Cosa è successo a Liliana Resinovich? Tutte le tappe della vicenda e le domande senza risposta
Il mistero sulla morte della pensionata triestina continua ad appassionare l’Italia. Dopo tre anni e numerosi colpi di scena, ora dalla super perizia arriva la svolta che apre nuovi scenari e potrebbe portare alla verità
Sono quasi tre anni che il mistero sulla morte di Liliana Resinovich, la pensionata triestina scomparsa da casa il 14 dicembre 2021 e trovata senza vita il 5 gennaio 2022, avvolta in due sacchi neri, appassiona l’Italia intera.
Le domande che da anni rimbalzano su giornali e tv sono sempre le stesse: come è morta Liliana? E quando è morta? Il giorno della scomparsa o nelle ore prima del ritrovamento del corpo?
È stato davvero un suicidio, come hanno ipotizzato in un primo momento gli investigatori chiedendo l’archiviazione (poi respinta) del caso? Oppure qualcuno le ha fatto del male, come lascerebbe intendere l’ultima rivelazione, quella sulla superperizia che verrà depositata in Procura il 15 dicembre?
In attesa di avere quelle risposte che tutti si attendono ripercorriamo qui, tappa dopo tappa, il caso Resinovich: dal giorno della scomparsa fino a oggi.
La scomparsa
Liliana Resinovich, 63enne ex dipendente regionale in pensione, esce dal suo appartamento al civico 2 di via Verrocchio a Trieste il 14 dicembre 2021, intorno alle 8.30. Non vi farà più ritorno.
A casa lascia la borsetta, il portafogli, i documenti di identità, due cellulari e la fede nuziale.
Il marito presenta denuncia di scomparsa la sera stessa, intorno alle 22. Gli inquirenti nelle prime ore pensano ad un allontanamento volontario. Il 21 dicembre 2021 il sostituto procuratore Maddalena Chergia apre un fascicolo per sequestro di persona, a carico di ignoti. Per settimane, però, Liliana sembra sparita nel nulla.
Il marito
ll marito di Liliana è il goriziano Sebastiano Visintin, 72 anni, ex fotoreporter che nel ricostruire quanto accaduto la mattina del 14 dicembre, riferisce di essere uscito di casa intorno alle 8.
In prima battuta racconterà di essere andato a fare un giro in bicicletta per testare una telecamera GoPro.
Successivamente, fornendo dettagliati orari, dirà invece di aver consegnato a pescherie e supermercati alcuni coltelli che affila in nero, di essere andato nel suo laboratorio di via Donadoni per eseguire alcuni lavori e di aver fatto il giro in bici solo all’ora di pranzo.
L’amico Claudio Sterpin
Il giorno dopo la scomparsa di Liliana si presenta spontaneamente in Questura Claudio Sterpin, 82 anni. «Lilly quella mattina doveva venire a casa mia, mi ha chiamato alle 8.22 per avvisarmi di un lieve ritardo, ma non si è mai presentata», racconta l’uomo, che aveva già avuto una relazione con la donna 40 anni prima. Sterpin testimonia di un rapporto tra loro due, e della volontà di Liliana di lasciare il marito per passare un fine settimana con lui a cavallo tra il 18 e il 19 dicembre.
Le ricerche e il ritrovamento del corpo
Il 5 gennaio 2022 le ricerche si spostano nel parco dell’ex Ospedale psichiatrico, dove tra le sterpaglie, poco dopo le 16, viene rinvenuto il corpo di Liliana. La donna, rannicchiata a terra in posizione fetale sul lato sinistro, è infilata in due sacchi neri, uno infilato dalle gambe e l’altro dal busto, a scoprire la parte lombare e il fondo schiena.
All'interno della borsa, ci sono solo una mascherina chirurgica e un paio di chiavi.
I funerali tra divisioni e accuse
Il 25 gennaio 2022 si tengono i funerali di Liliana. Nel frattempo tra Sebastiano Visintin e la famiglia Resinovich si crea una frattura: anche al funerale, al quale l’uomo si presenta accompagnato dal figlio Piergiorgio, avuto da un rapporto precedente, la distanza tra il marito di Lilly e gli altri parenti è palese.
Il fratello della donna, Sergio, ritiene la Procura debba approfondire la posizione non solo di Sebastiano Visintin, ma anche del figlio, sostenendo fossero interessati al denaro di Liliana. Claudio Sterpin avalla questo aspetto. I Visintin smentiscono che Piergiorgio abbia preteso aiuti da Liliana.
L’inchiesta: aperte tutte le piste
Dopo il ritrovamento del corpo le indagini continuano in tutte le direzioni. Non ci sono indagati, il fascicolo resta aperto il reato di sequestro di persona, ma non viene esclusa neppure la pista del suicidio. Con gli elementi disponibili, infatti, non è possibile stabilire se Liliana si sia tolta la vita o se sia stata uccisa.
La prima autopsia: è suicidio
Ad agosto 2022 vengono resi noti gli esiti dell’autopsia, condotta dal medico legale Fulvio Costantinides e dal radiologo Fabio Cavalli: Liliana Resinovich è morta per soffocamento. E si è soffocata da sola. Così scrive ufficialmente la consulenza medico legale sulla morte della donna. Soffocata con i due sacchetti di nylon avvolti in testa.
Dall’analisi viene indicata l’assenza «di chiare evidenze oggettive omicidiarie portate da terzi» e di «alcunché che concretamente supporti l’intervento per mano altrui». Dunque, suicidio.
La richiesta di archiviazione
Alla luce di quanto emerso dalle perizie, la Procura di Trieste arriva a una conclusione: Liliana Resinovich si è tolta la vita, si tratta quindi di un suicidio. Lo scrive un comunicato stampa ufficiale firmato dal procuratore Antonio De Nicolo il 20 febbraio 2023, poco più di un anno dopo il ritrovamento del corpo. Il pm Maddalena Chergia chiede quindi al gip l’archiviazione del fascicolo di indagine.
La riapertura delle indagini
Le conclusioni alle quali sono giunti gli inquirenti non soddisfano i familiari della donna ‒ parte lesa nel procedimento ‒ che attraverso i loro legali chiedono ulteriori accertamenti investigativi, opponendosi all’archiviazione chiesta dalla Procura.
La svolta arriva il 23 febbraio 2023: il gip del Tribunale di Trieste Luigi Dainotti non accoglie la richiesta di archiviazione e riapre il caso sulla misteriosa morte di Liliana Resinovich, riqualificando l’ipotesi di reato: non più sequestro di persona, bensì omicidio. Non ci sono indagati.
Il gip indica nella sua ordinanza ben 25 elementi da approfondire nell’arco di sei mesi e una nuova consulenza medico legale.
La super perizia
A luglio 2023 emerge il nome della specialista che la Procura di Trieste ha incaricato di redigere la super perizia medico-legale: si tratta dell’antropologa forense Cristina Cattaneo, una delle massime figure della medicina legale in Italia.
La riesumazione
Il 21 dicembre scorso Cattaneo invia alla Procura la richiesta di riesumazione del cadavere delle donna, ritenendo opportuno un nuovo esame autoptico sul corpo. A gennaio il sostituto procuratore Chergia conferisce a un collegio di consulenti l'incarico. La riesumazione dei resti di Liliana Resinovich avviene martedì 13 febbraio, a cui segue la seconda autopsia.
L’esito della perizia
Quasi un anno dopo – siamo a inizio dicembre 2024 – emerge la prima indiscrezione sul contenuto della relazione medico-legale, che i consulenti della Procura di Trieste depositeranno entro il 15 dicembre:
Sul corpo di Liliana Resinovich c’è stata l’azione di terzi
Il documento quindi rivelerà che sul corpo della 63enne – sparita da casa il 14 dicembre del 2021 e ritrovata cadavere il 5 gennaio 2022 nel boschetto ai margini dell’ex ospedale psichiatrico – ci sono dei segni, delle lesioni, prodotte da terze persone. Una conclusione che apre a scenari completamente diversi rispetto a quelli svelati dalla prima perizia medico-legale e che, si spera, conduca anche alla verità.
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