De Pieri, un trevigiano con la maglia nerazzurra nella notte di Champions
Giacomo De Pieri, attaccante diciottenne di Casale sul Sile, in provincia di Treviso, ha debuttato in Champions League con l’Inter nella sfida contro il Monaco, entrando al posto di capitan Lautaro Martinez: «Ho realizzato il sogno di quando ero bambino, ma è solo un punto di partenza»
Si ispira a Foden, aveva il poster di Messi in camera. Ha il privilegio di toccare il pallone con il mancino, come i monumenti del gioco. Ma, soprattutto, è l’unico può dire di aver calcato sia il campo degli amatori di Lughignano sia San Siro, sempre in nome del calcio.
C’è un talento trevigiano nel calcio che conta da mercoledì sera, Giacomo De Pieri, originario di Casale Sul Sile, ha esordito con l’Inter in Champions League, era la sua prima presenza da professionista.
Maglia numero 49 sulle spalle e un quarto d’ora di gioco in cui ha sfiorato pure il gol: ha ascoltato i consigli di Simone Inzaghi, ha sorriso ad una battuta di Nicolò Barella prima di entrare, ha battuto il cinque a Lautaro Martinez all’ingresso in campo, ha ricevuto il supporto di Marcus Thuram dalla panchina.
Davanti c’era il Monaco e sul 3-0 i nerazzurri avevano ampiamente messo il risultato in ghiaccio, difficilmente si può vivere un momento più bello se hai 18 anni e hai dedicato la tua vita al calcio.
La standing ovation all’entrata in campo era per Lautaro, ma gli occhi erano carichi di imbarazzo e incredulità: «L’emozione è ancora tantissima», racconta De Pieri, «Ho realizzato il sogno di quando ero bambino. Ma lo considero solamente un punto di partenza, attraverso il lavoro quotidiano spero di fare sempre meglio e guadagnarmi altre chance di questo tipo. Ringrazio mister Inzaghi per la fiducia, la società e tutto il settore giovanile dell’Inter che ha permesso che tutto questo potesse avvenire».
De Pieri ha giocato con i primi calci del Casale prima di passare alla Liventina, scuola calcio affiliata all’Inter che ha lanciato diversi prospetti alla società nerazzurra.
Dall’estate 2023 la società di Motta si è unita all’Opitergina cambiando denominazione in LeO: «Giacomo De Pieri, classe 2006, quattro stagioni con la nostra maglia, debutta sul prato di San Siro nella massima competizione europea per club, la Champions League. Complimenti da tutta la LeO», scrive sui social il club di Eccellenza, nei commenti è arrivata una pioggia di complimenti da chi lo ha seguito o conosciuto da ragazzino.
De Pieri ha lasciato la Marca appena tredicenne, al primo anno nuovo per i trasferimenti fuori regione: «Aver cominciato in una società importante come la LeO è stato un grande inizio- prosegue Giacomo- sono stati anni che ricordo con grande piacere così come tutti i passi che ho fatto e che hanno reso possibile l’approdo all’Inter. Sono cresciuto molto e parte di questo esordio lo devo alla società Leo».
Ora è un punto fermo della Primavera di Zanchetta, in stagione ha già realizzato 7 gol e 8 assist. Nel mentre punta alla convocazione all’Europeo U19 con l’Italia di Alberto Bollini, ma ha già respirato l’aria della selezione U20. In estate l’Inter punta ad inserire una seconda squadra nel campionato di Serie C, il giusto trampolino di lancio per il talentuoso ragazzo del 2006.
Intanto si gode la sua occasione in prima squadra e punta ad entrare nelle grazie di Inzaghi: «Come ho già detto, considero l’esordio di mercoledì sera un punto di partenza e uno stimolo per continuare a fare sempre del mio meglio. Il mio obiettivo sarà quello di lavorare e dare tutto sul campo per vivere altri sogni come quello di mercoledì sera».
Talento unico fin dai primi calci
Giacomo De Pieri ha iniziato a dare i primi calci al pallone a 5 anni nel progetto giovanile Football Fun & Friends degli Amatori Calcio Casale, nel suo paese natale, Lughignano. Il suo talento era evidente a tutti ed è presto passato al Casale.
La sua prima allenatrice, Helena Favaro, lo ricorda così: «Gli ho insegnato a mettersi le scarpe, a stare in squadra. Giacomo era un bambino speciale, per l'educazione e perché ha un luccichio negli occhi tipico di chi sa che cosa vuole e che poi andrà a prenderselo. Non dimenticherò il suo sinistro potentissimo e, nonostante non sia più il mio “bimbetto”, ci sentiamo ancora».
Sempre al Casale, De Pieri è stato allenato per tre anni da Lorenzo Davanzo: «Lui aveva qualcosa in più rispetto agli altri - racconta - Prima di tutto, Giacomo è un ragazzo educato e cresciuto in un'ottima famiglia: sua madre mi diceva che si portava il pallone a letto». Nel 2016, De Pieri è entrato nei pulcini della Liventina, dove è stato allenato per un anno da Alberto Romano. Con lui, ha partecipato a Coverciano alla kermesse di finale nazionale della competizione Figc "Sei bravo a...Scuola Calcio": «Giacomo è sempre stato solare, giocava per divertirsi. Giocatore talentuoso, vive per la giocata, sornione e alle spalle ha una grande famiglia».
Negli anni successivi, De Pieri è passato alla squadra esordienti della Liventina, allenata da Pasquale Lozito, che ora è tecnico a San Fior: «Oltre alla dedizione, è un ragazzo educato. Era devastante: qualità, visione di gioco e col suo sinistro faceva male. Un aneddoto? Nel 2019 abbiamo giocato a Casale. Visto che i ragazzini lo conoscevano, ha fatto un po' il gradasso. L'ho messo in panchina. All'inizio si è arrabbiato, poi è venuto da me, ha capito l'errore e ha chiesto scusa. L'ho fatto entrare e ha fatto 6 gol».
Nella stagione 2019-2020, De Pieri è passato all'under 14, poi è arrivata la chiamata dell'Inter.
Parla il responsabile scouting della Liventina, Bruno Cover: «Di lui mi sorprendeva la capacità coordinativa e il sorriso: veniva al campo per divertirsi senza velleità di diventare un professionista grazie a una famiglia esemplare. Lo facevamo giocare coi 2005, la differenza d’età non si vedeva. Il capo scout dell'Inter Giuseppe Giavardi lo aveva notato prima che compisse 14 anni e pur di averlo ha aspettato che raggiungesse quell’età per tesserarlo».
L’orgoglio dei genitori: «Attimi di pura commozione»
Settantaseiesimo di Inter-Monaco, il momento in cui la famiglia De Pieri ha capito il perché. Il perché delle rinunce, dei sacrifici, delle speranze. Il più piccolo della famiglia, Giacomo, entra al posto di Lautaro Martinez, capitano e autore di una tripletta, facendo così il suo debutto da professionista.
Dietro le panchine ci sono mamma Micaela e papà Massimo, a casa c’è il fratello Thomas incollato alla televisione. Simone Inzaghi gli sussurra le ultime indicazioni, Giacomo mette piede in campo: «Non siamo proprio riusciti a trattenere le lacrime- raccontano i genitori- abbiamo visto tutto da vicino, è stata un’emozione indescrivibile. Giacomo non si aspettava di entrare, a un ragazzo così giovane non va prospettato un momento così anzitempo, ha giocato e basta. Dopo la partita lo abbiamo raggiunto nei parcheggi, aveva un sorrisone a 32 denti, quelli veramente emozionati eravamo noi, lui era sereno. Quando abbiamo visto che sarebbe entrato ci siamo detti “caspita, è il momento buono”. È andata bene, non abbiamo dormito dall’emozione. Quando gioca a Milano noi ci siamo sempre, torna sempre meno perché ha tanti impegni, incontra gli amici di sempre e resta in famiglia. Siamo tornati alla nostra routine, speriamo sia la prima di un lungo percorso».
Il calcio è la bussola della vita di Giacomo da sempre: «Aveva 13 anni quando ci ha lasciati per andare a Milano, poi lo abbiamo visto prendere aerei per giocare con la nazionale, in cinque anni abbiamo vissuto emozioni forti. Da genitori siamo soddisfatti e speriamo vada sempre tutto bene, abbiamo vissuto il percorso assieme a lui, da quando era bambino. Sappiamo che farcela a quei livelli è sempre difficile, abbiamo visto la sua dedizione e la sua determinazione. Alle spalle ci sono sacrifici e rinunce, ha perso la sua adolescenza con gli amici, ogni tanto piangeva al telefono quando parlava con noi. Ha sempre lavorato sodo tra alti e bassi, i genitori sostengono e basta. È convinto e riesce ad integrarsi in fretta, si è distaccato dalla famiglia anche con un pizzico di incoscienza che ti permette di fare passi da gigante».
Applaude De Pieri anche il sindaco di Casale sul Sile, Stefania Golisciani: «Tutta la nostra comunità gioisce per l’esordio di Giacomo al quale gli auguriamo di vivere lo sport sempre come divertimento e gioia come quando giocava a livello locale».
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