Le carte per il trekking che sfidano Google Maps

La Tabacco si espande oltre il Nord Est, le App sul telefono non sostituiscono ma integrano le “vecchie” mappe di carta. Ecco il backstage di un mercato complicato, e chi ci guadagna

Sergio FrigoSergio Frigo
South America, Drake Passage near Cape Horn, Antarctic Dream ship, Cape Horn navigation charts.

Forse non ci avete fatto caso, ma ci è cambiata sotto gli occhi la geografia del territorio. Non parliamo della costruzione di nuove case o infrastrutture, ma del cambiamento dei nomi dei luoghi: se una volta ci si dava appuntamento “all’Albera”, oggi si dirà magari “davanti al bar tal dei tali”, anche se l’Albera c’è ancora e l’osteria c’è sempre stata; e pochi vi sapranno indicare la “località Capitello”, illuminandosi se citate piuttosto il negozio vicino. È il costo che paghiamo per avere l’accesso gratis alle mappe virtuali, prima di tutto le Google Maps, di gran lunga le più diffuse.

Strumento utilissimo, intendiamoci, ma con la controindicazione che descrivono il territorio come un enorme centro commerciale a cielo aperto, spazzando via toponimi secolari e indicazioni geografiche e lasciando - soprattutto quelle per i cellulari – solo spazi accessori ai nomi delle vie, che si fanno spazio a fatica tra una boutique e un McDonald’s.

Funzioni diverse

Kit Dog Trace X30 | Centro Assistenza Dog Trace
Kit Dog Trace X30 | Centro Assistenza Dog Trace

Ormai le mappe digitali ci guidano ovunque, e infatti hanno inferto un duro colpo al mercato dei vecchi navigatori e delle carte stradali. Ma c’è un settore in cui le tradizionali mappe cartacee non mollano la presa, anzi mostrano una vitalità inaspettata: sono le carte per il trekking, specie in montagna, molto richieste per il turismo di prossimità cresciuto dopo il Covid. La ragione è semplice: i camminatori abituali sanno che i due strumenti – le app sul telefono e le piantine cartacee – assolvono a funzioni diverse: le prime ci mostrano dove siamo e ci portano a destinazione, ma le seconde ci permettono di “vedere” la zona che ci interessa nella sua interezza e di pianificare il percorso, grazie alle caratteristiche del territorio che esse evidenziano. Senza contare che il cellulare si scarica e non sempre funziona alle quote elevate e col freddo. Si tratta dunque di strumenti complementari, più che concorrenziali.

La Tabacco si espande

Certo gli editori delle mappe e i loro cartografi hanno dovuto aggiornarsi per reggere la concorrenza, utilizzando a loro volta nuovi strumenti digitali per la redazione delle carte, sbarcando anch’essi nel web con applicazioni specifiche, spettacolarizzando la propria produzione (la Kompass) e ampliando i campi di interesse.

Prendiamo la Tabacco di Tavagnacco (Ud) diventata uno dei punti di riferimento per gli escursionisti nel Nordest, con un catalogo di un centinaio di carte 1:25000, una dozzina di dipendenti e una miriade di collaboratori: “Ci stiamo allargando fuori dal Nordest, in Lombardia – spiega il direttore commerciale Alessandro Specogna – con le nuove mappe di Valtellina e Val Camonica; a fronte della crescente richiesta di percorsi ciclabili abbiamo iniziato a coprire anche la laguna e la costa (al momento Grado e di Marano-Lignano), l’Alto Garda e il Sella Ronda; e stiamo realizzando le carte per la Protezione Civile, con indicazioni specifiche per il soccorso. E stiamo anche per licenziare una nuova app, che sostituirà l’attuale, in cui le mappe invece che riprodurre semplicemente le nostre cartine sono ricavate direttamente dal nostro database e sono quindi aggiornate in tempo reale”.

Il cartografo informatico

Un drone Lidar
Un drone Lidar

Oramai infatti il cartografo, come scriviamo sotto, è soprattutto un informatico in grado di operare coi programmi cartografici di georeferenziazione, di accedere e utilizzare le foto satellitari e i database pubblici coi rilievi tridimensionali del territorio realizzati con tecnologia LIDAR, basata sull’emissione di raggi laser dai droni, che consentono di rilevare migliaia di punti al secondo e di discernere le diverse caratteristiche del suolo.

Tutto questo va integrato col lavoro di verifica sul campo, per il quale ci si appoggia alle guide alpine, alle sezioni del Cai che fanno manutenzione dei sentieri o alle aziende turistiche. Si tratta di un’attività su cui insiste molto la 4LAND di Bolzano, leader del settore con una sessantina di mappe che coprono tutta l’alta Italia ma anche Toscana, Umbria, Lazio e Sardegna, una collana di guide con cartine, e il fiore all’occhiello delle 46 mappe degli 8mila km del Sentiero Italia del Cai, in scala 1:50000, eventualmente disponibili anche coi volumi editi da Idea Montagna di Teolo, specializzata in editoria per l’alpinismo.

“I sentieri riportati sulle nostre mappe sono tutti percorsi e rilevati con GPS, e poi validati su immagini satellitari e dati LIDAR – spiega il titolare Remo Nardini – Inoltre siamo stati i primi a utilizzare per la stampa la carta sintetica impermeabile, e siamo presenti su tutte le principali piattaforme che operano con la cartografia”.

4LAND produce anche mappe da esposizione su materiali come l’ alluminio, ma non opera direttamente sul web: “Il digitale è un FarWest – chiosa Nardini – in cui magari ti ritrovi concorrenti che producono mappe non verificate che portano le persone a perdersi a 4000 metri e magari a morire”.

Le app per l’escursionismo

Non è facile orientarsi nel FarWest digitale delle app per l’escursionismo, molte delle quali consentono ormai di verificare il dislivello e la lunghezza degli itinerari, controllare la difficoltà di un sentiero, registrare il cammino percorso, condividerlo con altri. Il sito Trekking.it segnala fra le altre Wikiloc con la sua enorme lista di itinerari d’autore, foto e recensioni, le spartane Alpine Quest e Outdoor Atlas, la versatile Orux Maps, la completa Locus Maps e la diffusissima OutdoorActive. Nel suo sito la Garmont di Vedelago aggiunge Gps Kit, Topo Mappe+ e Fatmap, ma esse non esauriscono naturalmente la gamma delle mappe digitali, fra le quali vanno segnalate almeno Mapy.cz, Georesq e Komoot, ognuna con caratteristiche in comune e proprie specificità: Komoot in particolare affianca all’utilizzo delle cartine la condivisione delle proprie escursioni, come in un social, mentre con Polarsteps il viaggiatore, una volta iscritto alla piattaforma, potrà aggiungere automaticamente alla mappa e condividere i luoghi toccati e relative foto.

Il sistema Gis

“L’interattività e la condivisione dei dati fra gli utenti sono sempre più diffuse – dice Silvia Piovan, dell’Università di Padova – Così la realizzazione delle carte, che prima era riservata ai professionisti del settore, oggi è spesso il prodotto di processi partecipativi. Così alcune mappe digitali dinamiche mostrano anche intensità e direzione dei venti e altri fenomeni atmosferici”.

La docente insegna "GIS: Mapping and Analysis" e "Cartography and GIS": GIS è il Sistema di informazioni geografico in grado di creare, analizzare e mappare tutti i tipi di dati, collegando digitalmente le diverse posizioni su una mappa con ogni tipo di informazione descrittiva. Si tratta di una tecnologia che il moderno cartografo deve saper maneggiare più della bussola e del teodolite. “In teoria oggi si potrebbe fare tutto col Pc – aggiunge Silvia Piovan – ma la validazione delle informazioni col lavoro sul campo resta essenziale”.

Pay per click: Google guadagna

Per chi va in montagna poi è insostituibile Peak Finder, che non è una mappa ma presenta da qualsiasi punto ci si trovi nell’arco alpino il profilo delle vette circostanti, con altezza, coordinate e distanza.

La maggior parte delle app geografiche sono gratuite, con contenuti aggiuntivi a pagamento. Anche le mappe di Google (con Google Earth) e di Apple sono notoriamente gratuite, ma l’azienda di Mountain View ha trovato il modo di fare di esse la voce portante del proprio bilancio: dei 256 miliardi di dollari fatturati nel 2023 la gran parte proviene dal sistema “pay per click” applicato alle sue Maps: in pratica ogni volta che l’utente clicca su un esercizio commerciale presente sulla mappa l’esercente paga a Google una somma che in genere varia da 0,20 cent a 2 euro.

 

 

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