Sacile celebra lo spazialismo italiano: in mostra le opere di quattro grandi esponenti del movimento

Fino al 6 gennaio a Palazzo Ragazzoni oltre 80 lavori di Tancredi, Guidi, Morandis e Licata, artisti che hanno scritto pagine fondamentali della corrente pittorica. Quest’anno ricadono gli anniversari delle loro morti

Elena Commessatti

Quattro anniversari e una mostra nel palazzo che “legittimamente” li può ricordare. Si è aperta da poco a Sacile a Palazzo Ragazzoni “Tancredi, Guidi, Morandis, Licata. 4 Anniversari Spazialisti. A 60, 40, 30, 10 anni dalla scomparsa”, la grande esposizione a cura di Giovanni Granzotto che il Comune di Sacile ha organizzato, fino al 6 gennaio.

Se parliamo di spazialismo italiano il 2024 è un anno cruciale per questa parte di storia dell’arte del Novecento, perché vi entrano gli anniversari delle morti di Tancredi Parmeggiani (1927-1964), Virgilio Guidi (1891-1984), Gino Morandis (1915-1994) e Riccardo Licata (1929-2014), quattro artisti che hanno segnato una pagina fondamentale di questo movimento, proseguendo poi con strade diverse. Nell’intento del curatore la mostra di Sacile vuole ricordarli tutti assieme – a sessanta, quaranta, trenta e dieci anni dalla loro scomparsa – presentando oltre venti opere per artista, fra le più rappresentative del percorso creativo di ognuno.

Percorso purtroppo molto breve (e intenso) quello di Tancredi, morto suicida nelle acque del Tevere a trentasette anni appena compiuti; Giovanni Granzotto di lui nel catalogo scrive: «È stato un uragano leggero». E noi ricordiamo volentieri ciò che Giuseppe Mazzariol a due anni dalla scomparsa scrisse: «Era bello e felice, quando era felice. Come pochi uomini».

Più lunghe invece le biografie di Licata e Morandis, ancor più longevo Guidi, considerato un faro e un esempio all’interno del mondo veneziano di quegli anni. Così Antonella Alban nel catalogo: «La personalità di maggior spicco, Virgilio Guidi, determinò una riflessione sempre più attenta e spinta sui temi della luce e dello spazio».

L’esposizione a Palazzo Ragazzoni vuol essere un estratto di pittura spazialista, perché questo fu, in particolare per Tancredi e Disamorando, il cuore della loro esperienza, (è Cesare Orler nel catalogo a definire Morandis «uno dei più rappresentativi esponenti dello spazialismo veneziano»), ma ci sono anche a Palazzo Ragazzoni, per Licata e Guidi, delle prove successive a quella straordinaria avventura.

L’esposizione copre dunque circa cinquant’anni di grande pittura italiana, attraverso il racconto per immagini di quattro dei suoi fondamentali protagonisti. Il ricco catalogo, edito da Manfredi Edizioni, porta i felici testi di Antonella Alban, Michele Beraldo, Stefano Cecchetto, Giovanni Granzotto, Fabrizio Guerrini, Dino Marangon, Anthony Molino, Barbara Morandi, Cesare Orler, Tommaso Polleschi. Particolarmente significativa ed evocativa la scelta del cinquecentesco Palazzo Ragazzoni come sede espositiva: si tratta infatti dell’unica sede museale in Italia che nel tempo ha ospitato le mostre antologiche di tutti e quattro. Virgilio Guidi nel 1980, Tancredi nel 1991, Gino Morandis nel 1996 e Riccardo Licata nel 2003.

La colonna sonora dal titolo “Spazio”, che accompagna i visitatori alla scoperta delle opere, porta la firma di Pino Donaggio, collezionista e amico degli artisti. La mostra si visita da venerdì a domenica dalle 10 alle 13, dalle 16 alle 19. 

 

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