Oscar, niente da fare per Vermiglio: Isabella Rossellini conquista una nomination
L’orgoglio nazionale è salvo grazie all’attrice romana: pochi minuti sullo schermo in “Conclave” sono bastati per entrare nella cinquina come miglior attrice non protagonista
Le nomination agli Oscar non sorridono all’Italia. “Vermiglio” di Maura Delpero non è entrato nella rosa dei cinque candidati per il miglior film internazionale.
C’è un po’ di delusione ma non è un dramma per una piccola storia partita a fari spenti da Venezia (Gran Premio della Giuria) in gara fino all’ultimo per un posto a Los Angeles. Quasi più sconfortante l’esclusione dei due film di Luca Guadagnino (“Challengers” e “Queer”) che avevano ottime possibilità di nomination. L’orgoglio nazionale è salvo grazie a Isabella Rossellini: pochi minuti sullo schermo in “Conclave” sono bastati per la prima nomination come miglior attrice non protagonista. «Vorrei che i miei genitori fossero vivi per festeggiare con me questo grande onore», ha detto, ricordando anche il suo mentore David Lynch, scomparso il 16 gennaio.
Le candidature
Le candidature annunciate non hanno, per il resto, riservato grandi sorprese. Il folle musical “Emilia Pérez” firmato da Jacques Audiard (premiato a Cannes) fa il pieno di nomination (13) tra cui quelle pesanti per il film, la regia, l’attrice protagonista (Karla Sofia Gascón, prima interprete transgender a giocarsi un Oscar) e la migliore opera internazionale in rappresentanza della Francia (difficile non lo vinca).
Se Cannes gongola per “Emilia Pérez”, la Mostra di Venezia non è da meno con le 17 candidature collezionate dai “suoi” film: su tutti “The Brutalist” (10 nomination, comprese le più prestigiose) e “Io sono ancora qui” (3).
Tra i titoli più nominati anche il fantastico “Wicked” (9), il già citato “Conclave” e “A Complete Unknow” (biopic su Bob Dylan da ieri in sala) (8 ciascuno), la Palma d’oro di Cannes “Anora” (6) e, con 5 a testa, “Dune – Parte 2” e l’horror d’autore “The Substance” che lancia le sue donne: la regista Coralie Fargeat (unica donna della categoria) e, soprattutto, Demi Moore (che dovrà fare i conti per la migliore interpretazione con la Gascón e un possibile primo Oscar storico nel segno della fluidità di genere).
Per il miglior attore sarà probabilmente una gara a tre fra Adrien Brody (The Brutalist), Timothée Chalamet/Bob Dylan e il cardinale decano Ralph Fiennes in “Conclave”.
Completano la rosa dei candidati maschili Colman Domingo (Sing Sing) e Sebastian Stan che non è il favorito ma fa rumore. In “The Apprentice” interpreta un giovane e spregiudicato Donald Trump: il neo-presidente Usa aveva definito il film “falso e privo di stile, diffamatorio e politicamente disgustoso”. Anche nelle candidature di quest’anno Hollywood sembra aver preferito il cinema concepito per la sala: tra i nominati nella categoria regina del miglior film non compare alcuna opera prodotta dai colossi dello streaming. I premi saranno consegnati nella notte tra il 2 e il 3 marzo.
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