Rugby, Zanandrea nella storia azzurra: «Realizzato il mio sogno da bambino»

Il centro del Mogliano e permit del Benetton è stato il migliore in campo nell’epocale vittoria dell’Italia U20 sull’Irlanda al Sei Nazioni

Silvano Focarelli
Federico Zanandrea si fa spazio nel match con l'Irlanda (Foto Film)
Federico Zanandrea si fa spazio nel match con l'Irlanda (Foto Film)

Federico Zanandrea, MVP di Italia-Irlanda under 20 di venerdì sera. Per gli amici Fede, Zana o Freddy. Trevigiano classe 2005, centro del Mogliano Rugby, passato prima da Villorba e Benetton. Appassionato di videogiochi, musica e basket. E fisico da sballo per un trequarti: 99 kg per m. 1.90, se pensiamo che, tanto per fare un paragone illustre, Tommy Menoncello è 90 per 1.85. «Lui però è il più forte centro europeo, anche fisicamente – ammette Zanandrea –. Certo lo ammiro, ci alleniamo assieme nel Benetton e so quanta intensità ci mette. Ovviamente vorrei arrivare ai suoi livelli, anche se il mio idolo è l’All Blacks Rieko Ioane». 

Quella di Monigo, per Fede, è stata la serata della vita, almeno per ora: migliore in campo nell’unico storico successo azzurro sull’Irlanda. Niente punti né mete, ma una prestazione di grande solidità. «Una gioia immensa. Dall’età di sei anni venivo a vedere le partite del Benetton in quello stadio e ora aver giocato qui, ottenendo anche questo riconoscimento, per me è stato qualcosa di incredibile. In attacco ho visto pochi palloni ma credo di aver fatto una buona prestazione difensiva ma anche qualcun altro, vedi Todaro, ha fatto bene. L’Mvp lo dedico alla mia famiglia, che era allo stadio». 

L’Italia ha fatto sua una partita a due facce: primo tempo dominato, secondo tempo di pura sofferenza.

«Sicuramente ci eravamo detti in settimana di partire forte, perché nelle ultime partite ci erano serviti venti minuti per svegliarci. Oggi invece ci siamo ripresi da subito quel rispetto che avevamo smarrito contro la Francia. Devo dire che da parte nostra è stata davvero una grande prestazione di squadra». 

E dire che con un po’ più di fortuna gli azzurri sarebbero potuti arrivare terzi e non quarti…

«Questo Sei Nazioni per l’Italia è stato un percorso a montagne russe. Buona la prestazione con la Scozia, dove ci è mancato solo il punto di bonus, poi due partite negative con Galles e Francia, ma alla fine ci siamo riscattati con l’Irlanda ed è quello che conta, cioè aver chiuso il torneo nel migliore dei modi».

Lei vinse il Torneo Città di Treviso nell'under 14.

«Sì, quella fu una bellissima esperienza: tra i miei compagni, che sono tuttora miei amici, c'era Piero Gritti, che purtroppo quest'anno non ha potuto giocare con l'under 20 causa infortunio, è stato davvero sfortunato. A livello giovanile devo ringraziare soprattutto un coach, Guido D'Addario, mio allenatore in Benetton dall’under 12 all’under 17. Gli devo molto, mi ha insegnato il gioco di squadra».

Lei è un permit: pensa di giocare col Benetton la prossima stagione?

«Ci spero, quest'anno ho fatto due presenze con i Leoni, Ospreys e Connacht, intanto però finisco la stagione con il Mogliano. I playoff sono ormai irraggiungibili ma si scende in campo sempre per vincere no?».

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