La Foresta del Cansiglio, un bosco di leggende

Una particolare conformazione orografica fa di questo altopiano una sorta di mondo capovolto tra le rovince di Belluno e Treviso

Marina GrassoMarina Grasso
Autunno in Cansiglio, Tita Fain
Autunno in Cansiglio, Tita Fain

Le ombre delle Anguane che uscivano dal Buz de la Lum per fare legna s’incrociano con le miti pecore al pascolo nei prati assolati. Le centinaia di antichi cippi che per secoli ne hanno preservato i confini riecheggiano le croci ferree benedette che limitavano la foresta per impedire che i suoi invisibili e temibili abitanti impaurissero la gente dei paesi.

E non è un caso se nella Foresta del Cansiglio storia, leggende e il lussureggiante ambiente naturalistico si confondono da sempre, in virtù di una particolare conformazione orografica che fa di questo singolare altopiano carsico una sorta di mondo capovolto, in cui la costante umidità (generatrice di nebbie che a loro volta alimentano leggende) sopperisce la mancanza di corsi d’acqua permanente e favorisce la rigogliosa vita di pascoli e boschi, sia in pianori a meno di 900 metri di altitudine sia in cime come il Monte Millifret (1581 m), il Monte Pizzoc (1565 m) e il Monte Croseraz (1694 m).

Che la fisica definisca questo fenomeno “inversione termica” poco importa a chi vuole cogliere in ciò uno degli elementi che rendono magica l’atmosfera nei fitti boschi di faggi e abeti che celano grige rocce calcaree, inghiottitoi, grotte e vallette. Dall’alto abbracciano ondulati prati sul fondo della piana punteggiati di “lame” (le piccole conche riempite d’acqua generate dal fondo impermeabilizzato delle doline), e anche di aree rupestri che aumentano la suggestione di un ambiente forse più misterioso che evidente.

Gran bosco de reme

Giorgio De Vescovi: daino maschio in Cansiglio (concorso Belluno&Dolomiti)
Giorgio De Vescovi: daino maschio in Cansiglio (concorso Belluno&Dolomiti)
Fernando De March: al limite tra nuvole basse e il sole (concorso Belluno&Dolomiti)
Fernando De March: al limite tra nuvole basse e il sole (concorso Belluno&Dolomiti)
Sergio D'Arsiè (concorso Belluno & Dolomiti)
Sergio D'Arsiè (concorso Belluno & Dolomiti)

 

Ma se la storia geologica ha segnato così singolarmente il Cansiglio, non si può dimenticare che ha subito numerose pressioni umane fino a quando, nel XV secolo, è diventata il “Gran bosco da reme” della Serenissima e riforniva i carpentieri dell’Arsenale veneziano, e che la Repubblica dei Dogi riuscì a sfruttare il bosco anche per la produzione di carbone applicando un’efficace amministrazione del territorio, con regole precise e dure repressioni per i trasgressori.

È grazie a questa lungimirante gestione forestale (anche se durante il dominio napoleonico e poi austriaco non mancarono gli scempi) che la Foresta del Cansiglio, pur se ridotta nei secoli, è oggi la terza in Italia per estensione e dichiarata Sito di Interesse Comunitario e Zona di Protezione Speciale.

Un’area, tra l’altro, in cui la caccia è bandita da molto tempo e dove pertanto abitano molti caprioli, daini e cervi (imperdibili i loro bramiti in autunno, la stagione degli amori) e poi volpi, lepri e scoiattoli, piccoli mammiferi e rapaci come l’allocco, la civetta, il gheppio, gli sparvieri e anche le aquile reali. Qui, negli ultimi anni, sono frequentemente segnalati anche la lince e l’orso bruno.

Il Cansiglio ha anche suscitato l’interesse dei botanici fin dal Settecento, poiché il suo clima singolare ha favorito la sopravvivenza di diverse specie endemiche durante le glaciazioni e la multiformità dei suoi ambienti continua a essere un prezioso scrigno di biodiversità che gli appassionati possono conoscere non solo percorrendo la sua vasta superficie ma anche con una visita al Giardino Botanico Alpino creato nel 1972 da Giovanni Giorgio Lorenzoni e da Giovanni Zanardo, che in circa due ettari riunisce la vegetazione della foresta, degli arbusteti, dei prati e dei pascoli, delle alte vette e delle vallette nivali, delle rupi e di altre tipologie di vegetazione.

Un giardino che oltre alle finalità didattiche, di ricerca e di tutela per cui è nato e nel segno delle quali continua ad evolversi, per il contesto paesaggistico, l’accoglienza, la cura e la manutenzione è anche stato inserito nella Garden Route Italia, la guida ufficiale ai più bei giardini italiani. 

Come arrivare

La Foresta demaniale del Cansiglio si estende su una superficie di circa 7.000 ettari tra le province di Belluno, Treviso e Pordenone. Si può raggiungere dalle uscite A27 Vittorio Veneto Sud (attraverso Fregona) o Fadalto (attraversando l’Alpago). Per la visita è consigliata una mappa escursionistica, anche se ci sono diversi segnavia (spesso compromessi): del Cai (bianco-rosso), Veneto Agricoltura (arancione-nero), Caneva e Cimbri (azzurro e bianco) e Alpago Natura (rosso e giallo).

Il Giardino Botanico Lorenzoni

Il Giardino Botanico Alpino “Giangio Lorenzoni” è in località Pian del Cansiglio a Tambre. È gestito da Veneto Agricoltura e dai volontari dell’Associazione Naturalistica Lorenzoni che organizzano laboratori didattici, visite guidate e numerose attività estive. È aperto da inizio giugno a fine settembre, da martedì a venerdì 10 - 12 e 13 - 17; sabato, domenica e festivi 10 - 12.30 e 14 - 18. Biglietto: 3 euro; 1 euro per under 18, gratuito per under 14. (associazionelorenzoni. it).

 

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