A un passo della Serie A, poi il fallimento e la rinascita: le mille vite del Pordenone
Dallo storico ritorno tra i professionisti, alla serata di San Siro e alla finale playoff di serie B sfiorata. Poi la fine dell’era Lovisa e la promozione in Eccellenza. Nell’ultimo decennio ai neroverdi è successo di tutto

Una storia di sport. Il nome della sezione dentro la quale state leggendo questo articolo rappresenta al meglio il percorso del Pordenone Calcio, negli ultimi anni e, più in generale, della sua storia ultracentenaria.
Lo sport, d’altronde, è materia fatta di cadute e di risalite, di speranze tradite e mantenute. Di tanta vita. E la prima promozione dei nuovi neroverdi, a un anno e mezzo dal fallimento che avrebbe potuto cancellarli per sempre dalla geografia del pallone, ne è la più concreta dimostrazione.
I fasti
Nell’ultimo decennio il Pordenone ha vissuto un’altalena di emozioni. Dalle centinaia di persone tra Eccellenza e serie D, a quella festa iniziata il 4 maggio 2014, giorno del salto tra i professionisti, da dove i ramarri mancavano da 11 anni, dal tramonto dell’era Ettore Setten.
Poi i tremila di Pordenone-Giana Erminio, gara giocata sotto il diluvio il 28 aprile del 2019 e valsa la promozione in serie B. Da lì una cavalcata che ha visto i ramarri a un passo dalla serie A, con quella finale play-off mancata per un soffio nell’agosto del 2020 contro il Frosinone al Rocco di Trieste.
Un percorso che ha visto anche altri momenti destinati a essere ricordati nelle memorie dei tifosi neroverdi. Primo tra tutti il 12 dicembre 2017, con l’ottavo di finale di coppa Italia giocato al Meazza contro l’Inter: una serata che ha rappresentato il culmine non solo della gestione Lovisa, ma anche della storia del club.
I ramarri hanno portato ai calci di rigore i milanesi, cedendo per 5 a 4 finale a favore di Icardi e compagni , ricevendo gli applausi non solo dei 5 mila pordenonesi giunti a San Siro ma degli appassionati di tutta Italia. Per non parlare dei primi successi tra i cadetti, il debutto al Friuli coinciso col 3-0 al Frosinone di Nesta, ma anche l’1-0 alla Cremonese di fronte a quasi 7 mila spettatori.

La caduta
Il punto di non ritorno è coinciso con la retrocessione in C, nell’aprile 2022, con il record negativo di punti in un girone a 20 squadre: fu l’epilogo di un torneo in cui la società sbagliò tutto, ingaggiando tre tecnici e operando un mercato estivo con spese elevatissime.
Da lì la caduta, del club e dell’uomo che l’aveva condotto fino a lì, Mauro Lovisa. Una parabola, la sua, che ricorda il volo di Icaro: ex centravanti del Pordenone con il pallone nel sangue, non era in fuga dal labirinto di Minosse quando divenne presidente della società per cui faceva gol.
Prima turbolenza: la “casa”. Sfrattati dal Bottecchia i ramarri hanno girato raminghi tra il Friuli a Udine, il Rocco a Trieste, il Teghil a Lignano e il Tognon a Fontanafredda, a pochi chilometri da un capoluogo tradizionalmente più prodigo di parole che di stadi. E poi i tifosi: nell’istanza di liquidazione della società il pm Tito ha evidenziato i nemmeno 600 spettatori per Pordenone-Mantova. Una base ritenuta esigua perfino per sopravvivere, altro che sogni di gloria.
Eppure Lovisa non ha mollato di un centimetro: milioni suoi, tanti, e altrui, spesso in prestito. Conti pagati e a volte no, passeggiate sull’orlo del burrone. Un “volo” a cui il Tribunale di Pordenone ha messo fine il 30 ottobre 2022, dichiarando la liquidazione giudiziale. Un epilogo inevitabile vista la pesante situazione debitoria della società, con oltre 20 milioni di euro di passivo, anche se per mesi si è sperato che potesse andare in porto l’iniziale richiesta di ammissione alla procedura concorsuale per evitare il fallimento.
La rinascita
La nuova era ha avuto inizio venerdì 17 maggio 2024, quando nello studio del notaio Gaspare Gerardi è stato firmato l’atto costitutivo del Nuovo Pordenone Fc. Erano le 12.30, quando i sette soci del sodalizio hanno messo il cosiddetto nero su bianco: i protagonisti Andrea Dal Mas, Edmondo Pasquetti, Nevio Pavan, Giuseppe Polazzo, Paolo Vernier, Franco Zanetti e Gian Paolo Zanotel, quest’ultimo,con la carica di presidente.

Il resto è cronaca di questi giorni. La stagione 2024/2025 è quella dell’inizio della risalita: il Pordenone partecipa e domina il girone A del campionato Promozione, che domenica 23 marzo ha vinto matematicamente ottenendo la promozione in Eccellenza con cinque giornate di anticipo, grazie alla vittoria per 3-0 nella stracittadina contro il Torre.
I volti della risalita
Sono diversi i protagonisti di questa rinascita. Primo tra tutti, come detto, Gian Paolo Zanotel, imprenditore a capo di Rp Several, ex giocatore e dirigente dei ramarri. Poi le due figure chiave del nuovo inizio: il responsabile del settore giovanile, Mirko Stefani, ex capitano dei neroverdi in serie C e B, e l’allenatore Fabio Campaner, anche lui ex capitano del club.
Quest’ultimo, prima dell’approdo ufficiale in società di Claudio Canzian, ricoprì anche il ruolo di direttore sportivo. In campo ecco alcuni ex alcuni rossoneri (Sartore, Toffoli, Lisotto), su alcuni suoi ex compagni di squadra (Colombera, De Pin, Criaco, Facca) e su un attaccante ex Pordenone in serie C che da tempo già viveva in città, Filippini.
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