Le meridiane di Aiello del Friuli

Nel borgo in provincia di Udine una galleria a cielo aperto di oltre 150 orologi solari. Il Museo della civiltà contadina rievoca i mestieri si un tempo. In centro anche un castello fortilizio. E nei dintorni si incontrano gli antichi mulini

Margherita ReguittiMargherita Reguitti
Aiello, il cortile delle meridiane con la dedica scultorea a Enzo Bearzot, a destra la facciata del Museo della Civiltà contadina del Friuli
Aiello, il cortile delle meridiane con la dedica scultorea a Enzo Bearzot, a destra la facciata del Museo della Civiltà contadina del Friuli

 

In ogni elenco alfabetico del Friuli Venezia Giulia sta al primo posto, ma i suoi primati non finiscono qui. Aiello del Friuli (Daèl in lingua friulana, etimo di origine romana che significa poderetto) è ricco di sorprese legate al tempo, al lavoro dell’uomo e alla bellezza della natura. Siamo nella bassa friulana, una collocazione ideale per l’andare lento a piedi o meglio ancora su due ruote.

Percorsi a fantasia, fra ville settecentesche e complessi agricoli, ampie corti, un Museo della civiltà contadina e una galleria a cielo aperto di oltre 150 orologi solari.

Il borgo e le frazioni

Nel raggio di alcuni chilometri si incontrano le frazioni di Joannis, fino al 1927 comune autonomo, e di Novacco e Uttano nelle quali ritrovare atmosfere di operosità e ricchezza di antichi mulini, orti, campi e viali alberati.

Un Cammino Celeste

Aiello inoltre è la prima tappa del Cammino Celeste fino al monte Lussari affacciato sui tre confini: Italia, Austria e Slovenia. Cento metri di bellezza, una corona di ville per la villeggiatura della nobiltà fra ’700 e ’800.

Il centrale viale Vittorio Emanuele II offre la vista su un quartiere nobiliare composto da quattro dimore di rara bellezza.

Due sono in splendida forma, quelle costruite dalle famiglie Strassoldo e Michieli. Delle ville Attems e De Fin – Teuffenbach restano solo, ahimé, brandelli di eleganti facciate divorate dall’incuria e dalla sopraffazione di rovi e alberi cresciuti fuori controllo.

Il cortile delle meridiane

Poco distante, oltre l’immancabile bar Sport archetipo che riporta la memoria al più famoso romanzo di Stefano Benni, l’accesso al Cortile delle Meridiane.

Un assaggio del perché Aiello è capitale di questi antichi e sempre funzionanti orologi solari. Nel centro una delle ultime nate, sparpagliate ad arte sul territorio centrale e periferico e recensite in una guida distribuita gratuitamente.

È a forma di pallone di calcio ed è dedicata al “vecio”, qui nato, Enzo Bearzot e alla sua squadra di fantastici dei mondiali 1982. Di fronte l’edificio rurale che ospita la meraviglia di oltre 20 mila oggetti, suddivisi in 30 sezioni, che raccontano i mestieri, la scuola, la stampa e l’operosità friulana.

È il Museo della Civiltà contadina del Friuli imperiale, inaugurato nel 1992 dal suo creatore e ancor oggi animatore, il conte Michele Formentini. La chiave dei due piani, caverna di Ali Babà di curiosità, è conservata dalla conduttrice del bar ristorante, la signora Patrizia.

Poi il viaggio nel tempo, nell’arte di misurarlo, in tante fogge, colori e stili diversi prosegue sulle facciate di case private, antiche e moderne e di edifici pubblici, con dovizia di citazioni friulane e latine, rimandi alla natura, ai grandi della Chiesa e della storia.

In centro anche il Castello, fortilizio della famiglia Rabatta del XVI secolo con successivi rimaneggiamenti, oggi anche struttura ricettiva, accessibile durante la manifestazione “Castelli aperti”.

Andando a caccia di meridiane puntando a sud-ovest, attraversando Joannis, dove vale la pena ammirare la Centa medievale, si arriva a Novacco percorrendo una strada alberata.

Qui fino alla seconda Guerra mondiale era in funzione il mulino più grande, con 6 ruote, oggi resta solo la roggia e l’edificio abitato dal signor Fabio, amabile conversatore figlio dell’ultimo mugnaio.

Il Mulino Novacco: l’edificio è abitato dal figlio dell’ultimo mugnaio
Il Mulino Novacco: l’edificio è abitato dal figlio dell’ultimo mugnaio

Qui nacque il pittore Arturo Collavini, pregevole ritrattista friulano. Accanto casa Murer, edificio del ’400 oggi residenza privata. Verso sud si arriva, attraverso una strada bianca piantumata a frassini, al mulino Miceu, agriturismo di charme. Nella stessa direzione i mulini Sardon, caratterizzati dall’imponente casa colonica con annesso focolare, e Tininin, dal soprannome dell’ultimo proprietario, unico che dispone di una ruota funzionante. Terra ricca di risorgive Aiello, perché dove c’è acqua c’è energia e la terrà produce buoni frutti. 

La ciclovia dal mare alla Mitteleuropa

Aiello, terra di confine fra Venezia e Vienna. Repubblica della Serenissima dal 1420 al 1516, fino al 1918 terra dell'Impero Asburgico. Per creare la propria mappa di viaggio si possono consultare i siti: www.ilpaesedellemeridiane.com, www.museiformentini.it/ e www.alcastellodiaiello.com.

A pochi chilometri, in direzione Palmanova, passa la ciclovia italo-austriaca Alpeadria, 400 chilometri dal mare alla Mitteleuropa, da Grado a Salisburgo.

Joannis, dove nacque Enzo Bearzot

A Joannis, il 26 settembre del 1927 nacque Enzo Bearzot, l’allenatore del trionfo dei Mondiali del 1982, raccontato in “Giocare come Dio comanda” da Giacomo Mocetti (Battaglia Edizioni). Per approfondimenti su itinerari unici si può trarre ispirazione da questi testi: “Aiello il paese delle meridiane” di Aurelio Pantanali (EdicicloEditore), “Daèl, Aiello” di Stefano Perini (Gogliardica Editrice) e il primo capitolo di “Un anno sull'Altipiano” di Emilio Lussu.

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