Tutti i volti della Maddalena, in mostra a Treviso
Una figura simbolo di amore e speranza: il museo di Santa Caterina esporrà circa 110 opere per indagarne le sfaccettature. Da Bellini a Martini
La passione e la sofferenza, la devozione e la redenzione, l’amore e la speranza, la spiritualità e la sensualità: le tante sfumature di Maria Maddalena colte e interpretate dall’arte, dal Duecento al Novecento, esposte al Museo di Santa Caterina di Treviso dal 5 aprile al 13 luglio nella mostra “Maddalena e la Croce. Amore Sublime”.
Dopo gli oltre 50 mila accessi alla mostra “Donna in Scena”, i Musei Civici di Treviso diretti da Fabrizio Malachin si preparano a una nuova grande mostra, “sfruttando” ad hoc anche il periodo pasquale, così tanto vicino al tema e così favorevole ai ponti festivi.
“Maddalena e la Croce. Amore Sublime” riunirà circa 110 opere dedicate alla rappresentazione della peccatrice penitente che sublima l’amore, coltiva la speranza e di tutto questo viene ripagata: una figura il cui fascino, capace di rinnovarsi nel tempo, ha ispirato artisti di ogni epoca, che le hanno dato caratteri di santa peccatrice o di peccatrice santa, ma sempre di colei cui «i molti peccati sono stati perdonati perché ha molto amato», come sottolinea il Vangelo.
Le dodici sale del percorso espositivo, organizzato in altrettante sezioni tematiche, esporranno, tra le altre, le miniature dalla duecentesca Bibbia di scuola bolognese proveniente dal convento di San Paolo di Treviso e la grande pittura di Giovanni Bellini, Tiziano, Paolo Veronese, Jacopo Bassano, Tiziano e Palma il Giovane.
E poi ancora Ludovico Carracci, Guercino e Bernardo Strozzi; Sebastiano Ricci e Mattia Bortoloni; Antonio Canova e tanti altri fino al Novecento di Alberto Martini, con un omaggio nel settantesimo anniversario della scomparsa.
La mostra riserverà anche un posto speciale alla scultura lignea, ispiratrice della mostra stessa, come sottolinea Fabrizio Malachin: «I Musei Civici di Treviso custodiscono una raccolta unica in Italia di sculture lignee, principalmente crocifissi, risalenti dal Seicento all’Ottocento. Proprio il restauro di queste opere ci ha suggerito la struttura narrativa della mostra, con l’accostamento tra la figura della Maddalena e la Croce. Il nostro impegno nella valorizzazione delle nostre raccolte ha così ispirato il racconto artistico di quell’Amore Sublime del titolo, che è fiducia, speranza e salvezza al di là di ogni confessione. I nostri crocifissi rappresentano, però, solo una piccola parte di questo progetto che mira anche a divulgare e a restaurare il patrimonio culturale e a non limitarsi a presentare opere iconiche, ma a svelare opere di grandi autori anche attraverso le loro tele o sculture meno conosciute».
Opportunamente, non svela proprio tutto, ma aggiunge: «Esporremo opere provenienti dall’Italia e dall’estero, alcune delle quali di recente attribuzione, altre di proprietà privata che non sono state mai esposte prima o solo raramente.
Inoltre, arriverà da una parrocchia di Monaco di Baviera, quasi insperatamente e dopo varie difficoltà, una enorme Maddalena tardo gotica di Jan Polack, una grande Deposizione su tavola – due metri per due – che ritengo assolutamente strepitosa. Insomma: esploreremo la figura di Maddalena attraverso una prospettiva internazionale e riserveremo anche una particolare attenzione ai contributi dei Paesi Bassi e dei Paesi di lingua tedesca, dove Maddalena eremita riveste un fascino particolare, soprattutto nella sorprendente bellezza di raffigurazioni medievali».
In vena di anticipazioni, aggiunge: «Per la prima volta saranno anche esposte insieme tutte le Maddalena di Antonio Canova, inclusa la tela della Maddalena Giacente recentemente attribuita. E daremo anche spazio al cinema: in una sala video offriremo le molteplici interpretazioni cinematografiche della Maddalena ai piedi della croce, per sottolineare la sua influenza anche nelle più moderne espressioni artistiche».
L’intento di Malachin e dei Civici è chiaro: «Non sarà solo un viaggio artistico attraverso i secoli, ma un percorso per contemplare la speranza nel futuro. Vorremmo andare oltre l’interesse degli appassionati d’arte, stimolando la visita anche dei non avvezzi alle mostre, che attraverso l’arte potranno vivere un’esperienza personale e introspettiva. Perché l’arte diventi sempre più, e per tutti, non solo fonte di bellezza e di meraviglia, ma uno strumento per trovare speranza, rinnovamento e intimo beneficio personale».
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