Vivere a Cortina: il lifestyle ampezzano nelle case più belle

Servane Giol per Marsilio Arte fa il bis dopo Venezia con un volume che racconta il glamour delle case della regina delle Dolomiti, impreziosito dalle foto di Mattia Aquila

Costanza Valdina
Un salotto della casa di Marta Marzotto realizzato da Luigi Vietti con la zona del camino rialzata, segno distintivo dello stile dell’architetto. Sopra al camino una collezione di nature morte raffiguranti vari tipi di funghi. © Credit: Mattia Aquila
Un salotto della casa di Marta Marzotto realizzato da Luigi Vietti con la zona del camino rialzata, segno distintivo dello stile dell’architetto. Sopra al camino una collezione di nature morte raffiguranti vari tipi di funghi. © Credit: Mattia Aquila

Ernest Hemingway amava definirsi «un vecchio fanatico del Veneto». Non solo per le giornate trascorse al tavolino d’angolo dell’Harry’s sorseggiando Montgomery, ma anche per le sessioni mattutine di scrittura nell’Hotel de la Poste, sugli sci o con la canna da pesca fra le mani prima di far tappa a Pocol per ammirare l’enrosadira. In una lettera all’amico Ernest Walsh, scrive che “Cortina d’Ampezzo è il paese più dolce della Terra”.

Eppure, al suo sguardo allenato alla vita non era certo sfuggito che quella località arroccata tra le Dolomiti nascondeva un’anima aspra come le sue ripide montagne. Nello sfondo del racconto “Fuori Stagione”, Hemingway narra di “muratori dalle giacche coperte di polvere di pietra al lavoro per le fondamenta di un nuovo albergo” e “mendicanti vecchi e curvi, dalle barbe impastate di saliva”.

Ad approfondire questa duplice anima, tra il mondano ed il genuino, è Servane Giol in “La regina delle Dolomiti. Vivere a Cortina d’Ampezzo”, edito da Marsilio Arte. Francese di nascita e veneziana d’adozione, ha collaborato con testate come Harper’s Bazaar e Vogue Germany ed è responsabile culturale dell’Alliance Française veneziana. Dopo il successo del suo primo volume “Un invito a Venezia”, ha deciso di accantonare la sontuosità dei palazzi affacciati sulla laguna per esplorare l’architettura intima ampezzana attraverso gli scatti inediti di Mattia Aquila.

La vita veneziana continua in montagna

 

«Questo libro è un susseguirsi logico del primo: la vita veneziana continua in montagna» spiega l’autrice. «Mi sono affidata a storie legate alla tradizione orale, archivi privati e letteratura. È stata una ricerca plurilinguistica che ha abbracciato tutte le culture che hanno influenzato Cortina: italiano, francese antico, tedesco e inglese». La “regina delle Dolomiti” del titolo emerge così come un microcosmo che riflette una tensione tra opposti: il ladino e l’italiano che si alternano nella lingua, il susseguirsi delle stagioni che la trasformano da paradiso invernale a meta estiva e il fragile equilibrio tra le esigenze dei residenti e dei visitatori. Persino il nome, Cortina d’Ampezzo, racchiude questa duplicità identitaria.

 

Un’originale consolle a forma di cavallo di Hubert Le Galle in casa Clerici
Un’originale consolle a forma di cavallo di Hubert Le Galle in casa Clerici

Giol offre ai lettori uno sguardo intimo, oltrepassando soglie spesso inaccessibili che celano una moltitudine di storie: chalet, baite e dimore private. Nel libro si snoda un percorso doppio. Da una parte c’è l’inverno con le piste innevate, le stufe in ceramica, i caminetti crepitanti ed il legno con le sue lavorazioni artigianali. Dall’altra, c’è l’estate con le arrampicate sulle pareti dolomitiche, la ripartizione dei pascoli secondo le antiche regole e la produzione delle stoffe. Ci sono i film che l’hanno trasformata in una cornice incantevole: le esilaranti avventure dell’ispettore Clouseau per acciuffare il ladro della Pantera Rosa e l’inseguimento adrenalinico sulle piste tra James Bond e i sicari del malefico Kristatos.

Le trasformazioni verso le Olimpiadi

Ci sono gli autori che l’hanno resa protagonista nei giornali e nella letteratura: Indro Montanelli con la sua passeggiata mattutina fino al lago Ghedina e il racconto del giovane sciatore di Goffredo Parise. Ci sono i cibi tipici che fondono i sapori del Tirolo con quelli italiani: spätzle bianchi, casunziei e linzer torte. Ci sono le tradizioni millenarie: l’arte della filigrana, la lavorazione della pietra dolomia, gli artigiani del ferro battuto e del peltro.

Ci sono gli eventi che ne hanno segnato irreversibilmente la fama internazionale: la nascita dello Sci Club 18 e i Giochi Olimpici del 1956.

Una sorridente Marta Marzotto in una immagine dei primi anni Sessanta. Su concessione dell’Archivio Franchetti
Una sorridente Marta Marzotto in una immagine dei primi anni Sessanta. Su concessione dell’Archivio Franchetti

 

«Considero i miei libri cartoline del presente» sottolinea Giol. «Ho voluto lasciare una testimonianza di ciò che è stata ed è tutt’ora Cortina, prima che si trasformi ancora una volta con l’arrivo dei Giochi Olimpici Invernali del 2026».

Pagina dopo pagina, l’autrice restituisce una catalogazione enciclopedica di una località che si nutre di equilibri e coraggio. Uno spirito che ha forgiato chi l’ha vissuta e, ancora oggi, aleggia tra le sue montagne. «L’energia di Cortina d’Ampezzo si fonda su una virtù un po’ desueta: il coraggio» osserva Giol. «Il coraggio dell’uomo verso la natura. Il coraggio dell’uomo verso un altro uomo, come quei soldati della Prima guerra mondiale. Il coraggio dei primi alpinisti, dei soccorritori, dei primi sciatori. Il coraggio di eccellere».

La scheda del libro

Servane Giol

La regina delle Dolomiti.Vivere a Cortina d’Ampezzo

Fotografie di Mattia Aquila

cartonato ricoperto

24 × 31 cm pp. 304 con 290 ill. a col.

euro 65,00

Due edizioni, italiano e inglese

Servane Giol, francese di nascita e veneziana d’adozione, ha lavorato per anni in campo editoriale collaborando, tra gli altri, con Harper’s Bazaar e Vogue Germany. È responsabile culturale dell’Alliance française di Venezia. Ha pubblicato Soul of Venice (Versailles, 2014), che ha ottenuto la medaglia d’argento agli Indipendent Publishers Award nel 2021. Per Marsilio Arte ha pubblicato Un invito a Venezia (Venezia, 2022).

 

Mattia Aquila è un fotografo italiano specializzato in interior design, design e architettura. Lavora regolarmente per riviste come AD Italia e Archiplan. Per Marsilio Arte ha pubblicato Un invito a Venezia (Venezia, 2022)

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