Al diavolo l’età! Ora si scia a livelli top anche a 40 anni
La Vonn torna dopo sei anni e va forte, Innerhofer non molla. L’old style della neve tira ancora e Casse non si tira indietro: «Dietro di noi c’è poco»
Alla faccia della carta d’identità. Gli sci come elisir di lunga vita. Lo dicono i numeri, quelli di oggi ma anche quelli di ieri. Se da tempo il circo bianco, sia maschile che femminile, si interroga sui perchè di un cambio generazionale che tarda ad arrivare un motivo deve pur esserci.
Addirittura, se campioni e campionesse in erba all’orizzonte non se ne vedono, c’è chi come Lindsey Vonn a quarant’anni suonati e a quasi sei dal ritiro, con un ginocchio malandato è tornata in pista a Sainkt Moritz facendo subito registrare un quattordicesimo posto da urlo.
Nella stagione dei ritorni, quello della regina statunitense ha del clamoroso. Difficile stabilirne i contorni, soprattutto i veri motivi, fatto sta che quanto visto nel super G a Sainkt Moritz lascia pensare che si tratti di una scelta tutt’altro che avventata. A ben guardare le classifiche, tutti o quasi gli atleti in prima linea sono “Over 30” tanto che un campione come Marco Odermatt appare quasi un’eccezione.
Per quanto riguarda la squadra azzurra maschile, venerdì a prendersi la scena meritatamente sulla Saslong in Val Gardena è stato Mattia Casse che all'età di 34 anni è riuscito a togliersi la soddisfazione di vincere una gara di coppa del mondo.
Non c’era mai riuscito prima, «ma non ho mai mollato» ha sottolineato con un pizzico d’orgoglio il piemontese, «mi sento ancora un giovincello e fino a quando la condizione lo permette io continuo per la mia strada. L’età degli sportivi si è allungata, merito di tanti fattori. L’importante è stare bene ed avere voglia e passione».
Sempre dalla Val Gardena e sempre a proposito della squadra azzurra maschile di sci, come non citare Christof Innerhofer, neo quarantenne che non intende alzare bandiera bianca per la soddisfazione dei suoi fans, che anche ai piedi della Saslong, gli hanno tributato applausi a scena aperta.
«Fin quando il fuoco dentro arde forte io resto qui», ha raccontato l’atleta altoatesino a margine dell’ottima prova di discesa di ieri chiusa nella top 30, «quello di smettere non è un pensiero che mi frulla nella testa in questo momento. Sto bene, in allenamento sono ancora tra i migliori. Certo, mi piacerebbe riuscire a fare qualcosa in più in gara, soprattutto per il morale. La stagione però è lunga e io di natura sono un inguaribile ottimista».
A proposito di citazioni speciali, carta d’identità alla mano come non dedicare un pensiero speciale a Sofia Goggia, trentaduenne dal cuore impavido.
Perchè di fronte agli infortuni patiti, su tutti l'ultimo che l’ha costretto ad uno stop forzato di circa dieci mesi, non sembra esserci età che tenga. Ieri a Sainkt Moritz terzo podio su tre gare disputate. Rientrata in pista da neanche un mese, la campionessa bergamasca sembra aver messo le cose in chiaro. La strada del tramonto è ancora lontana.
Riproduzione riservata © il Nord Est