Indistruttibile Goggia: «Cortina, la mia tappa del cuore»

Sofia, tornata in pista vincendo alla grande il superG di Beaver Creek, a ruota libera sulle Olimpiadi del 2026: «Squadra rosa molto forte, con grandi personalità»

Alessandro Michielli

Sofia Goggia è tra le più grandi sciatrici italiane e mondiali di sempre, amata a livello internazionale per la sua grinta e per il suo talento cristallino. La carriera dell’atleta bergamasca, scandita da numerose vittorie di categoria in Coppa del Mondo, medaglie mondiali e olimpiche tra cui l’oro dei Giochi di Pyeongchang, è stata però segnata da numerosi infortuni.

L’ultimo nel febbraio 2024 durante un allenamento a Ponte di Legno che le è costato la frattura della tibia e del malleolo tibiale della gamba destra. Ma a circa a dieci mesi dal drammatico incidente del 5 febbraio scorso, Sofia è tornata in pista vincendo alla grande il superG di Beaver Creek, dopo il secondo posto nella discesa libera del giorno prima.

Goggia, come si sente e come procede il suo rientro?

«Mi sento molto bene e sono molto in forma fisicamente. Sono anche leggera nell’animo e nello spirito. Ho iniziato alla grande: a dire la verità, da un certo punto di vista, un’atleta esperta come me, soprattutto in materia di infortuni, quando torna da un incidente così sente meno le aspettative, perché che tu arrivi decima o che tu vinca, viene comunque accettato il risultato. Quindi, arrivata al cancelletto, ho fatto semplicemente la mia gara».

Quanto è stato importante psicologicamente rientrare così e chi l’ha aiutata maggiormente nel percorso riabilitativo?

«Rientrare così è una bella spinta e ironicamente mi viene da dire “così non creo aspettative nella testa degli italiani”, chiaramente lo dico a livello ironico. Nel percorso mi hanno aiutato tantissime persone: innanzitutto la mia fisioterapista e il mio preparatore atletico che mi ha seguito dal primissimo giorno. I dottori, che sono riusciti a fare un’operazione al limite del miracolo e poi tutto il mio team, la Federazione, la Guardia di finanza, amici e famigliari».

Cosa si aspetta dal 2025?

«Io sono sul pezzo, mi sento pronta, comunque ho fatto il mese di novembre sciando tutti i giorni in America. Non ho obiettivi legati ai risultati, voglio sciare con gioia tutti i giorni».

Nei prossimi giorni sarà a Cortina per la classica tappa di Coppa del Mondo. Che feeling ha con la Regina delle Dolomiti?

«Cortina è la nostra tappa preferita, la tappa italiana, dove tutti gli italiani vengono a vederci. Panorama mozzafiato, contesto pazzesco, pista sempre ben preparata. Quindi per noi è un po’ una celebrazione dello sci».

Mancano solo 400 giorni all’inizio dei Giochi Milano Cortina 2026. Sensazioni?

«Non manca molto, è vero, ma sono focalizzata giorno per giorno. Le Olimpiadi sono tra un anno, ma non ci penso ancora perché ho tante gare di Coppa del Mondo da fare e tante giornate d’allenamento in cui poter far bene».

Le Olimpiadi, secondo lei, saranno un’occasione di crescita per Cortina, il Veneto e l’Italia?

«Le Olimpiadi sono sempre state un’opportunità enorme di valorizzazione del nostro Paese e spero che la Fondazione Milano Cortina riesca a lavorare in tal senso. Con quello che abbiamo fatto in questi anni e l’entusiasmo che abbiamo portato dopo l’Era della Valanga azzurra e l’Era di Tomba - c’era stato come un buco e un’eredità da raccogliere - è tornato di nuovo in voga lo sci in Italia: è uno sport praticato ma anche in Sicilia. Abbiamo fatto del nostro meglio. Tutti gli italiani sanno sciare, è qualcosa di molto popolare nonostante stia diventando sempre più abbiente come sport, perché il costo della produzione della neve artificiale è molto alto, quindi una giornata sugli sci non è così economica».

Come saranno impostati gli allenamenti e la preparazione atletica in vista dei Giochi?

«Bisogna lavorare nella direzione che ti fa mantenere sana, che ti rende performante sugli sci. Ci sarà come sempre un lavoro per scremare gli sci, i modelli e le strutture. Quindi è un lavoro molto articolato».

Gli uomini, ai Giochi, gareggeranno a Bormio. Secondo lei le piste di Cortina non sono adatte alle gare maschili oppure gli uomini potevano tranquillamente gareggiare nella Conca?

«Hanno scelto Bormio che è una pista molto spettacolare. Per gli uomini è una discesa che rappresenta una tappa miliare della stagione, quindi la conoscono tutti e penso che anche loro possano avere un grande spettacolo. Questa Olimpiade non è fatta in un unico posto, quindi è giusto sia dislocata su più località. Si è deciso di farli gareggiare a Bormio forse anche per la logistica stessa di Cortina, che altrimenti viene intasata da troppi atleti».

Grazie a lei e alle sue compagne il movimento dello sci femminile sta vivendo un periodo molto positivo. È solo merito del talento o c’è altro dietro?

«Sì, siamo delle ragazze molto talentuose. La nostra fortuna è quella di essere inserite all’interno di una squadra che presenta dell’individualità fortissime. Siamo molto diverse, ma ci trainiamo a vicenda. Secondo me il nostro tra virgolette segreto è quello di non esserci mai accontentate e di aver avuto una grande dedizione al lavoro».

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