La storia di Lorenzo, nuotatore con la sindrome di down che sbriciola ogni record
Lorenzo Iannetti, 21enne bellunese, con sindrome di down racconta la sua storia e le sue speranze: «Sono due anni che nuoto in nazionale e lotterò per restarci»
Thomas (Ceccon, manco a dirlo) è uno dei suoi idoli, benchè il cuore batta da sempre per Greg (Paltrinieri, «fa distanze lunghe come me»). Ma non troverete i loro poster nella cameretta di Lorenzo: come ogni recordman che si rispetti, Lorenzo ha la sua gigantografia sulla parete. Cioè uno Iannetti in vasca, in chissà quale gara, immortalato in un gesto da manuale dello stile libero: respirare facendo emergere solo un occhio dalla linea dell’acqua.
Lorenzo Iannetti, classe 2003, la settimana scorsa si è laureato quattro volte campione italiano (gare Fisdir) su quattro distanze diverse dello stile libero: oltre alla staffetta 4x50 stile, è salito sul podio con l’oro al collo nei 400, 800 e 1500 metri Sl.
In quest’ultima gara ha disfatto un record italiano che durava da dieci anni. E anche se non hai avversari a fianco in quegli Assoluti a Torino, non conta nulla perché è il tempo che ti dà ragione. Il cronometro, che tu sia normodotato o affetto da Sindrome di Down.
Campionati italiani assoluti in vasca corta (Fisdir, Federazione italiana sport paralimpici degli intellettivo relazionali): nella categoria 112 ha coperto la distanza in 22’53”, 50 secondi in meno del precedente record detenuto da Italo Oresta.
I miracoli del nuoto (il 21enne «è velocissimo in acqua più che altrove», sottolinea il papà Andrea) e la voglia, il sogno che oggi è palpabile ancora di più: vestire la maglia azzurra nelle competizioni internazionali, forte di risultati che lo pongono ai vertici italiani. Benchè abbia già partecipato a due Mondiali e un Europeo dal 2022.
Allora Lorenzo: quattro medaglie d’oro che sapore hanno? Meglio di così non poteva andare?
«In realtà poteva andare meglio, perché nei 400 pensavo di fare di meno come prestazione e come tempo».
Però sono distanze impegnative: 400 metri, 800 e 1500 stile dove hai registrato il record italiano...
«Sì, sono impegnative, ma mentre nei 1500 è andata bene, nei 400 speravo di fare un po’ di meno».
Quante volte ti alleni alla settimana?
«Sei volte: quattro volte nella piscina di Longarone e due volte a Montebelluna. Minimo due ore ogni allenamento».
Ti pesa?
«Mi piace».
Com’è nata la passione per il nuoto?
«Avevo iniziato a cinque anni, prima ero con Sportivamente Belluno e sono andato avanti con loro. Poi ho iniziato a Longarone e andando avanti mi sono trovato bene».
L’agonismo a Belluno, poi Longarone e il tesseramento con la Sport Life di Montebelluna, società che promuove lo sport per ragazzi con disabilità cognitive e che lo ha inserito in un circuito: «Ha iniziato a nuotare fin da bambino, a sei mesi, un anno frequentava i corsi per neonati in piscina a Lambioi», aggiunge il papà Andrea.
Quando hai capito che potevi diventare un agonista a livello nazionale.
«Non me l’aspettavo di partire così: sono dentro da due anni e prima di adesso non avevo ancora materializzato nello specifico. C’erano persone più forti di me, loro hanno fatto altri record personali e molto più di me: sono inseriti da più anni e hanno più esperienza».
Tu hai indossato la maglia azzurra ai Mondiali in Portogallo e Turchia: esordi nei quali il podio è stato sfiorato.
«Ho iniziato a fare record e i tecnici della nazionale hanno visto questi risultati. Hanno capito che sono diventato forte abbastanza per entrare nel giro, per indossare la maglia azzurra. Così mi hanno aggiunto alla nazionale italiana. Ora devo convincermi sempre di più a fare il meglio, così poi posso migliorare e continuare in nazionale».
Da due anni Iannetti è stato coinvolto nella nazionale italiana Fisdir: ha esordito in maglia azzurra nel 2022 con i Mondiali in Portogallo, nel 2023 gli Europei a Padova, poi quest’anno anche i Mondiali in Turchia. Ai Tricolori, però, la sfida interna si fa sentire seppure su distanze non poi così gettonate: c’è concorrenza per vestire la maglia azzurra.
Che sensazione ti dà?
«Una piccola emozione: sono le prime volte che la indosso. Gareggiare con la Nazionale è come portare l’Italia in giro negli altri Paesi del mondo È una cosa di cui vado molto fiero. Ora devo avere la fortuna di far bene i tempi e di fare molto meglio per poter restare nel giro azzurro».
C’è qualche campione italiano di nuoto ai quali guardi?
«Thomas Ceccon e Gregorio Paltrinieri: mi ispirano. Paltrinieri fa distanze lunghe, e anche io faccio i 1500».
Ti piacciono altri sport? «Mi piace l’atletica, mi piace correre, ma preferisco i nuotatori». «In realtà l’unico posto dove Lorenzo è veloce è l’acqua», scherza il papà.
Cosa diresti a tuoi coetanei che ambiscono a questi risultati, Hai un messaggio particolare?
«L’importante è fare bene, avere sempre la tecnica giusta e migliorare. Lo scopo degli allenamenti è quello avere la tecnica, lavorare».
Poi...
«L’importante è divertirsi... e vincere. E lavorare: fare bene le cose e arrivare al punto più alto nelle gare». «Lui nuota sempre così, dice sempre così», spiega Andrea, «perché alla fine si diverte. Ma diciamo che vincere è meglio».
«Mi piace moltissimo lo sport in generale: fondamentale è anche lo sport nel mondo della disabilità» aggiunge Lorenzo. «Ci sono tante possibilità e al di là dei risultati lo sport è una opportunità», commenta il papà. «Poi dipende come i genitori spingono i ragazzi, ma lo sport è ancora qualcosa in più: è motivo di socializzazione, relazione. Lo sport agonistico è serietà nel lavoro, sacrificio a prescindere dei risultati: nell’ambito della disabilità a Montebelluna abbiamo scoperto una realtà bellissima».
Lorenzo, che obiettivi ci sono adesso?
«Stare sempre sulla parte alta del livello e continuare sempre con lo sport agonistico».
Quanti complimenti hai ricevuto? Se continui così ti convocherà anche il presidente della Repubblica...
«Sì, ho ricevuto molti complimenti, sono felici per me e anche io lo sono. Sono venuti soprattutto dagli amici, che è quello che importa».
Complimenti... e premi. È di pochissime pretese, a dire la verità: quattro ori valgono due polli e due stinchi al forno con le patate...
«Ecco, la vera motivazione è questa», chiude Andrea.
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