Concordia Sagittaria, un museo a cielo aperto
La cittadina in provincia di Venezia fu un baluardo romano poi distrutto dai barbari e dal fango. Nel 1873 emerse per caso “Il sepolcreto dei militi”: 270 sarcofagi. L’originario perimetro del Teatro ospitava cinquemila spettatori
![Marina Grasso](https://images.nem.atexcloud.io/version/c:Y2ZkYjE0MTUtNGM0OC00:MTA1M2I4YWQtOTI3NC00/image.webp?f=1%3A1&w=50)
![Una veduta di Concordia Sagittaria (foto Pro loco)](https://images.ilnordest.it/view/acePublic/alias/contentid/1h20neece5i1764vk99/0/copia-di-copy-of-week-end-concordia-sagittaria-foto-g-c-dalla-pro-loco-di-concordia-sagittaria-da-citare-per-favore.webp?f=16%3A9&w=840)
La storia e l’acqua non sono state clementi con l’antica Iulia Concordia, baluardo difensivo romano sul confine orientale, all’incrocio tra la via Postumia e la via Annia, distrutta dai barbari e sepolta dal fango alluvionale.
Ma nella moderna Concordia Sagittaria, in provincia di Venezia, dove solo le bonifiche iniziate alla fine dell’Ottocento hanno consentito un concreto sviluppo della città, un autentico museo a cielo aperto ne svela la grandezza in un affascinante percorso archeologico.
Infatti, se per secoli i fasti della città romana furono ricordati solo da qualche antica pietra lavorata che affiorava nei campi, nel 1873 fu individuato casualmente “Il sepolcreto dei militi”: circa 270 sarcofagi, in parte custoditi nel Museo Nazionale di Concordia a Portogruaro (costruito proprio sulla spinta di questo ritrovamento). E, sebbene per il carattere paludoso della zona il sito sia stato nuovamente interrato, da allora gli scavi non si sono più fermati.
La storia
Così è ora chiaro che già gli antichi veneti, nel X secolo a.C., abitarono tra le paludi dell’entroterra lagunare, dove poi i romani fondarono, nel 42 a.C., Iulia Concordia (in cui insediarono anche una fabbrica di frecce, da cui il Sagittaria aggiunto a fine Ottocento), mentre nel IV secolo vi si affermò una fiorente comunità cristiana che, sopravvissuta alle persecuzioni e alle distruzioni degli Unni, fu però letteralmente spazzata via da un’alluvione nel 589.
La vita della città conobbe però la sua definitiva decadenza solo dopo l’invasione ungara del 900, per poi riprendere intorno al 1000, quando fu eretta la cattedrale di Santo Stefano, quella che – pur con successivi rifacimenti – è ancora oggi il centro dell’abitato e punto di partenza di un percorso che collega le principali aree archeologiche.
La grande chiesa
La grande chiesa custodisce reperti di grande valore e rappresenta uno dei più significativi luoghi di culto del Veneto Orientale, ma il tesoro più singolare è, però, nel suo sotterraneo: la basilica Apostolorum Maior, consacrata alla fine del III secolo per accogliere le reliquie di alcuni santi.
Tra i ben conservati mosaici e i simboli cristiani, sono ancora ben leggibili i nomi dei donatori che contribuirono a salvaguardarla dalle infiltrazioni d’acqua. Nei pressi della basilica, un ampio complesso archeologico tornato alla luce dopo il 1950 comprende sepolcreti pagani e un edificio a tre absidi che rappresenta uno dei più antichi monumenti cristiani del Veneto, oltre ad alcuni sarcofagi.
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Gli scavi del 1983, invece, hanno restituito un tratto ben conservato del Decumanus Maximus, la strada principale del sistema viario cittadino. Dietro la cattedrale è anche imperdibile il battistero in stile bizantino, realizzato nel XI secolo e riccamente affrescato.
Percorsi nella storia
Ma a Concordia Sagittaria i resti romani sono un po’ dovunque e si può facilmente passeggiare nella storia anche grazie a percorsi ben segnalati: da piazza Costantini, si può imboccare via Claudia fino a via delle Terme, con i resti di un tratto delle antiche mura, di case e delle terme del I secolo.
Nella vicina via 8 marzo, si incontrano due aree di scavo, corrispondenti alla Domus dei Signini e allo spazio anticamente occupato dal Teatro, evocato da una siepe in bosso che definisce l’originario perimetro dell’edificio che ospitava 5.000 spettatori.
Da qui si può raggiungere il Ponte romano del I secolo, visibile lungo via San Pietro e sopra il quale passava la via Annia all’ingresso in città.
Anche il palazzetto rinascimentale, sede del municipio, ospita i più recenti ritrovamenti, corredati da apparati didascalici e touchscreen che raccontano la vita quotidiana degli antichi concordiesi, in un felice connubio tra la storia millenaria e il vivace presente della cittadina.
Facile da raggiungere in treno o in auto
Concordia Sagittaria dista circa cinque chilometri dal casello di Portogruaro sull’A4 ma è facilmente raggiungibile anche Statale 14 (Venezia-Trieste) oppure in treno, scendendo a Portogruaro e proseguendo con gli autobus di linea.
Vi si può arrivare anche percorrendo la ciclabile che collega Caorle e Portoguraro, costeggiando le sponde del fiume Lemene tra suggestive aree boschive e anfibie a ridosso della Laguna.
L’aringa che racconta la tradizione
Oltre alla sua sontuosa storia, Concordia Sagittaria offre anche numerose manifestazioni espressione di una comunità che ha saputo dialogare con essa.
La tradizione della aringa salata o affumicata risale ai soldati romani ma è celebrata ogni anno, durante la Quaresima, dalla Pro Loco in collaborazione con la Confraternita dea Renga Concordiese con un concorso gastronomico e con un “Renga tour” di cicchetti che animerà la città nei due primi week end di marzo. www.prolococoncordia.it
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