Hofmannsthal, il decadente dell’Austria Felix
A Trieste il convegno internazionale sullo scrittore austriaco e i suoi rapporti con l’Italia partire dai soggiorni a Venezia e al Castello di Duino
«Il più grande decadente austriaco», così il germanista Ladislao Mittner definì Hugo von Hofmannsthal (Vienna 1874 - Rodaun 1929) che, giovanissimo, a fine '800, sotto lo pseudonimo di Loris conquistò i letterati che frequentavano i fumosi caffè viennesi.
Mittner suggerisce che, in fondo, nei suoi quarant'anni di carriera letteraria, Hofmannsthal «rimase sempre un po’ Loris: adolescente squisito e sensibile, precocemente maturo per effetto dell'aristocratica raffinatezza della sua sensibilità». Sensibilità che si trasformò presto in malinconico scetticismo e in un'inestirpabile nostalgia per una ormai scomparsa Felix Austriae. Hofmannsthal fu anche un amante del Bel Paese, la “sua” Italia, che frequentò nell'arco di tutta la vita.
A Venezia, d'altronde, evocata nella seminale “Lettera di Lord Chandos” e nella tragedia “Venezia salvata”, è ambientato il suo libro più enigmatico e affascinante “Andrea o i ricongiunti”. In più occasioni Hofmannsthal venne anche a Trieste, come quando nel giugno del 1907 fu ospite della principessa Marie von Thurn und Taxis al Castello di Duino o quando nel luglio del 1914, a seguito dello scoppio della Grande Guerra, venne distaccato come Landsturmoffizier a Pisino, in Istria.
Hofmannsthal definì quello di Duino un «castello magico», in cui «si vorrebbe quasi dimenticare il mondo esterno». Come risulta da una corrispondenza durata dal 1903 al 1929 la principessa lo invitò più volte a tornare, ma per il poeta non vi furono altre occasioni. In veste di librettista Hofmannsthal ha anche associato il suo nome a tanti imperituri capolavori del compositore Richard Strauss, quali il “Rosenkavalier”, l’”Elektra” “La donna senz'ombra” o l’“Ariadne auf Naxos” proposta con grande successo dal Teatro G. Verdi di Trieste la passata stagione.
A questo autore d’immensa caratura è dedicato un convegno internazionale organizzato dalle Università di Trieste e di Padova e dal Conservatorio Tartini che si terrà a Trieste domani e martedì.
Il convegno “Hofmannsthal e l’Italia” si articola in due giornate, la prima aperta al pubblico presso l’Aula Magna del Conservatorio Tartini, che dalle 15 proporrà dialoghi sulla presenza di Hofmannsthal nel teatro, nella musica e nella poesia italiana a partire da un’esecuzione dell’aria “Wie du warst!“ dal "Rosenkavalier" del soprano Milica Lazović accompagnata al pianoforte da Mattia Fusi. Enrico Calesso, Direttore musicale del Teatro Verdi, parlerà poi della rilevanza delle opere della coppia Strauss/ Hofmannsthal nel panorama operistico contemporaneo. Il programma proseguirà con le “Terzinen di Hofmannsthal” musicate da Giampaolo Coral ed eseguite dal soprano Manuela Kriščak, e si concluderà alle 17.15 con “Nach Hofmannsthal. Lettura di poesie di Italo Testa e Christian Sinicco” a partire da motivi hofmannsthaliani con letture drammatiche di Adriano Giraldi. L'ingresso è libero.
La seconda giornata (martedì) il convegno si sposta all’Aula Atti del Dipartimento di Studi Umanistici, Androna Campo Marzio 10, che ospiterà tre sessioni tematiche coordinate dai professori Ulisse Dogà dell'Università di Trieste e Marco Rispoli dell'Università di Padova: nella prima sessione alle 9 “Echi italiani nella cultura di Hofmannsthal” sono previsti gli interventi di Elena Raponi (Università Cattolica, Milano) sui ricordi milanesi di casa Hofmannsthal, di Linda Puccioni (Università di Siena) su Hofmannsthal e le geografie poetiche attraverso l’Italia, di Cristina Fossaluzza (Università “Ca’ Foscari”) su Hofmannsthal e Goldoni. La seconda sezione che inizierà alle 11.30 è dedicata alle “versioni italiane di Hofmannsthal” e ospiterà Jelena Reinhardt (Università di Perugia) che parlerà dell’Elektra che Hofmannsthal scrisse per Eleonora Duse, seguita da Flavia Di Battista (Università Roma Tre) con l’intervento: “In una zona media” Hofmannsthal nel canone italiano della poesia tedesca, e da Andrea Landolfi (Università di Siena) che metterà a confronto le traduzioni italiane di Hofmannsthal, da Leone Traverso e Gabriella Bemporad.
Chiude il convegno la sessione dedicata a “Hofmannsthal nella letteratura italiana” con i contributi di Elisa Donzelli (Scuola Normale Superiore, Pisa), di Tobia Zanon (Università di Padova) e di Matteo Zupancic (Istituto di Studi Germanici, Roma) che approfondiranno rispettivamente l'influsso di Hofmannsthal nell’opera di Cristina Campo, di Alberto Arbasino e di Giorgio Caproni. Due giorni per perdersi nella struggente poesia, nella sovrana ironia, di questo grande scrittore viennese.
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