Conegliano, la storia di una identità territoriale che fa scuola

Imoco Volley: la capacità di essere un autentico brand territoriale, ma anche di diventare club di interesse nazionale e internazionale, superando la logica del campanile

Giovanni Armanini

Lo sport, se analizzato oltre l’aspetto tecnico tattico, trae la sua ragion d’essere soprattutto in questioni d’identità: nazionale, territoriale, cittadina. Nell’Italia delle identità comunali, dei campanili e di quello che una volta era chiamato Campionato più bello del mondo è opinione comune che senza il calcio in realtà non esisti. Lo si dice e legge ad ogni crisi societaria, come se il non avere una squadra di calcio in Serie A o B rappresenti pure una sorta di retrocessione sociale di un territorio. Treviso a livello nazionale dimostra il contrario e smentisce quello che è sempre più solo un vuoto assunto retorico.

Storicamente legata a vari sport diversi dal calcio, Treviso ha conquistato titoli nel basket, nel rugby e nella pallavolo maschile. In questi anni ha visto l’Imoco Prosecco Doc di pallavolo femminile diventare una squadra di livello mondiale, campione a ripetizione con una continuità che solo le grandi dinastie dello sport possono vantare.

E non vi è ombra di dubbio sul fatto che questi titoli abbiano un ritorno sull’investimento in termini di riconoscibilità del brand territoriale di gran lunga superiori a quelli che potrebbe garantire lo sport nazionale, il calcio, che infatti da anni non è più affare per imprenditori locali ma sempre più giocattolo della finanza e dei fondi d’investimento.

Oltre a questo, il club pallavolistico di Conegliano (che da anni ha rimesso questo territorio al centro del volley, dopo gli anni della mitica Sisley) dimostra qualcosa di ancor più profondo e difficilmente imitabile.

Una nuova categoria

FILIPPO RUBIN
FILIPPO RUBIN

Lo sport tende in questi anni a molecolizzarsi - ad esempio nel calcio - e sono sempre più frequenti i casi di comuni non capoluogo che salgono fino ai massimi livelli, generando una nuova categoria: le squadre “di campanile” che sono qualcosa meno delle storiche “provinciali”, visto che non hanno un territorio di riferimento. Ma pagano infine un gap strutturale agli avversari in termini di bacino d’utenza.

Dentro questo fenomeno la Prosecco Doc Conegliano è l’eccezione.

Non solo per la partecipazione di sponsor da tutto il territorio, ma anche per il seguito in termini di pubblico: ben oltre il comune e la provincia. Può sembrare scontato a chi vive questa realtà da sempre, ma non lo è affatto: si tratta di un riuscito sodalizio di cui va raccontata l’unicità sociale e identitaria, capace di andare oltre diventando club di interesse nazionale e internazionale, non solo per le vittorie ma anche per il seguito generato.

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