21Gallery, spazio alle opere “Audaci” a Padova

Dopo Treviso (e prima di Roma) apre nella città del Santo il format promosso da Benetton. Da giovedì 17 aprile la mostra del debutto: trenta fra dipinti, foto, sculture e installazioni

Marina Grasso
La mostra alla 21Gallery di Padova
La mostra alla 21Gallery di Padova

Il Cristo di Gonzalo Borondo in vetrina, tra il susseguirsi di negozi e bar in una zona ad alta densità studentesca, è già un segno coraggioso. Come una sorta di pala d’altare, per forma, dimensioni e tema, le dieci grandi lastre incise, sovrapposte e illuminate alternativamente separano la nuova 21Gallery dalla strada restituendo sia all’interno che all’esterno l’immagine di uno scheletro crocefisso che per effetto del led sequenziale sembra contorcersi.

Ricorda le macchine da precinema, rimanda a nuove forme di incisione artistica o di street art d’avanguardia, sottolinea quanto l’arte debba essere coraggiosa.

È l’opera che annuncia il clima della mostra “Audaci. Dalle avanguardie storiche agli artisti mascherati, l’arte del libero pensiero”, a cura di Cesare Biasini Selvaggi, che inaugura il nuovo spazio espositivo nel cuore di Padova, in via San Francesco, la 21Gallery che bissa il successo dell’analogo format trevigiano, già pronto a sbarcare anche a Roma e in altre città d’Italia.

Una galleria che, con la direzione di Elena Comin, apre oggi al pubblico con questa prima mostra (il progetto ne prevede quattro diverse ogni anno) che fino al 30 agosto propone una trentina tra dipinti, sculture, installazioni e fotografia selezionate da collezioni private di tutta Italia, Biasini Selvaggi intende «ricostruire, dagli inizi del novecento fino a toccare il nostro tempo, un percorso nell’arte del libero pensiero, nella ricerca audace, nella guerriglia eversiva, non scevra di aloni di follia e visionarietà».

Un percorso che parte dalle avanguardie storiche con il futurismo di Giacomo Balla e la metafisica di Giorgio De Chirico, con l’astrattismo di Carla Accardi e con la rivoluzionaria visionarietà di Joan Mirò, passando per lo spaesamento di Henrt Moore, i tagli iconoclasti di Lucio Fontana, la viscerale energia espressiva di Emilio Vedova.

E passa per la critica radicale di Alez Katz, il mondo immaginario di Yayoi Kusama, un quadro specchiante di Michelangelo Pistoletto e alle sofisticate metafore visive di Valerio Adami.

E che racconta l’audacia contemporanea con Marina Abramović e Jannis Kounellis, con una provocatoria installazione di Jan Vercruysse e l’immersione nella tradizione orientale di Francesco Clemente, ma anche con la ricerca senza sconti di Jan Fabre e quella colorata di Takashi Murakami, con uno dei personaggi immaginari di Cindy Sherman e la fotografia militante di Catherine Opie, fino ad arrivare a Laika, street artist mascherata dall’identità ignota, da scoprire non solo con l’Against War in mostra, ma anche con la bella intervista contenuta nel catalogo della stessa (Silvana Editoriale).

Come nell’intento di Biasini Selvaggi, “Audaci” è, insomma, un’autentica parata di opere di grande impatto estetico ed emotivo, di quell’arte disallineata che unisce contesti geografici e culturali molto diversi e che racconta, quindi, che «esiste una sorta di filodiffusione del lavoro artistico, della resistenza», come sottolinea il curatore.

Che continua: «E lo trovo molto rassicurante, perché possiamo dire che l’audacia è un fenomeno globale anche in un mondo spesso dominato dall’indifferenza».

A proposito di audacia

Ma oltre a quella dell’appassionante mostra, la 21Gallery di Padova racconta anche di un’altra audacia. Quella di Davide Vanin, 35 anni, imprenditore di Mirano (Ve) che nel 2021 ha avviato a Treviso il progetto 21Gallery.

L’obiettivo, allora come ora, è quello di diffondere la cultura delle arti visive stimolando il rapporto tra arte e impresa, promuovere la trasparenza nel sistema dell’arte per coinvolgere nuovi potenziali collezionisti, nonché e sostenere concretamente gli artisti rappresentati.

Un’audacia subito premiata dalla scelta di Alessandro Benetton di investire su questa idea, che ha coinvolto ben presto anche Ernesto Fürstenberg Fassio, che nel 2024 è anche entrato nel capitale del gruppo attraverso Banca Ifis che presiede. E che ora guarda al futuro con un piano di espansione altrettanto ambizioso.

«Abbiamo coinvolto collezionisti e appassionati in un members club che oggi conta circa 140 membri, nel quale si discute di arte e si approfondiscono le dinamiche dell’arte e del suo mercato», spiega Vanin. «Siamo così diventati un centro servizi per i collezionisti, partendo dalle serate informative sull’arte e sul suo mercato fino a rappresentarli in acquisti e aste e dotarli di un’app per condividere le loro collezioni. Inoltre, stiamo creando una sorta di scuderia di giovani artisti che accompagniamo nella loro crescita e le cui opere saranno presenti, come in una sorta di mostra itinerante, nelle 21Gallery che andremo a creare».

Riproduzione riservata © il Nord Est