Ballando con le stelle, stasera la finale del reality dei record. Ecco le coppie in gara

Sale la tensione per la finalissima del programma su Rai1 tra piroette e battibecchi, giunto all’edizione numero 19: una gara estenuante e spettacolare. Chi la spunterà? I nostri favoriti

Gian Paolo Polesini
Milly Carlucci, la padrona di casa di "Ballando con le stelle"
Milly Carlucci, la padrona di casa di "Ballando con le stelle"

Diciannove edizioni — un numero che mette ansia (oddio, ma quando mai finirà?) — ci obbligano a un’analisi e a una discesa al 2005, l’anno del primo “Ballando con le stelle”, un reality show dal meccanismo tradizionale: vip in pista e una giuria severa nel valutarli, contrasto naturale per creare spifferi ottimi per proseguire la chiacchiera domenicale, il the day after un tempo connaturato al bar, oggi ai social. E in maniera sfacciata, diremmo.

Sabato 21 dicembre Raiuno celebrerà la finale del numero diciannove, per l’appunto, con la solita Milly Carlucci — per lei liceo classico Stellini di Udine — ormai imbullonata al palchetto di guardia con a fianco Paolo Belli a dar di energia alla truppa degli appiedati.

Azzardiamo un’ipotesi forse vicina alla verità. Il ballo, peraltro attrazione affascinante che ha riempito il grande cinema — “Dirty Dancing”, “Footloose”, “La febbre del sabato sera”, “Flashdance” e via così per giorni, ce ne sono tantissimi — non è mai una cattiva idea, lo diceva anche Fred Astaire, se poi alla polka o alla mazurka, al jive o al tango di giovanotte minigonnate e di instabili star in rimonta di fama o sul viale dell’oblio, aggiungiamo liti combinate e assemblate ad arte per sembrare veri, beh, il pubblico delle generaliste si scioglie, poche storie.

Ben ci sta la Selvaggia Lucarelli, lesta nel far crollare i sorrisi di chi tenta di mettere insieme un fox trot decente, credendoci pure. Il rimbalzo suI reel di Facebook o su Instagram è pacifico e la parte più scabrosa serpeggia dentro tutti i telefonini peninsulari.

Ecco risolto il problema degli ascolti. Vedere per cinque ore – e dicesi cinque – bravi ballerini in simbiosi con amici del teleschermo non proprio a piombo con la tecnica, è autolesionismo puro. L’aiutino, eccoci qui, arriva dunque dalla corrida a fine esibizione. Se non ci fosse un sostegno mefistofelico, “Ballando” giacerebbe in un sottoscala di viale Mazzini, impolverato, triste e solitario. Invece funziona.

Quest’ultima la collochiamo fra le stagioni più turbolente del pacchetto. Da cui il record di share. Il nostro approccio a qualunque esibizione sportiva e spettacolare è determinato da ciò che di sorprendente potrebbe accadere. Se un trapezista precipita sulla rete è immediata la distribuzione di adrenalina e la conseguente maggior attenzione. Il numero successivo sarà ricco di sguardi fedeli e fissi. Il principio valeva al “Costanzo Show” con le prime urla di Vittorio Sgarbi e in tutti quei programmi che hanno faticato a trovare teleutenti svegli e in connessione.

In più “Ballando con le stelle” offre una magnifica babele di umanità varia e ci mostra l’idolo in una veste non sua, quindi lontano dalla comfort zone. Tutto ciò è assai eccitante.

Su quale coppia della finale puntare? Guaccero-Pernice, Pellegrini-La Rocca, Nargi-Favilla, Castoldi-Perotti, Barbareschi-Tripoli e Marini-Berto? Guillermo Mariotto, post scuse per qualche mano fuori posto, tornerà al suo posto e l’Italia del sabato sera sarà pronta ad accoglierlo in ciabatte e con coperta a losanghe (opzionale). 

Perché piace “Ballando con le stelle”

(in 5 spiegazioni opinabili)

  1. Il ventaglio delle età. È uno show con una cornice classica ma ha un pubblico pluri-generazionale
  1. L’effetto Rocky. Amiamo vedere gli allenamenti e come un individuo tendenzialmente negato riesca, se ben istruito, a cavarsela o addirittura a stupire
  1. Ne resterà solo una. Con regole più cervellotiche di una riforma elettorale si procede a eliminare le coppie e c’è il sano gusto di vedere le uscite di scena
  1. La narrazione imperante. I concorrenti iniziano difendendo la propria immagine, ma progressivamente svelano le proprie fragilità
  1. Possiamo detestare tutti. Giurati, concorrenti, maestri, conduttrice, orchestra, tribuni, ospiti: è possibile serenamente tifare contro ognuno di loro.

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