Il cinepanettone è vivo ma si è trasformato: ora è una spy-comedy
“Cortina Express” con De Sica, Ferrari e Lillo in uscita il 23 dicembre Non cambiano il format e l’ambientazione, ma la trama si è evoluta
Ci sono luoghi che, solo a nominarli, si accendono di una memoria cinematografica propria, tanto da identificarsi persino con un genere. È il caso di Cortina – anzi, “Covtina”, come veniva pronunciata dal prototipo del riccone anni ’90 a enfatizzarne l’esclusività – che con “Vacanze di Natale” è diventata, all’inizio degli anni ’80, il set per eccellenza dei “cinepanettoni”.
Un fenomeno cinematografico e di costume che per quasi vent’anni ha monopolizzato il mercato delle feste con incassi stratosferici e una serialità rassicurante e amata dal pubblico generalista. Solo l’anno scorso, il capostipite del 1983 celebrava il proprio quarantennale insieme a Jerry Calà e Carlo Vanzina all’Hotel de La Poste, che pochi giorni fa ha ospitato anche Massimo Boldi e Neri Parenti. L’attore e il regista hanno ricevuto il Nations Award come “cavalieri” di un genere che è entrato nell’immaginario collettivo.
Sembrava morto ma, forse, si è solo trasformato nel tempo. Abbandonando le derive più scollacciate e scatologiche degli anni 2000, per abbracciare registri più romantici e favolistici, come è stato per “Improvvisamente Natale” di Francesco Patierno del 2022 e per il suo remake americano firmato da Peter Chelsom (“Ops! È già Natale”, uscito in sala lo scorso 5 dicembre), tutti girati, guarda caso, a Cortina e dintorni (Fiames, Lago di Pianozes, Passo Giau, 5 Torri, Tofane), anche con il sostegno economico della Regione Veneto.
Che, da ultimo, ha finanziato anche quello che, sin dal titolo, si presenta come il vero e proprio epigono dei “cinepanettoni”. “Cortina Express” di Eros Puglielli – presentato alla stampa e in uscita il 23 dicembre – è ovviamente ambientato sulle strade e le piste da sci della Regina delle Dolomiti (con sequenze di interni girate al Cinema Eden, allo Chalet Crignes e all’Hotel Cortina e con i paesaggi di Col Gallina e Passo Falzarego a fare da sfondo), ancora una volta teatro di quella commedia “situazionale” popolata da maschere più o meno aggiornate ai tempi.
E così Christian De Sica torna nei panni del “viveur” irresistibile o, meglio, del “sola” romano: sempre squattrinato ma amante della bella vita e, per questo, deciso a sventare il matrimonio del ricco nipote con la figlia di un’affascinante imprenditrice (Isabella Ferrari) in bancarotta che se ne vuole approfittare.
Arraffando il patrimonio del futuro genero e, contemporaneamente, scaricando i debiti di famiglia sul “pollo” di turno, Dino Doni (Lillo), cantante fallito accorso a Cortina per fare bella figura con la figlia, innamorata di Ossosacro, trapper bifolco del momento (un po’come Boldi che, in “Vacanze di Natale ’95”, cercava di realizzare il sogno della figlia di conoscere Luke Perry della serie “Beverly Hills 90210”).
E tra criminali al soldo di un boss russo in vacanza (Paolo Calabrese), ricche e viziose signore trevigiane (Veronica Logan) in cerca di avventure e camerieri calabresi spiantati ma di buon cuore, “Cortina Express” (titolo preso dal nome del bus con cui i protagonisti raggiungono le Dolomiti ma che rende bene quel “vorrei ma non posso”, coniugando località esclusive e stratagemmi economici per raggiungerle e sopravvivervi) va alla guerra del mercato cinematografico natalizio puntando sull’effetto revival.
Dai titoli di testa e di coda dal sapore anni ’80, alla colonna sonora con brani di Blondie, Donna Summer e Gigi D’Agostino; dal classico rincorrersi di equivoci, alle iperboli sul costo della vita a Cortina (le gag del frigo bar, dei negozi di abbigliamento dai prezzi esagerati, del facchino – l’attore trevigiano Massimo Scola – da 50 euro a valigia).
Insomma, un “cinepanettone” in piena regola (con Lillo e la sua comicità corporea che aggiorna lo stile slapstick che fu di Boldi e compari) anche se oggi si vorrebbe andare oltre quel termine. «Ho voluto affettuosamente omaggiare il cinepanettone», spiega Eros Puglielli, «ma non rifarlo. Certo le atmosfere sono quelle ma le ho arricchite di una componente avventurosa: l’“express” nel titolo richiama anche la spy comedy anni ’60”.
Gli fa eco Christian De Sica che, al suo ventinovesimo film di Natale su 115 girati, potrebbe essere titolare di una cattedra di sociologia: «Eros ha portato una ventata di freschezza, uno swing inedito. Non rinnego i cinepanettoni, ci mancherebbe. Mi hanno dato la notorietà. Ma questo film ha una marcia in più, perché c’è un po’ di thriller, c’è una alchimia magica con Lillo e c’è Isabella Ferrari che ritrovo 40 anni dopo “Sapore di mare”. Diciamo, semplicemente, che è un bel film di Natale».
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