Bestiario veneziano, dalla pietra alle tele: un percorso tra simboli e allegorie

La ricerca di sirene, cammelli e draghi scolpiti nella pietra dei palazzi veneziani è diventata un viaggio dal medioevo ai giorni nostri. Nasce “Itinerari nel bestiario veneziano”, un progetto dell’università Ca’Foscari di Venezia 

Costanza Valdina
Uno stemma a Venezia
Uno stemma a Venezia

Sirene che suonano il flauto, cammelli che seguono le orme dei mercanti, scimmie che giocano a carte, dragoni che si attorcigliano agli angoli dei palazzi, pavoni che ostentano il loro piumaggio colorato: un mondo animale popola calli, campi, edifici e chiese di Venezia.

Dal Medioevo ai giorni nostri, la città lagunare ha reso le creature reali e fantastiche protagoniste di una narrazione scolpita nella pietra e dipinta nei mosaici, tessendo una trama di allegorie che svelano miti e leggende di una realtà sospesa tra Oriente e Occidente.

Uno stemma a Venezia
Uno stemma a Venezia

Il professor Stefano Riccioni, docente di Storia dell’arte medievale all’Università Ca’ Foscari, ha dedicato anni alla mappatura della fauna cittadina, osservandola e catalogandola specie dopo specie.

Le raffigurazioni 

«Il mondo animale, reale e fantastico» spiega, «ricopre da sempre un ruolo fondamentale nel percorso di autoconoscenza e autorappresentazione dell’uomo». Le raffigurazioni si proponevano come racconti morali, sia in campo religioso che laico, o strumenti apotropaici per allontanare gli eventi nefasti. Le patere, bassorilievi decorati di forma circolare, e le vere da pozzo sparse nella città conservano un universo animale a cielo aperto.

Gli animali che affollano gli stemmi sulle case veneziane
Gli animali che affollano gli stemmi sulle case veneziane

All’interno delle chiese, mosaici e dipinti rappresentano creature in dialogo con l’iconografia cristiana, mentre nei palazzi le sculture e gli oggetti d’uso liturgico o civile evocano miti pagani e leggende esotiche. La mappatura della fauna lagunare non rappresenta solo un’occasione «per riportare alla luce una città invisibile», ma anche un’operazione di salvataggio di un patrimonio che rischia di rimanere nell’ombra.

«Non molto tempo fa, Salvatore Settis ha lanciato un allarme scrivendo che “se mai Venezia dovesse morire, non sarà per la crudeltà di un nemico né per l’irruzione di un conquistatore, sarà soprattutto per oblio di sé stessa”», osserva Riccioni, «gli itinerari intendono contribuire con una proposta costruttiva alla sopravvivenza di una città terribilmente fragile. È un progetto rivolto soprattutto a chi la abita».

Itinerari nel Bestiario Veneziano
Itinerari nel Bestiario Veneziano

Il percorso sulle orme degli animali lagunari immerge il viaggiatore in una realtà multiculturale e offre una visione non eurocentrica del patrimonio artistico.

Itinerari nel bestiario veneziano

Per preservare e raccontare la fauna lagunare è nato “Itinerari nel bestiario veneziano”, un lavoro di ricerca collettivo promosso dall’Università Ca’  Foscari nell’ambito della Terza Missione in collaborazione il Centro Studi Rinascimento Veneziano, la Collezione Peggy Guggenheim, la Direzione regionale Musei nazionali Veneto, le Gallerie dell’Accademia e il Museo di Torcello.

Riccioni, con il contributo di alcuni studenti universitari e liceali dell’istituto Dante Alighieri, ha organizzato le scoperte in sedici itinerari tematici raccolti in un unico volume edito da Libreria Editrice Cafoscarina.

Il lavoro è stato ulteriormente approfondito dal professore nel libro “Il bestiario medievale di Venezia”, pubblicato da Carocci. Dai grifoni sparsi nelle calli ai cani da guardia nelle Gallerie dell’Accademia fino alle raffigurazioni conservate nel Museo di Torcello.

«In una realtà attanagliata da un turismo distratto e frettoloso», conclude il prof, «questo bestiario offre un modo per scoprire Venezia, camminando con lentezza e fruendo di una bellezza capace di suscitare curiosità, principale innesco di ogni processo di crescita civile ed umana».

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