Sanremo 2025, la storia della musica italiana: scegli le tue dieci canzoni preferite
Più di duemila testi sono arrivati sul palco dell’Ariston. Noi abbiamo scelto i più iconici. Fatelo anche voi con il nostro quiz
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Non le abbiamo contate ad una ad una, ma ci affidiamo a un numero che dovrebbe essere attendibile: finora le canzoni di Sanremo sono state 2.185. Da questa montagna di note abbiamo sfilato venticinque brani, secondo noi i più iconici di settantaquattro anni di festival. Di questi venticinque, abbiamo deciso di raccontarvi la storia di dieci. A voi, invece, la possibilità di stilare una personalissima topten.
Come votare: qui c’è una rosa di venticinque canzoni. Clicca, in ordine crescente, quali sono le migliori canzoni (la 1 è la vincitrice, la 10 l’ultima della lista) di Sanremo
Qui la nostra selezione
Per quanto ci riguarda, ci siamo affidati all’istinto e al cuore (l’ordine di apparizione è puramente casuale). Un gesto di una delicatezza estrema proprio per l’alta percentuale di dischi d’oro e di pezzi immortali.
✓ VOLARE (Nel blu dipinto di blu) di Domenico Modugno e di Franco Migliacci.
Vinse il Festival 1958; all’Eurovision, però, arrivò terza. Come nacque? Modugno disse di aver tratto linfa da uno sguardo al cielo in compagnia della moglie Franca; Migliacci da un quadro di Chagall (da solo, pare).
✓ VITA SPERICOLATA di Vasco Rossi (parole) e di Tullio Ferro (musica).
Il pubblico italiano la ascoltò per la prima volta nel 1983. Si classificò penultima. De Gregori la inserì poi nel suo album “Il bandito e il campione”. Due curiosità: la prima dedica avrebbe raggiunto una ragazza di nome Licia, mentre il Roxy Bar viene su dai versi di “Che notte” di Fred Buscaglione.
✓ VATTENE AMORE di Amedeo Minghi e Mietta per Sanremo 1990.
La coppia si classificò terza. Il famoso Trottolino amoroso ha radici mozartiane (“farfallone amoroso”), mentre il “gattino annaffiato”, più modestamente, si rifà a un’immagine nello spot televisivo di un noto pastificio. Ottime notizie giunsero anche dalla hit parade: a marzo, dal quarto posto, la canzone balzò in testa superando “Uomini soli” dei Pooh. Solamente “Un’estate italiana” di Moroder, Bennato e Nannini trascinata dai Mondiali di calcio ebbe maggior successo quell’anno.
✓ L’ITALIANO di Toto Cutugno.
Scritto per Adriano Celentano, ma a fu lo stesso cantautore a presentarlo nel 1983, arrivando quarto. Nel testo si ricavano un chiaro omaggio al presidente partigiano Pertini e alcune tracce di un vademecum sui pregi e sui difetti dell’italianità.
✓ UN’AVVENTURA di Lucio Battisti e di Mogol.
La prima e unica partecipazione del cantautore di Poggio Bustone. Per l’occasione lo accompagnò sul palco Wilson Pickett. La canzone finì nona. Era il 1969. I due amanti scopriranno che la loro storia non era, appunto, un’avventura, ma il grande amore di una vita.
✓ NON HO L’ETÀ (PER AMARTI) di Nisa, Mario Panceri e Gene Colonnello per la sedicenne Gigliola Cinquetti.
La Cinquetti la cantò nel 1964 conquistando l’Italia. Vittoria netta. La ragazza trionfò anche al Gran Premio dell’Eurovisione con 49 voti, il triplo del secondo classificato. Come dire? Un autentico evergreen.
✓ PERDERE L’AMORE di Gianpiero Artegiani e di Marcello Marrocchi, cantata da Massimo Ranieri.
Vinse il festival 1988 con un distacco pazzesco sulla seconda. Prima in classifica per oltre un mese. Inizialmente gli autori la proposero a Califano e a Morandi, i quali la rifiutarono per alcune tonalità troppo alte per loro.
✓ 4/3/1943 di Lucio Dalla e di Paola Pallottino.
Debuttò a Sanremo 1971, si classificò terzo. Il titolo originale era “Gesubambino”, ma la censura lo giudicò irrispettoso per cui il maestro Cini lo sostituì con la data di nascita di Dalla. Anche alcune parti del testo furono cambiate. “Giocava alla Madonna con il bimbo da fasciare” divenne “Giocava a far la donna…”. Falsi perbenismi.
✓ SARÀ PERCHÈ TI AMO di Ghinazzi (Pupo), Pace, Farina, cantata dai Ricchi e Poveri.
Atterrò sul palco dell’Ariston nel 1981. Nella classifica del festival il gruppo arrivò quinto, ma questo è uno dei brani più gettonati dai dj del terzo millennio. Anche negli anni Ottanta ebbe un successo pazzesco rimanendo in classifica per 9 settimane e conquistando l’America Latina e l’Europa. In quel festival Marina Occhiena lasciò la formazione dopo una furiosa lite con Angela Brambati, la mitologica brunetta.
✓ QUELLO CHE LE DONNE NON DICONO di Ruggeri, Schiavone e Valli, cantata da Fiorella Mannoia.
La Mannoia l’ interpretò nel 1987 vincendo il Premio della critica. Divenne un manifesto dell’amore ricercato fra speranze e ricordi, ma soprattutto della condizione femminile. Nel 2011, 24 anni dopo, si aggiudicò un disco d’oro.
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