Testa (Agsm Aim): «Sull’energia giusto fare le gare»

«Concessioni, è possibile cambiare a vantaggio ​​​​​​dei territori, il tavolo con Ascopiave è un buon inizio»

La redazione

Federico Testa, presidente di Agsm Aim, il gruppo erede delle due ex municipalizzate di Verona e Vicenza, ha lanciato da qualche mese una battaglia coraggiosa, se non temeraria: quella di contendere al colosso Enel le concessioni relative ai bacini idroelettrici e quelle per la distribuzione elettrica, queste ultime in scadenza nel 2030 ma prorogate di vent’anni dalla legge di bilancio del governo Meloni.

L’iter della misura prevede il parere della Conferenza Stato Regioni, ed è su questo passaggio che Testa punta per coagulare il fronte di chi vuol contendere al colosso energetico nazionale la posizione di quasi monopolio. «Se i soggetti veneti si mettono insieme – dice Testa – è possibile cambiare questi assetti a vantaggio dei territori, si tratta di business redditizi i cui proventi potrebbero affluire alla Regione Veneto, ad esempio per le sue politiche sociali».

Presidente, Ascopiave ha aderito a un tavolo di lavoro comune per verificare se ci sono partite da condividere con Agsm Aim. Che tipo di collaborazione può uscire da questo tavolo?

«È importante che si cominci a parlare, innanzitutto, anche su questioni che esulano dalla partita delle concessioni, ad esempio su possibili investimenti comuni nel campo delle energie rinnovabili. Si tratta di un primo segnale che nel Veneto si possono mettere insieme competenze e risorse».

Non è che da questo punto di vista il Veneto abbia dato in passato grandi dimostrazioni di efficacia, più volte sono state annunciate grandi alleanze nel campo delle multiutility, poi però non è sortito molto.

«È vero, ciò non toglie che la necessità di fare qualcosa assieme esista, e lo dimostrano proprio le partite sulle concessioni. L’obiettivo a lungo termine potrebbe essere creare un polo comune fra diverse aziende del territorio, in grado di partecipare a gare davvero impegnative sotto il profilo industriale ma anche sul versante finanziario».

Per quanto riguarda la distribuzione elettrica, si parla di un dossier che nel Veneto potrebbe valere 350 milioni di margine operativo lordo, su cui la Regione non ha voce in capitolo. È anche vero che la ratio della proroga della concessione è favorire gli investimenti e le economie di scala.

«In parte sono argomenti giustificati, ma da un certo punto in poi le economie di scala diventano diseconomie. Si pensi ai tempi di intervento quando si verificano guasti, occorre restare in determinati range di tempi di reazione, superati i quali il sistema dimostra di non funzionare».

Finora a favore di questa sua battaglia per fare le gare è arrivato un segnale da Ascopiave, che ha accettato di stare al tavolo di lavoro con Agsm Aim, ma anche dalla Regione Veneto. Sulle concessioni l’assessore veneto allo Sviluppo economico Roberto Marcato e quello all’Ambiente Gianpaolo Bottacin hanno scritto al ministro e vicepremier Matteo Salvini. Basterà?

«Che non sia una questione semplice è chiaro. Però ci sono anche segnali da non sottovalutare. Ad esempio ricordo che in Emilia Romagna il vicepresidente della Regione con delega all'Energia, Vincenzo Colla, a dicembre aveva inviato una lettera ai ministri dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, e dell'Ambiente, Gilberto Pichetto, per chiedere di eliminare dalla legge di bilancio la proroga le concessioni per la distribuzione elettrica. Non solo. Mi risulta che anche in Lombardia ci sia un orientamento simile sull’opportunità di organizzare nuove gare».

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