Il caso del bimbo che spara per sbaglio alla madre, uccidendola

Ariano Polesine, marzo 2023. Rkia Hannaoui, 31 anni, viene trovata morta in casa. A sparare è il figlio di 8 anni, involontariamente. Più di un anno dopo viene condannato il proprietario di casa per concorso in omicidio colposo e omessa custodia dell'arma

Rocco Currado
Rkia Hannaoui e la casa del delitto
Rkia Hannaoui e la casa del delitto

Un bimbo di otto anni sta giocando a casa con il fratello, trova una pistola in un comodino, la prende e per errore parte un colpo. Il proiettile penetra nella tempia della madre, 31 anni, casalinga di nazionalità marocchina, che si accascia sul pavimento della cucina di casa. Viene ricoverata d'urgenza e morirà di lì a poco.

Un anno e mezzo dopo viene condannato l'anziano proprietario dell'abitazione per concorso in omicidio colposo e omessa custodia dell'arma.

È una storia che ha dell'incredibile. Un caso che ha spezzato la vita di una giovane donna, e sicuramente rovinato quella di altre quattro persone.

La vicenda

Ma andiamo con ordine. È il 28 marzo 2023, siamo ad Ariano Polesine, paesino della campagna veneta adagiato tra gli argini del Po di Goro, nel punto in cui la provincia di Rovigo sfiora quella di Ferrara.

Qui vivono, da 6 anni, Rkia Hannaoui e il marito Lebdaoui Asmaoui con i due figli, 8 e 11 anni. Sono sistemati al piano terra di una grande villa; sopra di loro il proprietario, l'82enne Giacomo Stella che i piccoli chiamano "nonno".

È una giornata come le altre, il papà al lavoro e la mamma a casa. Finita la scuola i bambini giocano, come è normale a quell'età. A un certo momento trovano un'arma, nel comodino della camera da letto del proprietario di casa (ma questo si scoprirà soltanto dopo). I bambini hanno libero accesso anche al piano superiore: come detto, sono in confidenza con l'anziano.

Giocando, parte il colpo che spegnerà il battito alla madre, il giorno successivo. Rkia cade sul pavimento e lì rimane fino all’arrivo del 118.

Tra lo sparo ai soccorsi ci sono tanti punti neri. A dare l'allarme è proprio il bimbo più piccolo. Rkia viene trasportata d'urgenza in ospedale, i sanitari pensano a un malore perché l'arma non viene trovata in un primo momento.

I bambini riescono a custodire il segreto per sette giorni, salvo poi crollare in un pianto disperato quando i carabinieri arrivano a casa con l’esito dello Stub, il tampone in grado di rilevare le microparticelle di polvere da sparo. Con le lacrime agli occhi si addentrano nel campo dietro casa e conducono gli investigatori all’arma del delitto, nascosta sotto pochi centimetri di terra. Una pistola calibro 22.

Il giallo

Tante sono le zone d'ombra. Il silenzio di fronte a un fatto così grande come l’uccisione della mamma, l’ostinazione con cui il marito Lebdaoui Asmaoui ribadisce che, secondo lui, si è trattato di una semplice caduta in casa. Reticenze, testimonianze contraddittorie, apparenti depistaggi che tengono - oltre agli inquirenti - la stampa incollata a una vicenda dai contorni tutti da definire.

Chi ha caricato la pistola? Chi ha insegnato al bambino ad armare il carrello? Chi l’ha eventualmente aiutato? E chi ha occultato l'arma? Domande a cui non è facile trovare risposta. Una cosa è certa: l’arma del delitto è di Stella, regolarmente denunciata.

L'epilogo

Il bimbo, data l’età, non è perseguibile dalla Legge. Il padre ha dalla sua parte un alibi di ferro: al momento della tragedia non si trovava in casa, era al lavoro.

In tutta l’indagine lo stesso proprietario nega ogni coinvolgimento nei fatti. Ma non può negare la proprietà dell’arma. E per questo il 10 dicembre di un anno dopo viene condannato a due anni e mezzo di reclusione, più una provvisionale di 100 mila euro, per concorso in omicidio colposo e omessa custodia dell'arma.

Una decisione che non viene accettata dal difensore di Stella, l'avvocato Franco Modena, secondo cui il fatto sarebbe stato decontestualizzato. Perché l’anziano viveva da solo, isolato, e i bambini si sono introdotti in un luogo in cui non erano autorizzati a accedere. Così ha annunciato il ricorso in Appello: l'82enne non andrà quindi in carcere fino a sentenza definitiva.

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