L’America di Pasolini in mostra a Casarsa

S’intitola “Pasolini America Warhol” l’esposizione curata da Alessandro Del Puppo e Giada Centazzo al Centro studi Pier Paolo Pasolini a Casarsa che sarà inaugurata domenica alle 11

Alessandra Ceschia
Pasolini a New York, 1969 ©Duane Michals Admira Milano
Pasolini a New York, 1969 ©Duane Michals Admira Milano

Dai diritti civili alla guerra in Vietnam, dalle metropoli ai margini, il fascino controverso dell’America per Pasolini emerge dalla mostra che declina fotografia, letteratura, cinema e pop art in un dialogo visionario fra culture, arte e società. S’intitola “Pasolini America Warhol” l’esposizione curata da Alessandro Del Puppo e Giada Centazzo al Centro studi Pier Paolo Pasolini a Casarsa che sarà inaugurata domenica 22 dicembre alle 11.

Visitabile fino al 23 febbraio 2025, rientra nel progetto “Pasolini/America. Il poeta, il regista, l’intellettuale davanti al “Nuovo Mondo”, realizzato dal Centro Studi in collaborazione con l’Università di Udine e la Regione, con il contributo della presidenza del Consiglio dei ministri e con il sostegno di Banca 360.

Prima tappa del progetto che a febbraio 2025 culminerà con un convegno internazionale a Casarsa racconta il suo rapporto con l’America, in un dialogo con la cultura, l’arte e la società statunitense.

Pasolini per le strade di New York, 1966 ©L’Europeo / RCS Mediagroup Spa / Ph. Pallottelli
Pasolini per le strade di New York, 1966 ©L’Europeo / RCS Mediagroup Spa / Ph. Pallottelli

La mostra è curata da Alessandro Del Puppo, docente di Storia dell’arte contemporanea all’Università di Udine e autore del volume “Pasolini Warhol 1975” (Mimesis, 2019) e da Giada Centazzo, studiosa e critica d’arte, assegnista di ricerca all’Università di Udine per il progetto “Pasolini/America. Il poeta, il regista, l’intellettuale davanti al “Nuovo Mondo”. Il percorso espositivo ricostruisce la relazione di Pasolini con gli Stati Uniti, esplorando temi e suggestioni che emersero dalla sua acuta osservazione.

Il rapporto tra Pasolini e l’America

«Quelli di Pasolini con gli Stati Uniti – spiega Del Puppo – furono inizialmente rapporti indiretti, mediati da pagine di letteratura e poesia. Il rapporto fu sostanziato dai soggiorni, nel 1966 e nel 1969, con le esplorazioni selvagge nei quartieri off di New York. Era l’America del crescente impegno militare in Vietnam, dei discorsi di Martin Luther King e delle manifestazioni studentesche e antimilitariste. Pasolini apparve affascinato dallo stile di vita americano soprattutto come chiave di confronto e di verifica delle categorie storico-sociologiche che andava affinando nei suoi interventi “corsari”. Significativa – prosegue – è la pagina estrema che dedicò a Andy Warhol, icona della pop art e il più intonato cantore della società dei consumi e del neocapitalismo. Impostosi come il più accanito e addolorato denunciatore del “genocidio culturale” delle società occidentali, Pasolini aveva interpretato il mutamento antropologico degli italiani in ragione d’un vituperato consumismo, e la società dei consumi come un prodotto della televisione».

In mostra un momento chiave riconduce al 1963, quando Pasolini realizzò il docu-film “La rabbia”. All’interno del film si recita la poesia “In morte di Marilyn”, dedicata a Marilyn Monroe, scomparsa pochi mesi prima. La sequenza cinematografica viene qui proposta in un affascinante confronto con la celebre “Marilyn” di Andy Warhol.

Il rapporto a distanza con Warhol

Un capitolo straordinario e profetico è quello sul rapporto a distanza tra Pasolini e Warhol. I due artisti non si sono mai incontrati di persona, eppure nell’estate del 1975, Pasolini scrisse un testo di presentazione per “Ladies and Gentlemen”, la serie di serigrafie che Warhol dedicò ai travestiti di New York. È uno degli ultimi testi di Pasolini prima della sua tragica morte, fu pubblicato postumo nel catalogo di una mostra milanese nel maggio 1976, esposizione che faceva seguito all’anteprima mondiale della serie, una grande esposizione tenuta a Ferrara fra l’ottobre e il dicembre 1975. Qui, le citazioni tratte dal testo di Pasolini, affiancano le serigrafie di Warhol, in un dialogo che anticipa tematiche come l’identità, la marginalità e la cultura Queer e LGBT +.

Gli autori americani

Lungo il percorso il visitatore incontra una selezione dei testi di autori americani che Pasolini lesse in gioventù. La parte centrale della mostra è dedicata ai due viaggi compiuti da Pasolini negli Stati Uniti, nel 1966 e nel 1969. Il primo per promuovere i suoi film; al ritorno in Italia, Pasolini incontrò Allen Ginsberg ed ebbe la rivelazione di un’altra America, di un mondo che gli si chiarì più nettamente durante il secondo soggiorno, nel 1969, quando gli Stati Uniti erano in fermento per le lotte sociali e le rivendicazioni dei diritti civili della popolazione afroamericana.

Questo capitolo del rapporto di Pasolini con l’America è illustrato attraverso le fotografie scattate da grandi autori, fra i quali Duilio Pallottelli (Archivio RCS, viaggio a NY 1966) e Duane Michals (viaggio a NY del 1969), che ritrassero Pasolini durante il soggiorno a New York nel 1966: i testi del poeta e le immagini raccontano le sue impressioni su un’America contraddittoria e ribelle.

L’intervista con Fallaci

In questa sezione è inclusa anche una parte della celebre intervista che Pasolini rilasciò a Oriana Fallaci dopo i dieci giorni trascorsi nella metropoli. Un passaggio della mostra è dedicato alle edizioni americane dei libri di Pasolini. Già dai primi anni Sessanta, i suoi scritti furono tradotti e pubblicati negli Stati Uniti, fino ad arrivare ai giorni nostri.

Pier Paolo Pasolini con Oriana Fallaci nello studio di Richard Avedon, 1966 ©L’Europeo / RCS Mediagroup Spa / Ph. Duilio Pallottelli
Pier Paolo Pasolini con Oriana Fallaci nello studio di Richard Avedon, 1966 ©L’Europeo / RCS Mediagroup Spa / Ph. Duilio Pallottelli

«La mostra – sottolinea il presidente del Centro studi Pasolini Marco Salvadori – rappresenta un evento di rilievo perché esplora sistematicamente il rapporto fra Pier Paolo Pasolini e l’America e, facendoci riflettere su una visione dell’America in cui si mescolano critica e fascino, parole, immagini e arte senza tempo, conduce efficacemente al convegno internazionale del prossimo febbraio inserito nel progetto complessivo».

«Pier Paolo Pasolini – conclude il co-curatore della mostra Alessandro Del Puppo – da sempre considerato il poeta, regista e intellettuale friulano, italiano ed europeo, e colui che ebbe un’attenzione profonda per i Paesi del Terzo Mondo nei quali viaggiò, vide nell’America di chi protestava e nei travestiti ritratti da Warhol, figure estromesse e marginali, avvertendone il potenziale rivoluzionario, nel bene e nel male. Ancora non poteva saperlo, ma stava affrontando temi che oggi appartengono alla cultura Queer e LGBT+, parole allora inesistenti ma già vive nelle realtà raccontate dal poeta».

Mostra a ingresso gratuito

La mostra è a ingresso gratuito ed è visitabile negli orari di apertura del Centro. Da martedì a venerdì, ore 15.00-19.00. Sabato, domenica e festivi, ore 10.30-12.30 / 15.00-19.00

Centro Studi Pier Paolo Pasolini, via Guido Alberto Pasolini, 4 - 33072 Casarsa della Delizia (PN) (+39) 0434 870593 info@centrostudipierpaolopasolinicasarsa.it

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