Storie scolpite: alla scoperta di Trieste attraverso le sue statue

Trieste è popolata di statue: un percorso di pietra e bronzo. Scrittori, religiosi, simboli dell’Italia, figure mitiche e divine

Margherita Reguitti
Due statue care ai triestini e ai turisti: James Joyce “attraversa” il canale a Ponterosso
Due statue care ai triestini e ai turisti: James Joyce “attraversa” il canale a Ponterosso

Oggigiorno le statue non stanno più sui piedistalli alti alti da dove erano use dominare il via vai sottostante. Sono scese e i loro piedi poggiano sull’asfalto dei marciapiedi, siedono in pose meditabonde, svagate o benedicenti, a portata di selfy.

Nella fascinosa Trieste insigni gentiluomini in postura significativa dell’indole e dei tratti salienti, nessuna signora fra le figure a ground zero, si prestano al ruolo di silenti guide per una passeggiata fronte al mare, nelle piazze e nelle vie. Il viaggiatore che arriva dalla stazione ferroviaria è accolto in piazza della Libertà dal maestoso complesso dedicato all’imperatrice Elisabetta d’Austria, Sissi per il popolo. La figura altera dal fisico da modella si staglia sul fondo di pietra bianca.

La statua di Sissi (Lasorte)
La statua di Sissi (Lasorte)

Proseguendo il primo affaccio sul mare porta a incontrare, davanti alla Capitaneria di Porto, Josef Ressel (1793 – 1857). Chi era costui? Un geniale sperimentatore boemo che, al mestiere di funzionario forestale dell’Impero asburgico, abbinava la passione per la tecnologia e le invenzioni. Creò una sofistica elica marina poi applicata sui piroscafi diretti a Venezia, un cambio di rotta.

 

Josef Ressel, in Riva Tre Novembre
Josef Ressel, in Riva Tre Novembre

James Joyce visse a Trieste periodi prolifici di scrittura ma grami di pecunia e, per mancanza di liquidità, cambiava spesso residenza. Abitò anche in piazza Ponterosso. L’irlandese, Padre di “Ulisse”, lo si incontra in via Roma, lo sguardo assorto nella genialità della sua scrittura. Un suo busto anche al giardino di via Giulia.

Davanti alla chiesa di Sant’Antonio Nuovo la statua dell’amato vescovo Antonio Santin. Resse la diocesi di Trieste e Capodistria dal 1938 al 1975, contrapponendosi al Duce all’indomani delle leggi razziali promulgate in piazza Unità d’Italia e, molto stimato dai triestini e istriani, durante i difficili anni del secondo dopoguerra.

La statua di Santin (Silvano)
La statua di Santin (Silvano)

Con una camminata di 4 minuti si arriva in piazza della Borsa per incontrare il pensoso Gabriele D’Annunzio, seduto in lettura. Se il Vate è stato, a detta dell’intellettuale Claudio Magris, un consapevole cinico e geniale poeta che ha trasformato il linguaggio lirico mondiale, non scena la contrapposizione sul politico e soldato che guidò nel 1919 l’annessione di Fiume all’Italia.

Gabriele D’Annuncio legge un libro
Gabriele D’Annuncio legge un libro

Trieste ama i suoi poeti e romanzieri: Umberto Saba e Italo Svevo. Il primo, all’incrocio delle vie Dante con San Nicolò, è raffigurato con il bavero alzato, infreddolito, chiuso nelle spalle, una postura fisica che riflette l’animo schivo e ripiegato in sé, mentre si avvia verso la sua Libreria “antro oscuro”, recentemente riaperta dopo interventi di restauro. Un vita complessa, dall’infanzia all’età adulta, ebreo nel periodo buio del Secolo breve. Tormenti dai quali sono nati capolavori. Il 9 di marzo avrebbe compiuto 142 anni, morì malato a Gorizia nel 1957. Si appoggi a un bastone a canna e fuma la pipa che ahimè ogni tanto vengono danneggiati: mala tempora currunt!

Umberto Saba con la sua famosa pipa
Umberto Saba con la sua famosa pipa

Piazza Unità d’Italia è scrigno di bellezza, aperta sul mare, ricca di passato e architetture che sono le sue anime. Guardarsi attorno e verso il cielo significa viaggiare fra figure plastiche in racconti epici, storici e laici. Prima che la piazza diventi mare i bronzi del bersagliere e delle ragazze che cuciono il Tricolore. Simboleggiano il 1918 e il 1954, anni di Trieste italiana.

Saba e Svevo erano amici con alti e bassi. Il primo pensava del secondo che fosse un narratore capace di incatenare il lettore. L’autore del capolavoro “La coscienza di Zeno” è immortalato in piazza Hortis diretto alla Biblioteca civica dove amava passare ore in lettura. Molte delle statue di questo percorso furono collocate nel 2004, 50 anni della fine del Territorio libero.

Questa è una prima mappa, molti altri volti e storie restano da raccontare. —

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