Il pugile triestino Luca Chiancone: “Occhio a rischio, devo smettere”

L’addio al ring a 26 anni: «La lesione alla retina non mi consente di poter praticare più attività agonistica. È dura ma lo accetto, adesso vorrei dedicarmi ai giovani» 

Ugo Salvini
Il triestino Luca Chiancone con la cintura di campione italiano dei medi (Bruni)
Il triestino Luca Chiancone con la cintura di campione italiano dei medi (Bruni)

Costretto a smettere a 26 anni, per un problema alla retina dell’occhio sinistro. Per Luca Chiancone, il campione triestino già detentore del titolo italiano del pesi medi e attualmente in possesso della cintura IBF nella stessa categoria per l’area del Mediterraneo, è giunto all’improvviso il ko che fa più male di tutti. Quello che non arriva su un ring durante un combattimento ma uno stop imposto da un destino beffardo.

Un problema evidenziato nel corso della abituale visita di controllo, che i pugili professionisti devono periodicamente effettuare e che non lascia scampo. Almeno per quanto riguarda la possibilità di continuare a svolgere l’attività agonistica. Il campione è disponibile a raccontare questo ostacolo improvviso e inaspettato.

Problemi all'occhio, il pugile Luca Chiancone lascia la boxe: "Momento più difficile"

«Mi avevano addirittura pronosticato la necessità di sottopormi a un intervento chirurgico - spiega Chiancone - un’eventualità poi fortunatamente accantonata, perché le cure alle quali mi sto sottoponendo stanno dando buoni risultati. Cioè non toglie però che risalire sul ring sarà impossibile. I medici - precisa il pugile - mi hanno spiegato infatti che la causa per la quale la retina può cadere è un trauma. Ovviamente la boxe implica una serie di situazioni che potrebbero compromettere definitivamente la mia vista, perciò non c’è alternativa. Devo chiudere qui la mia carriera».

Vanno così anticipatamente agli archivi, 13 anni di carriera, 80 match, un titolo tricolore, un orizzonte sportivo che si presentava molto interessante. E il contesto è ovviamente quello di una grandissima delusione.

«Il destino - riprende Chiancone - ha voluto così. Io non mi ero accorto di niente, non avevo disturbi, vedevo benissimo però, nell’arco dei combattimenti che ho affrontato, negli allenamenti ai quali mi sono sottoposto per arrivare ai traguardi che ho raggiunto, devo aver ricevuto un colpo, o una serie di colpi che hanno danneggiato la retina. Di certo - prosegue Luca - tutto ciò deve essere successo nell’ultimo anno, perché dalla visita di routine della scorsa stagione non era emerso alcun problema. Mi sembrava di stare bene anche recentemente - continua - ma l’accurata visita alla quale mi sono sottoposto ha evidenziato il problema. E sotto un certo profilo è stato meglio così, perché era già programmato a breve un mio test match a Ravenna. Se non mi fossi sottoposto alla visita proprio in questo frangente - osserva - sarei nuovamente salito sul ring con chissà quali conseguenze per il prosieguo della mia vita».

Per Chiancone dunque non c’è alcuna possibilità di riprendere la boxe per come l’ha finora sempre vissuta: il problema che sta accusando impedisce, da parte delle competenti autorità medico sportive, il rilascio della licenza per combattere.

«Va anche considerato un altro aspetto della situazione che si è venuta a creare - riprende Chiancone - e cioè che stare fuori dal giro, anche se fosse solo per un periodo, significa perdere tutte le occasioni di combattere per determinati obiettivi. In sostanza - aggiunge - la boxe corre veloce e se ti fermi non risali più».

L’amarezza fa da sfondo alle parole del campione triestino, anche perché le prospettive erano ottime.

«Stavamo lavorando per portare a Trieste un match valido per il titolo europeo - dice lo sfortunato pugile - perciò il rammarico è ancora maggiore».

Ora Chiancone, superato il primo momento di inevitabile grande delusione, sta guardando al futuro accompagnato, in questo percorso, dalla sua straordinaria passione per la boxe.

«Sto pensando di dedicarmi ai giovani che si avvicinano al pugilato - annuncia - interpretando un ruolo di coordinatore, che ritengo utile in un mondo complesso come quello di questa bellissima disciplina”.

Alla fine Chiancone dedica anche un pensiero per la città.

«Ringrazio tutti coloro che, a vario titolo, dai tifosi, agli allenatori, agli appassionati che mi hanno seguito - conclude - per l’affetto e l’amicizia dimostrati e che davvero non dimenticherò mai». —

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