Portogruaro, la città disegnata dall’acqua
Figlia di una lunga e complessa storia, la cittadina in provincia di Venezia incanta con le sue vedute, con gli eleganti e antichi palazzi. L’epoca di maggior splendore inizia con l’ingresso nell’orbita della Serenissima . E le tracce restano


Leggenda vuole che a costruirla siano stati due sopravvissuti alla distruzione di Concordia Sagittaria ad opera degli Unni nel V secolo: due pescatori che con la loro barca trasportarono lungo il fiume Lemene le rovine della loro città per ricostruirla.
I documenti, invece raccontano che nel 1140 Gervino, vescovo di Concordia, concesse a mercanti e portolani la facoltà di costruire un porto, case e magazzini lungo le sponde del Lemene per reinserire lungo la via dei traffici verso la Germania l’area che, dopo l’antico capoluogo Concordia era stato depauperato e isolato tra le paludi.
Un’altra storia, invece, retrodaterebbe di parecchi secoli l’insediamento lungo il fiume, così da avvolgere un po’ nel mistero la data di nascita ufficiale di Portogruaro, in provincia di Venezia.
Sta di fatto che di Portum de Gruario parla una bolla papale del 1186 e che, alimentata dai barconi veneziani che risalivano la laguna di Caorle e il fiume, la città crebbe seguendo uno schema molto semplice: lungo il tranquillo fiume di risorgiva si allinearono due file di case-fondaco.
A metà del Duecento, quando la città fu dotata di mura con quattro porte d’accesso e di un fossato, aveva già assunto l’attuale configurazione: due strade porticate parallele ma non contigue al corso d’acqua con la pieve, il castello vescovile e il palazzo Comunale (nucleo centrale dell’attuale) interposti alla lunga scansione edilizia.
L’epoca Serenissima
L’epoca di maggior splendore di Portogruaro inizia nel 1420, quando entrò nell’orbita della Serenissima che avviò un riassetto politico-amministrativo ed edilizio con la distruzione del castello, l’istituzione di un fondaco pubblico, il restauro delle duecentesche porte della città, l’ampliamento del palazzo civico e la costruzione di ponti in pietra.
E, tra questi, il ponte di S. Andrea che oggi, con lo sfondo dei due mulini cinquecenteschi che barrano il fiume (oggi sede della Galleria Comunale d’Arte Contemporanea) e la Loggia della Pescheria, già approdo principale della città con il suo piccolo oratorio dedicato alla Madonna del Carmine, è uno degli scorci più caratteristici del centro storico.

Gli interventi veneziani lasciarono comunque inalterata la già consolidata struttura urbana nella quale fiorirono i palazzi d’impronta veneziana eretti dalla benestante borghesia mercantile che punteggiano corso Martiri della Libertà e via del Seminario.
Il benessere e lo sviluppo non durarono, però, a lungo: il traffico fluviale cominciò a declinare già nel Seicento e dopo la caduta della Repubblica di Venezia l’Ottocento fu particolarmente complesso con l’alternarsi ma anche con la presenza contemporanea sulle due sponde del Lemene, di francesi e austriaci, e l’antico porto commerciale divenne un centro di servizi per un modesto comprensorio agricolo.
Neppure il collegamento ferroviario con Venezia (del 1888) né la posizione in prossimità del confine di Stato (attestato all’Isonzo fino al 1918) seppero risollevare Portogruaro dal decadimento che a inizio Novecento portò alla demolizione delle mura (di cui restano solo tre su quattro delle porte monumentali), da quell’isolamento che è all’origine della ben conservata qualità ambientale.
Le vedute d’incanto
Un valore e una caratteristica che disegnano una città che dal secondo dopoguerra ha cominciato ad essere rivalutata e ammirata anche da un crescente turismo, spesso diretto verso le vicine coste adriatiche che ne scopre con ammirato stupore la successione di vedute d’incanto, disegnate dall’acqua e assecondate dai suoi antichi edifici. E anche rispettate e valorizzate dagli interventi più recenti, che hanno restituito al centro storico non solo la sua romantica bellezza ma anche la sua grande vitalità culturale.
Il grandioso passato rivive nel Museo
Il Museo Nazionale Concordiese di Portogruaro, fondato nel 1888, è il più antico museo del Veneto (e tra i più antichi d’Italia): la sua ricca collezione illustra la grandiosità dell’antica Julia Concordia in un peculiare spazio a forma di basilica paleocristiana.
Dopo una serie di restauri, nel 1985 ha rinnovato l’esposizione mantenendo tuttavia l’approccio collezionistico dell’epoca della sua fondazione. Informazioni per le visite al numero 0421.72674.
Oche e stivali, due giornate di festa
Sabato 30 novembre e domenica 1° dicembre in tutto il centro storico di Portogruaro si celebra la 39esima edizione dell’Antica festa delle oche e degli stivali dedicata a Sant’Andrea, patrono della città. I visitatori potranno trovare stand enogastronomici, esposizioni di antiquariato e bancarelle di ogni tipo che ricordano gli antichi usi dei contadini di portare al mercato le oche per scambiarle con gli stivali per affrontare l’inverno (www.portogruaroeventi.it).
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