È tornato Daniele Groff: «Presto il nuovo album, ho cambiato vocalità»

Il cantante sarà al MondoLive di Fontanelle, Treviso. L’ultimo disco nel 2004 e “Sei un miracolo” a Sanremo

Nicola Cesaro
Daniele Groff al 54esimo Festival di Sanremo
Daniele Groff al 54esimo Festival di Sanremo

 

«Non è una resurrezione, ma quasi. Dopo anni di silenzio, posso dire che siamo vicini alla condivisione di un nuovo album». Chiami Daniele Groff per farti raccontare il suo prossimo live in Veneto – il 18 dicembre a Fontanelle (Treviso) – e lui ti spiazza con una news che, per i tanti fan che non hanno mai smesso di seguirlo, è come la neve dal cielo a Natale. Già, perché l’ultimo disco di Groff è datato 2004: era l’album “Mi accordo”, che conteneva tra le altre Sei un miracolo, brano portato al Festival di Sanremo, finito peraltro al settimo posto tra i più ascoltati della kermesse ligure per quell’anno.

Vent’anni dopo, chi è Daniele Groff?

«Prepara il lettino che qui andiamo nella psicanalisi (sorride). Scherzi a parte, sono il Daniele sempre innamorato della musica, ancora alla ricerca della strada più giusta. Ho ritrovato fiducia e convinzione e, tocchiamo ferro, questi sono giorni importanti: potrebbe essere vicina la pubblicazione del mio nuovo album».

L’ultimo è del 2004, ma la tua attività non si è mai fermata.

«Fortunatamente non ho mai smesso di vivere di musica. Ho fatto molte date, mi chiamano ancora in molti posti, magari più al Sud che al Nord. Ma si sa, nemo propheta in patria (Groff, classe’73, è di Trento, ndr). Nel 2012 ho avviato una campagna di crowdfunding per un progetto autonomo, un album in inglese: l’idea non è archiviata del tutto. Poi ci sono stati due singoli, per stare in dialogo con chi mi segue e un po’ per tastare l’ambiente».

Che cosa è mancato per far si che uscisse un nuovo album?

«Sentivo che i brani non erano abbastanza forti e che, anche intorno a me, non portavano l’entusiasmo necessario per condividerli. Senza convinzione, non aveva senso pubblicare: è anche una forma di rispetto verso chi mi ascolta, anche verso i precedenti tre lavori che hanno avuto una fortuna non banale. Fondamentale, in questo rinnovato entusiasmo, è stato l’incontro con Alessandro Zanoner, professore di critica letteraria e poeta di 30 anni: abbiamo lavorato sui testi a quattro mani e il risultato mi ha davvero convinto. Poi devo ammetterlo: mi ha rotto l’anima per molti mesi e lo stimolo è stato importante».

La tua scrittura, sia per il tempo passato che per questa collaborazione, è cambiata?

«C’è sicuramente qualcosa di nuovo. Il clima è lo stesso: l’infanzia, l’elemento fantastico-naif quasi lennoniano, una ricerca della virtù ma mai insegnata, lo sguardo perenne alla positività. Ho aggiunto forse più aspetti criptici, metafore, frasi ermetiche, diciamo alla De Gregori».

Hai compiuto anche un lavoro sulla tua voce…

«Sì, vero. Cantavo con un’altra vocalità, anche per l’infatuazione che avevo verso la musica british. Imitavo involontariamente Liam Gallagher degli Oasis, ne usciva qualcosa di molto nasale ma che piaceva. Oggi ho una voce più matura, più grossa, più mia: cantassi ancora come vent’anni fa, scimmiotterei non solo gli Oasis, ma lo stesso Daniele Groff».

Chiudi gli occhi e qual è l’immagine più forte che vedi della tua carriera?

«Era l’anno del mio secondo disco (2001, “Bit”, ndr), era la festa annuale della mia etichetta, la Bmg. Sul palco c’erano Richard Griffiths, responsabile del mercato europeo, e Simon Cowell, di fatto l’inventore di X Factor. Griffiths indicò due priorità in Italia, anche in chiave internazionale: Eros Ramazzotti e un giovane Daniele Groff. Gli era piaciuta molto la mia If you don’t like it e pensava che potesse funzionare anche all’estero. Mi invitò a Londra, non ci andai mai perché concentrarono il mio lavoro in Italia: oggi me ne pento ancora, ma lo ricordo comunque come una medaglia. E poi ci sono gli 80 mila spettatori che avevo davanti quando aprivo i concerti di Renato Zero».

Il 18 dicembre sera sarai al MondoLive di Fontanelle per un live. Che spettacolo ci si deve aspettare?

«Sarà una carrellata di tutti i miei successi, chitarra e voce. Farò tutti i singoli per cui sono noto, da Daisy ad Adesso, passando per Io sono io ed Everyday. Sarà un best of, come è giusto che sia in una serata che vuole raccontare tutta la mia carriera».

Riproduzione riservata © il Nord Est