il Giro partirà dall’Albania venerdì 8 maggio 2025. Tre tappe in terra balcanica con una breve crono e poi l’Italia col giorno di riposo supplementare e via con la Alberobello-Lecce, primo sprint.

In teoria la carta migliore a Nord Est, il friulano Jonathan Milan, maglia ciclamino nelle due ultime edizioni, avrebbe dovuto essere dirottato dalla sua Lidl-Trek al Tour de France, ma alla fine potrebbe invece correre in Italia. Vedremo, a maggio manca ancora tanto e ci sono le Classiche di mezzo.

Risalendo lo stivale da segnalare la tappa di montagna con arrivo a Tagliacozzo (Marsia), quella dei muri marchigiani a Castelraimondo e degli sterrati a Siena.

Poi un altro snodo, i 30 km a crono Lucca-Pisa con arrivo all’ombra della Torre. Poi segnatevi sul calendario venerdì 23 maggio: Rovigo-Vicenza con arrivo a Monte Berico con circuito finale stile Giro del Veneto. Quindi due frazioni, che sono cerniera perfetta tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, risultati alla mano, due terre di grande ciclismo.

Sabato 24 maggio ci sarà la Treviso-Gorizia Nova Gorica, con le capitali europee della cultura 2025 pronte a ospitare l’arrivo di tappa in Piazza Transalpina, ora cerniera tra l’Europa unita dove fino al 1991 c’erano muri e filo spinato.

Quindi la marcia verso Ovest, le Alpi e la resa dei conti del Sestriere di sabato 31 maggio, penultima tappa prima di Roma col Colle delle Finestre, partirà con la Fiume Veneto-Asiago di domenica 25 maggio nei luoghi simbolo del ciclismo veneto, oltre 200 km la tappa più lunga del Giro: Cà del Poggio e ancora, 12 mesi dopo lo show di Pogacar, la salita del Grappa da Semonzo e poi l’assalto all’altopiano da Enego.

Quindi riposo zona Vicenza, non poca cosa per l’economia del posto, e altra tappa di montagna, martedì 27 maggio, con arrivo a Brentonico partendo da Pizzola sul Brenta per un su e giù sulle montagne vicino a Trento, mezzo Bondone compreso.

E la tappa successiva a Bormio? Il nome è una garanzia, col dilemma. Le presentazioni del Giro servono ancora a qualcosa e serviranno a dipanarlo: il Mortirolo affrontato dal versante di Monno, quello della Val Camonica, sarà davvero più tenero rispetto a quello dall’altra parte da Mazzo o sarà inserita la variante Contador, una sorta di scorciatoia di due km con punte al 24 per cento destinata a capottare il Giro

Roglic, che cerca il bis dopo la vittoria sul filo di lana sul Lussari nel 2023, il giovane spagnolo Jan Ayuso, forse addirittura Vingegard, il vecchio Mikel Landa, sempre lì ma mai sopra tutti, i gemelli Yates sono i primi pretendenti alla prima rosa dopo il ciclone Pogacar che nella scorsa edizione ha riscritto le regole per differenziare il campione dall’extraterreste. Gli italiani? Chissà. Arrivederci a Roma. Per i dettagli e una benedizione papale nell’anno del giubileo per il ciclismo azzurro da corse a tappa.

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