Noa, concerto per la pace a Venezia: «Aiuto chi soffre, ferito. A Netanyahu mi oppongo»

Sabato al «Goldoni» l’artista israeliana canta la tragedia della guerra:  «Dobbiamo abbracciare la complessità nei momenti bui. Il mio prossimo album è ispirato alla crisi scatenata dai fatti del 7 ottobre 2023»

Michele Bugliari

Noa, voce indomita per la pace, sarà protagonista di un importante concerto sabato alle 21 al teatro Goldoni di Venezia. Sarà accompagnata dal suo chitarrista di sempre Gil Dor, da Ruslan Sirota (piano), Omri Abramov (sax ed Ewi) e Daniel Dor (batteria). Il concerto, organizzato in collaborazione con Veneto Jazz, rappresenterà l’anteprima di Incroci di Civiltà. L’artista israeliana di origini yemenite, inoltre, domenica 30 marzo alle 11.30 incontrerà il pubblico a Venezia, a Palazzo Flangini, sede della Fondazione.

Noa, sabato prossimo porterà a Venezia un concerto per la pace?

«Non nel senso superficiale del termine. Il tema della convivenza, del rispetto reciproco, della solidarietà umana e dell'amore sono sempre prevalenti nelle mie varie espressioni artistiche, e io stessa incarno la ricerca della pace e manifesto questo stato spirituale dell'essere da trent’ anni, come faccio oggi, forse più appassionatamente che mai. Quindi, nel senso più profondo, più filosofico e più significativo, questo sarà un concerto per la pace».

Che tipo di scaletta avete preparato?

«Come sempre, ci saranno canzoni vecchie e nuove, e sorprese, grandi musicisti, cibo per il cuore e per la mente».

Il concerto anticiperà l'album “The Giver” con cui esprimerà i suoi sentimenti sul difficile periodo per il Medio Oriente, vero?

«Questo nuovo progetto musicale è profondamente ispirato alla crisi emersa dopo il massacro del 7 ottobre, che ha portato a una guerra che si sta combattendo su molti fronti, in Israele e Palestina e in tutto il mondo. Questa orribile crisi ha portato molti, me compresa, agli estremi del nostro essere, nel dolore, nella perdita, ma anche nella forza d'animo, nella leadership coraggiosa, nella generosità (da cui “The Giver”: “Il donatore”). Il periodo difficile che stiamo vivendo è un terreno fertile per approfondire la prospettiva e la riflessione interiore, e mi ha portato a esprimere i miei sentimenti, le mie idee e la mia visione nelle canzoni».

Con chi ha scritto i nuovi brani?

«La maggior parte le ho scritte insieme al pianista Ruslan Sirota che è anche il produttore del disco e Gil Dor. Sono riflessioni puntuali di un viaggio di crescita personale e di apprendimento. Mi sta portando in luoghi profondi, affascinanti e illuminanti e sta plasmando la mia vita ogni giorno».

Come ha affrontato il periodo di questa ultima terribile guerra?

«Da quando è iniziata la guerra, mi sono impegnata in attività di volontariato volte alla guarigione: cantando per chi ha il cuore spezzato, per chi è in lutto, per chi è ferito, per chi è confuso e sfollato; cantando e parlando del dolore delle famiglie degli ostaggi e chiedendo il loro ritorno; cantando dell'importanza di accogliere il dolore dell'altro, di non indurire mai il nostro cuore di fronte alla sofferenza anche se noi stessi soffriamo: parlando dell'importanza di abbracciare la complessità, di sostenere la pace. Anche nei momenti più bui».

A Sanremo ha cantato “Imagine” con la cantante palestinese Mira Awad, è stato utile al vostro messaggio di pace?

«Penso di sì e sono molto grata al Festival e a Carlo Conti per questa bella iniziativa. Ho saputo che la prima sera il nostro spettacolo ha avuto il picco di ascolto, venti milioni di telespettatori: wow».

Le politiche di guerra di Benjamin Netanyahu sembrano allontanare sempre di più la pace, cosa ne pensa? «Non sbaglio a essere profondamente critica nei confronti di Netanyahu, e a oppormi a quasi tutto ciò che fa e dice. È un uomo pericoloso, disonesto, manipolatore. Per di più terrorizzato dalle prove che si stanno accumulando contro di lui, di corruzione al limite del tradimento, che potrebbero mandarlo in prigione a vita. Per questo ha ripreso la guerra, per placare gli estremisti religiosi radicali e guerrafondai e salvare la sua coalizione, e per questo sta facendo di tutto per distruggere la nostra democrazia, per eliminarne i guardiani e ottenere il potere completo: una dittatura fascista».

Cosa ne pensa del video che ha pubblicato Trump su Gaza?

«È stato realizzato per scherzo da due talentuosi artisti visivi israeliani, e ripreso dalla pagina ufficiale di Trump. Credo che a lui siano piaciuti molto la sua statua d'oro, i soldi che cadono dal cielo e le danzatrici del ventre. Sarebbe molto divertente se non fosse così nauseante».

Arriverà mai il momento in cui i responsabili dei crimini di questa guerra saranno processati?

«Lo spero proprio».

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