Città che vai, sfarfallio (natalizio) che trovi

Lo sfavillio delle città impreziosite da colpi di luce e decorazioni natalizie per la festività, da Udine a Padova, da Caorle a Treviso fino alla sontuosa piazza San Marco a Venezia

Lucia AvianiLucia Aviani

Pur non dichiarata, di fatto è una gara. Regionale e interregionale, a colpi di luce e colpi di scena, a chi fa prima, chi meglio, chi di più. Le luminarie natalizie sono cosa seria (basta soffermarsi sui budget comunali dedicati), questione di campanile, di orgoglio cittadino: e la corsa all’effetto speciale – vuoi nel segno della raffinatezza, vuoi con la tendenza all’iperbole – è ormai una costante nazionale, una sorta di must. Il risultato è una festa per gli occhi: luce sia (spesso con ampio anticipo sull’inizio ufficiale delle festività), in ogni forma e declinazione possibile. 

Città che vai, così, sfavillio che trovi, senza il rischio di annoiarsi: un eventuale tour di settore può riservarne tante, di sorprese, perché la parola d’ordine è varietà. Treviso si è ormai aggiudicata il titolo di città delle stelle sull’acqua: fotografatissime, le decorazioni luminose sospese a pochi centimetri dalla corrente del canale dei Buranelli e del Cagnan della Pescheria rendono fatato il centro storico, che durante le feste incanta per la particolarità e la grazia degli allestimenti.

Gli esempi veneti di luoghi di poesia dicembrina abbondano, del resto: Padova sorprende, come sempre, con il brillio delle sue migliaia e migliaia di lucine, con coreografie che ravvivano il Palazzo della Ragione, il Salone, gli alberi di piazza Antenore e di Prato della Valle, palazzo Moroni, Loggia Amulea, il teatro Verdi e via avanti, posto che sono ben 60 le installazioni realizzate dal Comune; il video mapping decora il Palazzo del Capitanio, la Loggia della Gran Guardia e il Monte di Pietà, attorno a piazza dei Signori.

Il vetro di Murano impreziosisce il salotto d’Italia, piazza San Marco: Venezia sfavilla grazie al progetto “Murano Illumina il Mondo” , promosso da The Venice Glass Week ed ente locale, che hanno coinvolto undici artisti e architetti di fama internazionale – tra loco Joseph Kosuth, Kengo Kuma e Philippe Starck –, cui è stato chiesto di reinterpretare un oggetto d’uso quotidiano, il lampadario, utilizzando tecniche vetrarie antiche e moderne. I maestri si sono cimentati nella lavorazione del vetro artistico di Murano, appunto, realizzando, insieme ai talenti dell’isola, creazioni originali e suggestive.

Gli speciali chandeliers, pezzi unici, si accendono sul far della sera, mostrandosi in tutto il loro splendore. Completa il quadro il lucentissimo albero di Natale, 15 metri costellati da sfere decorate e sormontato dal puntale a stella. La scia luminosa si allarga verso Calle Larga XXII Marzo, campo Santa Maria del Giglio, Campo San Luca e lungo tutte le Mercerie, fino al Ponte di Rialto, Ruga degli Oresi, calle dei Boteri, campo San Polo, sestiere Castello. Non sono da meno le isole della laguna, dalle più celebri, Murano e Burano, a Pellestrina, Vignole e Sant’Erasmo.

E luccica, naturalmente, pure tutto il Friuli Venezia Giulia, dalle principali città ai borghi storici, in una carrellata di allestimenti che fa ampia leva – come in Veneto – sulle illuminazioni artistiche dei palazzi.

Accade a Udine, soprattutto, il cui centro storico annuncia il Natale con un carosello di colori: dalla loggia del Lionello a palazzo D’Aronco, dal castello a piazza Matteotti, fino alla stazione ferroviaria, a piazza Garibaldi e alla biblioteca civica Joppi (new entry) è un tripudio. Risplendono pure le torri di Porta Manin, Porta Aquileia, Porta Villalta. Menzione dovuta per l’incantevole piazza Unità d’Italia, a Trieste, con il suo inno alle festività in affaccio sul mare; vestite di luce anche Pordenone e Gorizia.

Caorle, tornando in Veneto, vanta invece il villaggio natalizio più grande del Belpaese, un percorso luccicante e animato che attraversa il cuore della città, scandito dalla presenza di un ricchissimo mercatino: oltre 80 le casette, tra cui quella di marzapane, che evoca la storia di Hänsel e Gretel, e la pittoresca dimora di Babbo Natale. E pure qui il video mapping la fa da padrone. 

Prime luci nelle vie negli anni Cinquanta

I primi alberi di Natale realizzati in spazi pubblici e illuminati con luci elettriche comparvero all’inizio del XX secolo. Intorno al 1950, poi, iniziò la consuetudine di addobbare con luci le strade e gli edifici. Legata alla festività del Natale, dunque al mondo cristiano – che considera Gesù la luce del mondo –, intorno agli anni Duemila l’usanza si è espansa anche in estremo Oriente, a cominciare dal Giappone e da Hong Kong.

Johnson, il papà delle lucine colorate

Tutto merito del socio in affari di Thomas Edison, Edward Hibberd Johnson. Fu lui l’inventore delle luminarie natalizie: era il 1882 in Pennsylvania quando gli balenò l’idea di avvolgere l’albero di Natale con un filo di lampadine colorate. Fu però Albert Sadacca, nel secolo successivo, a rendere le decorazioni luminose accessibili alle persone comuni: l’incendio di un abete natalizio a New York, nel 1917, lo spinse a lanciarsi nel business delle lucette sicure a basso costo. E il progetto raccolse consensi.

Sutrio capitale carnica del Natale

Non solo Poffabro. Anche Sutrio, località montana del Friuli, ai piedi dello Zoncolan, è terra di presepi, tanto che nel 2022 proprio da lì era arrivata la scena della Natività allestita in piazza San Pietro, a Roma. La rassegna d’arte presepiale 2024 si potrà ammirare fino al 6 gennaio: gli allestimenti, che animano cortili, loggiati e cantine delle case più caratteristiche del borgo, provengono da tutto il Friuli Venezia Giulia, da altre regioni d’Italia e pure dall’estero.

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