C’era una volta la famiglia Wulz: tre generazioni di fotografi a Trieste

Al Magazzino delle idee fino al 27 aprile l’esposizione dell’Erpac che racconta la celebre dinastia che ha immortalato la città e i suoi abitanti: trecento scatti in esposizione

Elena Commessatti
Gruppo di ragazzini su un molo a Isola d'Istria, attorno al 1900 (FIRENZE, ARCHIVI ALINARI-ARCHIVIO STUDIO WULZ)
Gruppo di ragazzini su un molo a Isola d'Istria, attorno al 1900 (FIRENZE, ARCHIVI ALINARI-ARCHIVIO STUDIO WULZ)

Imperdibile mostra a Trieste. Stiamo parlando di “Fotografia Wulz. Trieste, la famiglia, l’atelier”, a cura di Antonio Giusa e Federica Muzzarelli, al Magazzino delle Idee, (Corso Camillo Benso Conte di Cavour 2), fino al 27 aprile.

Organizzata dall’Ente regionale per il patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia (Erpac), in collaborazione con la Fondazione Alinari di Firenze, l’esposizione presenta una selezione storica e critica dell’archivio dello Studio fotografico Wulz di Trieste (1868-1981), uno tra i più importanti complessi archivistici conservati oggi negli Archivi Alinari.

“IN GUARDIA”: IRENE CAMBER FIRENZE, ARCHIVI ALINARI-ARCHIVIO STUDIO WULZ
“IN GUARDIA”: IRENE CAMBER FIRENZE, ARCHIVI ALINARI-ARCHIVIO STUDIO WULZ

L’esposizione si inserisce nel cartellone di eventi collegato al programma ufficiale di “GO! 2025 Nova Gorica – Gorizia Capitale europea della Cultura”. Grazie alla selezione critica del patrimonio Alinari operata dai due curatori e alla presenza di altri materiali provenienti da istituzioni pubbliche, come la Wolfsoniana di Genova, il Museo Revoltella e i Civici Musei di Storia e Arte di Trieste, ma anche da collezioni private quali quelle della Libreria antiquaria Drogheria 28 di Trieste e la Collezione Sergio Vatta, con questa mostra si propongono letture nuove e aggiornate della produzione fotografica dei Wulz.

Attraverso quasi trecento pezzi, – tra stampe fotografiche, negativi, documenti e oggetti – l’esposizione ci restituisce una Trieste per certi versi inedita, città calata in un periodo cruciale per la sua evoluzione, dalla seconda metà dell’Ottocento alla seconda metà del Novecento.

Una storia familiare d’artista

La mensa della Casa dei poveri nel 1916 (ARCHIVI ALINARI-ARCHIVIO STUDIO WULZ)
La mensa della Casa dei poveri nel 1916 (ARCHIVI ALINARI-ARCHIVIO STUDIO WULZ)

Ma il pregio della curatela di “Fotografia Wulz” è la capacità di evocare attraverso la selezione delle immagini una storia familiare d’artista. È un viaggio carismatico attraverso diverse generazioni vissute nel cuore del proprio atelier: dalle sperimentazioni di Giuseppe Wulz a quelle delle nipoti, le sorelle Wanda e Marion, che con il loro lavoro diventano protagoniste dell’avanguardia artistica del Novecento, promuovendo anche l’affermazione sociale delle donne.

Proseguendo la tradizione del ritratto e del ritratto famigliare, Wanda e Marion Wulz lasciano infatti, oltre a un’importante produzione professionale di atelier e alla documentazione dei giorni della Liberazione di Trieste immortalati da Marion, un’originale esperienza del “fotografico” con cui sanno raccontare la loro vita autonoma e orgogliosa, l’essere donne attive e consapevoli, e soprattutto il loro interesse per una liberazione del corpo e del gesto, tipici di quella fase di aspettative e desideri di modernità.

Consacrata unica donna fotografa del Futurismo italiano nella mostra organizzata nel 1932 a Trieste, Wanda ha goduto di una giusta fama mondiale concentrata sull’icona di “Io + Gatto”, di cui sono esposte qui le lastre negative originali. Il percorso espositivo ne allarga le prospettive alla sinergia creativa stabilita anzitutto con Marion e poi con l’amica designer e artista, la triestina Anita Pittoni. Wanda e Marion, oltre a fotografarsi reciprocamente, usano la fotografia per ritrarre altre donne moderne, che così hanno lasciato nell’archivio Wulz la traccia del loro uso del corpo libero e dinamico in qualità di donne, di sportive, ballerine, ginnaste e danzatrici, artiste, poetesse, scrittrici e attrici.

La scheda

Giuseppe Wulz Il Palazzo Municipale in un giorno di mercato, Trieste, ca. 1876 Firenze, Archivi Alinari-Archivio Studio Wulz
Giuseppe Wulz Il Palazzo Municipale in un giorno di mercato, Trieste, ca. 1876 Firenze, Archivi Alinari-Archivio Studio Wulz

Orari

da martedì a domenica 10.00-19.00

lunedì chiuso
25 dicembre 2024 chiuso

Aperture straordinarie

23 e 30 dicembre 2024 aperto dalle 10:00 alle 19:00

31 dicembre 2024 chiusura alle 15.00

01 e 6 gennaio 2025 aperto dalle 10.00 alle 19.00

20, 21 e 25 aprile 2025 aperto dalle 10:00 alle 19:00

Biglietti

Intero € 8,00

Ridotto € 5,00:

– 65 anni compiuti
– ragazzi da 12 a 18 anni non compiuti
– studenti fino a 26 anni non compiuti
– diversamente abili

Omaggio:
– bambini fino a 12 anni non compiuti
– accompagnatori di gruppi (1 ogni gruppo)
– insegnanti in visita con alunni/studenti (2 ogni gruppo)
– un accompagnatore per disabile
– tesserati ICOM
– giornalisti con regolare tessera dell’Ordine Nazionale in servizio

Gruppi (min 10 persone – max 25 persone):
€ 5,00 cad. senza guida
€4,00 cad. con guida (più €50,00 per la guida)

La biglietteria chiude mezz’ora prima

Per info, www.magazzinodelleidee.it. telefono 040 3774783). 

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