Invecchiare con filosofia è un’arte, parola di Beppe Severgnini

Intervista al giornalista autore del saggio Socrate, Agata e il futuro. La presentazione all’Abbazia di Rosazzo. »L’ho ideato durante la pandemia»

Margherita Reguitti
Beppe Severgnini
Beppe Severgnini

«Mai avrei immaginato che il libro andasse così bene in poco tempo: 10 ristampe e 72mila copie vendute” è il commento d’esordio di conversazione di Beppe Severgnini, senza dubbio uno dei giornalisti e scrittori più amati dai media e dai lettori. Venerdì (14.3) alle 18 sarà ospite con “Socrate, Agata e il futuro. L’arte di invecchiare con filosofia”, (Rizzoli, 231 pagine, 17.50 euro), in anteprima regionale, de “I Colloqui dell’abbazia. Il viaggio della carta geografica di Livio Felluga”, ultimo appuntamento della prima tornata invernale della rassegna, curata da Elda Felluga e organizzata in collaborazione con la Fondazione Abbazia di Rosazzo.

Un gradito ritorno in regione che l’autore pone sul podio di affetto ricambiato. Da Udine a Trieste e Gorizia, egli ama la mescola di culture e lingue insite nei confini e le solide amicizie. Da varie settimane il saggio è in vetta alle classifiche e si sta già lavorando alla traduzione per il mercato americano e di vari paesi europei. Un libro riflessione sui ritmi, valori e insidie della vecchiaia, che unisce il grande filosofo e Agata, la nipotina di 3 anni, energia fresca e disarmante nella vita dell’autore e di tutta la famiglia.

Un saggio nel quale Severgnini, attento osservatore, interprete e anticipatore, legge e decodifica la società italiana sempre più agée dando delle dritte per viverci al meglio. Divertente fin dalla prima riga. Apre infatti con un’ironica e impetuosa scenetta alla quale ha assistito all’aeroporto di Olbia. Un lui in tuta verde, pantofole di velluto nero, capelli di colore improbabile, età indecifrabile, fra i sessanta e settanta, parla con l’amico al telefono. Sa che tutti lo osservano, ma non è a disagio, ne sembra invece lusingato. Un esemplare eclatante e ormai diffuso di maschio “over” che non sa indossare con eleganza la terza età della vita nella quale serve “massima attenzione”.

Un saggio, nel quale gli esempi scaturiscono con nonchalance dalla lunga e ricca carriera del giornalista e scrittore, uso al successo. Negli USA ha raccontato l’italianità in varie pubblicazioni ed è stato firma di vaglia e opinion writer per “The New York Times”, mentre sul patrio suolo è stato corrispondente per “The Economist”. Senza dimenticare la carriera al “Giornale” con Montanelli prima e dal 1995 al “Corriere della sera”, dove ha creato nel 1998 il blog/forum Italians e diretto il settimanale “ Sette”.

Un lavoro pensato a lungo: «Ho cominciato durante la pandemia – rivela lo scrittore –. Ho atteso l’idea per una pubblicazione di carattere. La svolta è arrivata vedendo Agata giocare con la statuina di Socrate, ponendogli in testa un cappuccetto. Ecco, ho pensato, il filosofo è il passato remoto, io in mezzo sono il presente, lei il futuro».

L’intento, esplicitato nella quarta di copertina, è di portare serenità a “anziani autocritici” ma anche a “giovani critici” con esercizi per il cervello per restare creativi, con ironia, pazienza, gentilezza. Un buon tema di discussione fra un trentenne, genitori e nonni. Il sesso virile è utilizzato come esempio iniziale di cattivo invecchiamento, ma le pagine parlano assai alle donne, protagoniste della gestione di mariti, figli e nipoti.

Musica, teatro, cinema, letteratura, Severgnini attinge da svariati mondi creativi i possibili antidoti all’invecchiamento da “barbogio” e all’anzianità insopportabile e propone anche un decalogo di cose da non fare: improvvisare, escludersi, isolarsi, essere presuntuosi, solo per una manciata di esempi. Fa un elogio della pazienza, virtù storicamente femminile oggi fuori moda, dandone delle sorprendenti declinazioni: ammirevole, forzata, rassegnata e perfino sbagliata. Ironico e autoironico, ritiene siano elisir di vecchiaia positiva e felice, affronta il tema “insuccesso democratico”, tirando in ballo politici nostrani dell’oggi e maestri della letteratura mondiale. Il ricambio va incoraggiato e agevolato, ecco dunque svelate anche le regole d’oro, distillate da esperienza di vita sua e dei suoi avi, per “progredire guardando in faccia la realtà”. Naturalmente il libro parla anche di Donald Trump presidente, ma in dosi omeopatiche. 

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