Sauris, un paese e due cuori
Sauris di Sopra e di Sotto, in provincia di Udine: ma è unica la bellezza della natura del suono di una lingua propria, delle antiche opere d’arte. La creatività è la dote di ogni abitante.C’è chi la esprime in orti e giardini, chi in tessuti al telaio e chi nel cibo


La natura incontaminata del lago, i boschi di larici, le opere d’arte lignee del XVI secolo, autenticità e fascino, radici antiche, una lingua propria (il saurano), e il tutto legato da creatività diffusa e culto della bellezza come ingrediente della quotidianità.
Sono tante le peculiarità di Sauris – Zahre di Sotto, sede comunale, e di Sopra, che con le frazioni Lateis, La Maina e Velt, si trovano in Carnia in Val Lumiei.
Da Udine sono tre ore in autobus, la metà in auto, 80 chilometri via A23 e SS52. L’ultimo tratto dopo Ampezzo si percorre attraverso boschi suggestivi e gallerie a pietra viva realizzate a cavallo degli anni’30 e’40 del Novecento. Terra di confini con il Veneto (dal Cadore 50 chilometri via SP619), e con l’Austria.
Nella leggenda, che sempre contiene brandelli di verità, le sue origini: si narra che nel 1200 due soldati tedeschi, stanchi delle guerre, decisero di farne la loro nuova patria.
Il saurano
Nel presente il saurano rivela nel vocabolario – Wörterbuch – marcate radici germanofone miste a friulano e italiano.
Per chi parla il tedesco è un tuffo fonetico nel passato. Una lingua studiata e scoperta fuori i confini della valle da un inglese, Norman Denison (1925 – 2012), racconta Stefano Lucchini, memoria storica, sindaco per un quarto di secolo.
Nel ’700 il santuario di Sant’Osvaldo a Sauris di Sotto era uno dei centri devozionali più importanti della Repubblica Veneta, pellegrini giungevano da ogni dove, anche da Venezia. Quest’anno ricorrono i 500 anni del “Flügelaltar”, splendido altare ligneo, capolavoro dell’arte rinascimentale opera dello scultore Michael Parth con al centro il patrono tra i santi Pietro e Paolo. L’occasione per ammirarlo sarà l’8 dicembre con il concerto per organo e voci del coro Zahre. Anche l’appartata chiesa di San Lorenzo di Sauris di Sopra conserva un altare ligneo del Parth, di qualche anno più giovane.
Una passeggiata di pace e serenità
Camminare per i due Sauris dà pace e serenità, l’ospitalità è in modalità Albergo diffuso nella frazione Sopra. Neve permettendo è anche possibile andare a caccia di fossili accompagnati da esperti.
Nella locale falegnameria ancora vengono realizzate le maschere in legno del Carnevale – Voschankh – evento che si terrà il 1° marzo ma per la cui preparazione già dopo l’epifania i saurani lavorano alacremente nelle case in gruppi legati da vincoli di segretezza per i temi e i personaggi che ne saranno protagonisti in sfilata.

I saurani sono tutti creativi e lo si vede da come curano gli orti, i fiori alle finestre e le facciate delle case, perfino le cataste della legna diventano opere d’arte. Nelle aiuole degli orti – plets – convivono fiori e verdure, decori e scritte benauguranti. Un esempio quello di nonna Licia ai piedi della parrocchiale di Sant’Osvaldo. Anche gli stavoli, antichi edifici in pietra e legno blockbau, dominati dal timpano con al centro una croce, oggi abitazioni, sono decorati e le cataste di legna per l’inverno sono memoria di tradizioni.
In particolare da vedere i modellini di malghe, case e edifici rurali, strumenti da lavoro e piccoli animali in paglia riprodotti all’interno di ex stalle. Per il Natale in nicchie e anfratti troverete i presepi.
I colori del lago
Mozzafiato in ogni stagione sono i colori del lago, creato nel 1948 a conclusione della costruzione della diga. Quando viene occasionalmente svuotato, è possibile vedere ancora i resti della frazione La Maina e in estate si possono noleggiare pedalò e canoe.
Varia e gustosa la tradizione culinaria, che va dai formaggi di malga alle fave – poan – presidio Slow food, al prosciutto affumicato con legno di faggio, ai frutti di bosco, sciroppi e marmellate. Leccornie accompagnate da birra o tisane. Raffinati e preziosi i tessuti realizzati a telaio a mano accanto a prodotti di bellezza, creme e olii essenziali. Tutto made in Zahre.
Laboratori per l’arte delle maschere
Il Carnevale è una cosa seria: durano mesi i preparativi per la sfilata delle maschere, belle e brutte, scavate da ciocchi di legno: i Rölar, volto tinto di fuliggine, e i Kheirar, che scopano via l’inverno dalle case. Anche i forestieri possono partecipare ai laboratori tenuti dal maestro Ermanno Plozzer – 0433. 86076, info@sauris.org, www.sauris.org.
Informazioni: Albergo diffuso – www.albergodiffusosauris.com, 380 3441703, 0433. 86221. (Foto di Josko Princic).
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