Carolina Morace: «Calcio femminile, il modello vincente si trova in Inghilterra»
La giocatrice mito dell’Italia e poi allenatrice ospite in redazione alla tribuna di Treviso per parlare di pallone femminile, Figc e Olimpiadi Milano Cortina
![Carolina Morace in centro a Treviso](https://images.ilnordest.it/view/acePublic/alias/contentid/1h4bie9z5xg03nzx73f/0/copia-di-copy-of-redazione-forum-con-carolina-morace.webp?f=16%3A9&w=840)
Carolina Morace, ex azzurra di calcio e allenatrice veneziana, ospite al forum della tribuna di Treviso, parla di calcio femminile, fondi governativi, Figc e Olimpiadi Milano Cortina 2026.
![Carolina Morace ospite al forum alla tribuna di Treviso](https://images.ilnordest.it/view/acePublic/alias/contentid/1h7e0jet54riwl826z2/0/gg-jpg.webp)
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Carolina Morace è tornata nella Marca per l’evento “Sport è cultura” organizzato all’aula civica del Museo della Battaglia di Vittorio Veneto, dove avete parlato di sport al femminile.
«Sì, noi donne siamo messe sempre in secondo piano da questo punto di vista, era un’occasione per fare qualcosa di positivo per le atlete, come accade all’estero».
Parlando di sport femminile, qual è stata la parabola del calcio in Italia?
«Ci sono stati eventi importanti, su tutti il seguitissimo mondiale del 2019 in Francia, in cui i dirigenti si sono accorti che anche il calcio femminile poteva essere qualcosa di positivo. All’epoca Sky trasmetteva una partita a settimana del campionato femminile che, a volte, faceva registrare più share della Serie B. Non c’è stata purtroppo una crescita nei tre anni successivi, occorreva fare qualcosa di più».
Secondo lei da chi doveva partire l’input per crescere ulteriormente?
«Penso all’utilizzo della Nazionale, da portare dove non ci fosse un movimento femminile sviluppato e solido. Ho visto partite con poco pubblico, meno di quanto ce ne fosse quando giocavo io. Trattare una partita femminile come la maschile non funziona, serve insistere sui numeri».
Ci porta l’esempio di un modello vincente?
«In Inghilterra, tra primo e secondo tempo, mostrano le storie delle giocatrici, qualcosa che funge da modello per le giovani generazioni, è stimolante per chi segue. Basterebbe anche copiare, senza inventarsi nulla, negli ultimi anni non c’è stata progettazione, avevo proposto il modello inglese alla Federazione».
Il governo Meloni ha tagliato i fondi allo sport femminile, ora cosa ne sarà del professionismo all’interno del calcio?
«Occorreva un piano B, non sono mai state contattate le persone che vengono da quell’ambiente e che lo conoscono. Noi italiani se vogliamo fare qualcosa, lo facciamo. I fondi triennali non portano soluzioni».
Sono solo i club che devono trascinare il movimento?
«Juventus, Roma, Fiorentina in Champions si sono mossi bene, a dimostrazione che occorre investire per avere un ritorno. La nazionale doveva essere un volano per tutto il movimento. All’estero ho visto manager lavorare nelle federazioni, il rugby ha capito e ha un modello che funziona. Cercare sostentamento dai diritti tv è follia, solo il maschile può farcela. Una soluzione poteva essere cedere gratuitamente alla Rai i diritti della femminile, magari con dei vincoli».
Esiste un metodo per formare personalità competenti per il calcio femminile?
«Servono corsi di formazione, ma se dopo una lunga specializzazione la donna non viene scelta il problema resta. È una questione di mentalità: il mondo è cambiato, l’ottantenne fa fatica ad adeguarsi. Lo sport dovrebbe essere simbolo di progresso anche sociale, invece non è così».
Avrà un ruolo nella Figc prossimamente?
«Io sono stata sempre tenuta fuori dalla Federcalcio e dal calcio italiano. Servirò quando ci saranno persone che manifesteranno una precisa volontà, non solo in politica, anche nella scelta dei ruoli».
![Morace in panchina da citì azzurro](https://images.ilnordest.it/view/acePublic/alias/contentid/1h4bkmi1g5d0ke0oq92/0/copia-di-copy-of-image_17474634.webp)
In Italia si comprende davvero il valore dello sport?
«La questione è anche portare la donna verso la dignità sociale ed economica. Lo sport non è un accessorio, è un diritto. Anche per gli anziani sarebbe utile far svolgere attività sportiva, è un benessere per tutti».
La pallavolo femminile è un modello a cui ispirarsi?
«Sì. E per me non è un caso che il calcio femminile abbia avuto il boom con Michele Uva che veniva dal volley femminile, ma dobbiamo smettere di dire che lo sport va fatto nelle scuole: all’estero ci sono strutture con attrezzatura completa, abbiamo devoluto la formazione degli atleti ai privati, ma i costi sono sempre più alti. Nel nostro paese c’è uno spostamento verso il privato di sanità, educazione e anche sport: se mio padre, militare, avesse dovuto pagare certe cifre annue, io non avrei mai potuto giocare a pallone, questo si riverbera anche sulla questione della natalità. Se si continua così, tra cinque o dieci anni dove arriveremo?».
Tornando al territorio, Milano-Cortina aumenterà l’attrattiva dello sport agli occhi delle bambine che seguiranno la manifestazione?
«Le Olimpiadi 2026 sono un fattore positivo, a parte il costo dei biglietti. L’interesse mediatico è fondamentale, così si accresce l’interesse verso lo sport che è un diritto di tutti. Le donne che praticano lo sport lavorano meglio, lo dice il Censis, è una questione di dignità e benessere».
Infine una domanda prettamente tecnica: lei ha allenato Manuela Giugliano, originaria di Istrana e prima candidata italiana al Pallone d’Oro, che effetto le ha fatto vederla tagliare un traguardo così importante?
«Sono stata molto felice per Manuela, è una calciatrice di grandissimo talento e so che può crescere ancora. Le consiglio un’esperienza all’estero, magari nel calcio inglese dove potrebbe progredire e acquisire quella velocità e quel gioco che le permetterebbero di fare qualche gradino in più per poter non solo ricevere un’altra candidatura al Pallone d’Oro, ma anche per avere l’occasione concreta di poterlo vincere».
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Chi è Carolina Morace
Veneziana, 61 anni, da calciatrice ha stabilito una serie di primati indossando le maglie, tra le altre, di Trani, Reggiana, Modena e Torres: ha vinto 12 scudetti, 2 Coppe Italia e una Supercoppa. Ha vestito la maglia della nazionale 153 volte, segnando 105 gol.
È stata la prima donna a entrare nella Hall of fame del calcio italiano ed è stata la prima e unica ad allenare una squadra professionistica maschile (la Viterbese in serie C). Da allenatrice nel femminile ha guidato anche il Milan e la Lazio. Prima è stata commissario tecnico dell’Italia per quattro anni.
Commentatrice per Sky del Mondiale in Francia del 2019, durante gli Europei inglesi del 2022 ha ricoperto il ruolo di opinionista per La Domenica Sportiva, storica trasmissione della Rai. L’anno scorso è stata eletta europarlamentare nel Movimento 5 Stelle da capolista nella circoscrizione Centro. È laureata in Giurisprudenza alla Sapienza di Roma ed è avvocata.
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