I muri dipinti di Cibiana di Cadore

Nel borgo bellunese quasi nascosto a mezza costa la magia di 59 murales, segno di lungimiranza artistica. Stradine e affreschi dappertutto. Spazio anche per una scultura di Benetton, un’installazione e due mosaici d’autore

Marina GrassoMarina Grasso
Una delle case dipinte che rendono Cibiana un luogo unico
Una delle case dipinte che rendono Cibiana un luogo unico

Cibiana di Cadore è un borgo quasi nascosto a mezza costa del Monte Rite, tra la Val di Zoldo e quella del Boite, tra boschi di faggi e vecchie miniere, tra stradine di ciottoli e ripide salite. Tra affreschi e opere d’arte che la punteggiano e che ne raccontano la storia.

Una storia cominciata probabilmente intorno VI secolo , quando il suo territorio offrì un sicuro asilo agli abitanti delle valli vicine in fuga dalle invasioni barbariche, e dal XIV sec prosperò l’artigianato legato alle miniere di ferro di Ronzèi e Vallinferna.

I fabbri di Cibiana divennero maestri nel trasformare il metallo in chiodi e piccoli arnesi, ma anche di palle di cannone per la Serenissima.

Le chiavi

Soprattutto, però, Cibiana divenne famosa per la realizzazione delle chiavi, tanto che alla fine dell’Ottocento lavorava alla loro fabbricazione una cinquantina di laboratori: un’economia fiorente arrestatasi con la Grande Guerra e poi con gli anni dell’emigrazione, prima verso le Americhe e poi verso il lavoro stagionale nelle gelaterie della Germania, che continua tutt’oggi.

Uno svuotamento che ha fatto sì che dei duemila abitanti d’inizio secolo oggi ne restano poco più di trecento, nonostante l’affermazione dell’industria della chiave e anche di quella dell’occhiale.

Un museo a cielo aperto

Sono eventi importanti da ricordare per comprendere il fascino del museo a cielo aperto che iniziò a crearsi nel 1980, quando Osvaldo Da Col, uno dei tanti emigranti di Cibiana, e Vico Calabrò, artista dell’affresco e incisore agordino, ebbero l’idea vincente di dipingere sui muri delle case le storie di mestieri e di persone, di feste e di leggende del paese, coinvolgendo celebri pittori italiani ma anche artisti internazionali. Una fiera lungimiranza grazie alla quale l’identità cibianese, che rischiava di essere dimenticata, da molti anni è invece ammirata da turisti di tutto il mondo.

Da allora, inoltre, le cose si sono evolute e agli oltre 59 murales dipinti negli anni si sono aggiunte in tempi più recenti altre realizzazioni in diverse tecniche artistiche che oggi portano il patrimonio del museo a cielo aperto a 62 opere d’arte diffuse tra le frazioni di Pianezze, Cibiana di Sotto e Masariè.

Gli artisti

Opere ammirabili lungo un percorso ad anello che parte dalla parrocchiale e che, tra ballatoi di legno e magnifiche viste sulle crode tutto attorno, conduce ai dipinti di pittori del calibro di Giorgio Celiberti, Ernesto Treccani, Galeazzo Viganò (con un trittico in tre tempi diversi), Luigi Rincicotti, Renato Nesi, Mario Tapia (Cile), Alejandro Morfin (Messico), Franco Verri, Gina Roma, Roberto Joos, Yosuke Niwa (Giappone) e molti altri.

Uno dei muri dipinti di Cibiana
Uno dei muri dipinti di Cibiana

Ma anche a una scultura in ferro battuto di Toni Benetton, a uno storico mosaico di Angelo Gatto sul portale della chiesa di San Nicolò e a quello più recente di Dario Sogmaister, che ricorda un evento bellico del 1508, nonché l’installazione murale realizzata da Mauro Lampo nel 2020 per celebrare i 40 anni dall’inizio della nuova vita di Cibiana.

Il Museo nelle nuvole

Nuova e fortunata, anche perché “Il paese del murales” è stato ulteriormente valorizzato da Reinhold Messner, che dal 2002 vi gestisce l’avveniristico Museo nelle nuvole, allestito in un forte della Grande Guerra sulla vetta del Monte Rite (aperto solo d’estate). E che cinque anni fa vi ha anche inaugurato nel centro storico il Campo Base, museo dedicato all’alpinismo e soprattutto alla conquista delle vette dolomitiche. Quelle che circondano Cibiana e che per secoli ne hanno determinato un certo isolamento, e che ora ne coronano la meraviglia in un’incantevole distanza da ogni frenesia. 

Il percorso segnalato e il Taulà dei bos

A circa quindici km a nord di Belluno e a circa 10 km a sud di Cortina d’Ampezzo, Cibiana è facilmente raggiungibile dal casello di Ponte nelle Alpi dell’A27, da cui dista 35 km. Il percorso dei murales è ben segnalato e può essere percorso anche con la guida di una cartina in distribuzione nei (pochi) esercizi pubblici del paese.

Il più significativo è il Taulà dei bos, centro culturale con ristorante e sala convegni ricavato in un edificio storico tra i murales.

A luglio opere viventi e “scarpete”

Ogni anno, l’ultima domenica del mese di luglio, Cibiana festeggia i suoi dipinti con la festa dei Murales Viventi, durante la quale gli abitanti indossano costumi tradizionali e inscenano i mestieri di un tempo. Come fare le “scarpete” , le tradizionali pantofole di corda e velluto raccontate anche in un murales di Galeazzo Viganò, che uno spontaneo gruppo di appassionate del paese ha ripreso a realizzare manualmente. (cibianadicadore.com).

 

 

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