Tesori nascosti di Venezia: il restauro dei cortili di San Marco li riporterà all’antico splendore
Gli spazi incastonati nelle Procuratie Nuove destinati a diventare un nuovo percorso turistico, lavori da settembre: tre milioni di euro per aprirli al pubblico

Il tesoro nascosto di piazza San Marco, incastonato tra le Procuratie Nuove, si prepara a tornare al suo antico splendore e ad aprirsi al pubblico. Mentre gli scavi archeologici al di sotto della pavimentazione della Piazza restituiscono il passato sommerso del salotto di Venezia, si avvicina il recupero degli storici cortili dell’area marciana (sette in tutto, accessibili al pubblico e comunicanti tra loro), in questi anni finiti nel dimenticatoio se non addirittura utilizzati come aree a disposizione delle ditte di restauro che hanno operato in Piazza.
Sotto la supervisione della direzione regionale dei musei nazionali e della Soprintendenza di Venezia, è infatti avviata la procedura di gara aperta per il restauro dei cortili.
Risalenti al tardo Cinquecento, i primi due cortili a partire dalla biblioteca Marciana sono l’esito del progetto architettonico curato da Vincenzo Scamozzo, l’architetto che portò a termine i lavori in Piazza dopo la morte di Sansovino.
Per i restanti cortili, invece, la Serenissima decise di concentrare le risorse per il completamento della Piazza, motivo per cui il linguaggio architettonico dei cortili si semplificò in corso d’opera. Un tempo cuore distributivo delle Procuratorie, all’epoca della Serenissima i cortili erano di pertinenza dei Procuratori di San Marco. Al loro interno, tutt’ora sono custoditi reperti di grande valore, come vere da pozzo e sculture di grande pregio.



L’intervento, nel complesso, costerà oltre tre milioni di euro. La responsabile del progetto è l’architetto Ilaria Cavaggioni, assistita dall’architetto Maria Rosaria Gargiulo e dalla progettista Alessandra Turri. Tempi stretti per l’aggiudicazione dei lavori, prevista entro l’estate. Il via all’intervento, se non dovessero esserci ulteriori intoppi, è previsto dopo il mese di settembre.
Il progetto prevede il restauro delle superfici, il recupero della pavimentazione e il riordino degli impianti, oggi in stato di abbandono. Mai come oggi però, grazie allo stanziamento per il recupero dei cortili, si avvicina l’obiettivo di completare il percorso di visita di piazza San Marco.
Diversificare il flusso di turisti
Già previsto da anni e ormai da tempo fermo al palo, l’obiettivo è di diversificare il flusso di turisti nell’area marciana. Il piano iniziale del ministero, di cui si parla da almeno tre anni, prevede sulla carta l’aggiunta di un ingresso per il pubblico da Piazzetta San Marco attraverso il cortile delle Procuratie Nuove, pertinente al Museo Archeologico. In questo punto, in effetti, una prima opera di pulitura delle superfici era stata realizzata nel 2022 per l’inaugurazione della mostra di Marc Quinn.
L’idea sarebbe quella di permettere ai turisti che escono dalla Porta della Carta, al termine della visita di Palazzo Ducale, di attraversare quaranta metri e accedere subito all’altro circuito di musei della Piazza che unisce Biblioteca Marciana, Museo Archeologico, Palazzo Reale e Museo Correr, all’interno delle Procuratie Nuove.
Un nuovo circuito museale
Il nuovo circuito museale “circolare”, passando attraverso i cortili, potrebbe restituire una nuova vita all’area. Secondo i piani della Soprintendenza, alcuni dei reperti attualmente posizionati nei cortili sarebbero recuperati e spostati altrove; altri, invece, saranno valorizzati e lasciati al loro posto. Ci vorrà del tempo, ma l’avvio dei lavori di restauro è un primo passo.
Nel frattempo, a proposito di interventi in corso, a breve saranno conclusi di lavori di pulizia e consolidamento strutturale coordinati dalla Soprintendenza (e stanziati con 1, 3 milioni di euro dal ministero) in corso in bocca di Piazza, tra l’Ala Napoleonica e l’inizio delle Procuratie Nuove.
Sulla falsariga di quanto realizzato nei mesi scorsi sotto le Procuratie Nuove, l’intervento ha riportato al suo antico splendore le decorazioni del Cinquecento. L’operazione di restauro e ripulitura ha comportato tempi piuttosto lunghi. È stato necessario rimuovere una grande quantità di materiali come cavi e fili elettrici, scarichi più o meno abusivi delle acque piovane, tubi dell’acqua e del gas, che negli anni erano stati sovrapposti ai decori originali.
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