Venezia, la capitale del libro: un saggio di Alessandro Marzo Magno ne racconta i fasti

Il libro ripercorre i tempi in cui la città lagunare ospitava decine e decine di botteghe librarie. «Nell’editoria è stata prima in tutto»

Fabiana Dallavalle
Venezia e l’alba dei libri
Venezia e l’alba dei libri

«Ma ciò che colpiva soprattutto il visitatore straniero erano i libri: le decine e decine di botteghe librarie che avevano qui una concentrazione ineguagliata altrove in Europa». Scrive così Alessandro Marzo Magno nel libro edito da Garzanti che presta il titolo all’incontro previsto  domenica 19 gennaio, alle 11, al Teatro Nuovo Giovanni da Udine (evento già sold out). “Venezia e l’alba dei libri” apre l’anno, dopo la pausa delle Festività, delle Lezioni di Storia, una collaborazione Editori Laterza e Fondazione Teatro Nuovo Giovanni da Udine realizzata con il sostegno di Confindustria Udine e la media partnership del Messaggero Veneto.

L’ottava edizione, dedicata alle grandi Capitali culturali e inserita significativamente nel percorso di avvicinamento a Go! 2025 Nova Gorica e Gorizia Capitale europea della cultura 2025 – propone dunque l’incontro speciale con il giornalista, storico e scrittore che ha dedicato così tanta parte della sua produzione storico-letteraria alla città lagunare.

Laureato in Storia all’Università di Venezia Ca’ Foscari, Marzo Magno ha pubblicato infatti libri di argomento storico, tra i quali “L’alba dei libri. Quando Venezia ha fatto leggere il mondo” (Garzanti 2012, più volte ristampato e tradotto in inglese, spagnolo, giapponese, coreano e cinese). Per Laterza è autore di “La splendida. Venezia 1499-1509” (2019), “L’inventore di libri. Aldo Manuzio, Venezia e il suo tempo” (2020, tradotto in giapponese e spagnolo), “Venezia. Una storia di mare e di terra” (2022, tradotto in cinese, greco, polacco e russo) e “Casanova” (2023).

Qualche anticipazione della lezione?

«Vi racconterò la storia di Venezia, quando nel Cinquecento è stata l’indiscussa e assoluta capitale del libro e di Aldo Manuzio, un grande intellettuale, molto colto che conversava in greco antico. Manuzio attento imprenditore e primo editore della storia, si è inventato il libro come lo conosciamo oggi. Prima di lui era un oggetto molto diverso. Aldo inventa, mette a punto il frontespizio, le pagine numerate da tutte e due le parti, il primo indice della storia, i caratteri di stampa. Poi soprattutto comincia a stampare i Classici in formato piccolo, che noi chiamiamo tascabile, senza note, senza apparati. Si inventa e codifica la lettura “per piacere”. Dice “adesso potete leggere questi libri più piccoli, ve li portate dietro e li leggete nelle pause delle vostre attività, nel tempo libero”. Prima di lui si leggeva a voce alta. Qualcuno leggeva per qualcun altro, nei monasteri ad esempio. Aldo inventa la lettura per piacere e silenziosa che è quella nostra, oggi.

Venezia in editoria è stata la prima in tutto: si sono stampati il primo libro greco della storia, il primo libro armeno, la prima Bibbia in volgare italiano, il primo Talmud, il primo Corano in arabo, il primo libro di medicina illustrato, e il primo libro erotico…

Il primo libro pornografico della storia con testi e immagini, che mostrerò a lezione ovvero i Sonetti Lussuriosi composti da Pietro Aretino. Versi che sono espliciti a cui lui unì i disegni di un allievo di Raffaello. Il libro fu stampato nel 1527. Aretino era scappato per via del Sacco di Roma ed era venuto a Venezia. Per fare un dispetto al Papa, pubblicò il libro».

A Venezia hanno inventato anche delle parole. Fu la prima città con il Ghetto. È corretto?

«Fu la prima città dove gli Ebrei vengono isolati. Furono loro a chiederlo sul modello delle comunità cristiane nelle città islamiche o veneziane, per esempio, il Fontego dei Tedeschi. Però poi i veneziani ne hanno approfittato e li hanno segregati. Scelsero di metterli in questo posto che in precedenza era stato una fonderia, chiamata geto, getto, intendendo i getti di metallo fuso; gli Ebrei Aschenaziti, originari della Germania, pronunciavano questo nome con la g dura - da cui l’odierno ghetto. Però a Venezia va detto gli Ebrei non furono perseguitati. Di giorno uscivano a Rialto dove operavano».

C’è oggi una città che è ricca per genti, lingue e culture come la Venezia nel Cinquecento?

«Il paragone che viene sempre fatto è con New York, crogiuolo di popoli, genti provenienti da ogni dove, con grandissimo fermento culturale e commerciale. Sia il libro che la finanza ebbero percorsi simili. Si spostarono da Venezia nelle Fiandre, Anversa, Amsterdam e da lì Londra e poi Stati Uniti».

Vista la storia di Venezia che racconterà alla lezione quale aggettivi la descrivono meglio?

«Splendida e sorprendente». 

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