I due volti di Gradisca d’Isonzo

A una decina di chilometri

da Gorizia è ricca di storia di personaggi e di vita. Fortezza e salotto, è insieme antica e contemporanea. Un progetto di Leonardo, uno scrittore misterioso

Margherita ReguittiMargherita Reguitti
Piazza Unità a Gradisca d’Isonzo, punto di partenza per conoscere la città (foto Carlo Sclauzero)
Piazza Unità a Gradisca d’Isonzo, punto di partenza per conoscere la città (foto Carlo Sclauzero)

Fortezza e salotto dell’Isontino, città di Maria Bergamas madre del milite ignoto, e del pittore informale Luigi Spazzapan.

Leonardo da Vinci progettò un sistema di dighe per regimentare le acque dell’Isonzo che, alla bisogna, avrebbero allagato la pianura circostante impedendo l’accesso agli invasori.

Gradisca, una decina di chilometri da Gorizia, Borgo più bello d’Italia, è antica e contemporanea. Terra contesa fra la Serenissima, il Leone di San Marco domina dalla colonna in piazza Unità, e il Sacro Romano Impero, passata poi agli Asburgo, l’Aquila bicipite guarda a nord dalla Porta nuova, italiana dal 1918.

Attraversando l’Isonzo si giunge alle propaggini del Carso tanto caro a Ungaretti. Sagrado, il San Michele, rocce intrise di sangue della grande carneficina. Elegante e raffinata, domenica si colorerà delle bancarelle d’antiquariato, stoffe pregiate e cappelli bizzarri, mobili rustici e borghesi, rami e ottoni, quadri e gioielli, porcellane e terraglie, giocattoli e libri.

Un abbraccio di ieri e oggi nelle calli, viali e parchi, fra i tavolini dei caffè. Anima brulicante del mitteleuropeo Mercatino della Fortezza, in calendario ogni terza domenica del mese

Un busto ricorda Leonardo da Vinci a Porta Nuova (foto Marco Zanolla)
Un busto ricorda Leonardo da Vinci a Porta Nuova (foto Marco Zanolla)

Ruolo strategico

La fortificazione come la vediamo oggi è stata costruita da Venezia a fine ’400 a difesa dalle incursioni turche. Nel corso dei secoli non ha mai perso il suo ruolo strategico diventato poi durante il dominio asburgico prigione in grado di contenere anche 700 detenuti fra uomini e donne. Qui venne imprigionato per alcuni giorni Silvio Pellico.

Fino agli anni ’80 del secolo scorso ospitava caserme e abitazioni private. Oggi, dopo essere stata sottoposta a importanti lavori di ristrutturazione, può essere visitata e compresa nella stratificazione di secoli.

Particolarità la costruzione della polveriera fuori le mura, oggi riconoscibile dall’ampia vera in pietra, allora raggiungibile attraverso un sotterraneo. Due i torrioni: a est quello di San Giorgio, dove incontrare l’oasi del giardino dedicato al botanico isontino Leo Ferlan, a ovest quello della Campana.

L’impianto urbanistico della città è regolare, quasi squadrato, abbracciato dalle mura del XV secolo che la cingono da nord-est-sud. Fino all’800 anche il lato a occidente presentava una muraglia fatta abbattere da Radetzky – a lui Strauss dedicò la celeberrima Marcia – per favorire il flusso delle truppe in caso di attacco.

Oggi la vista spazia sul Parco della Spianata, distesa verde con al centro maestosi cedri le Libano. Lungo i suoi viali il martedì e sabato si tiene il mercato mentre il venerdì gli agricoltori vendono formaggi, ortaggi e frutta di stagione. Accanto ai caffè i portici del Teatro comunale contornano piazza Unità.

L’impianto architettonico risale al 600/700 con l’eccezione della Chiesa della Beata Vergine Addolorata e della Casa del Provveditore entrambe di fine ’400.

Fra le gemme del centro storico il Polo culturale di Casa Maccari, sede della biblioteca e del Museo documentario interattivo, il Duomo, palazzo Torriani, sede del Comune e della Galleria regionale d’arte contemporanea Luigi Spazzapan.

La comunità ebraica

In città fin dal XVIII secolo viveva una comunità ebraica. Il ghetto, oggi via Petrarca, fu attivo fino a fine ’800. Ebreo, nipote del rabbino della sinagoga di Alessandria d’Egitto, giunse in città da Parigi Carlo H. De’ Medici, romanziere gotico, esperto di esoterismo e disegnatore. La sua casa, tutt’ora abitata, si trova fuori le mura, poco lontano dalla Porta nuova.

 

La sua vita misteriosa e l’opera letteraria di alto livello stilistico sono state riscoperte e distanza di 100 anni per quegli strani casi della vita che fanno riemergere dal passato esistenze e opere che, a lungo dimenticate, ritornano più forti di prima.

Capolavori alla Galleria Spazzapan

Era nato a Gradisca Luigi Spazzapan (1889 –1958), pittore tra i primi rappresentanti dell’astrattismo e dell’informale in Italia.

La Galleria a lui intitolata offre una visone immersiva di capolavori, alcuni dei quali donati dalla figlia della cantante Milva: galleriaspazzapan.regione.fvg.it.

Organizzare la visita, come informarsi

Informazioni utili per organizzare la visita a Gradisca: Pro loco, via Ciotti 49, tel.0481 960624 - prolocogradisca@virgilio.it. Polo Culturale di Casa Maccari sede della Biblioteca Civica e del Museo documentario della Città, esposizione interattiva che propone documenti d’archivio e ricostruzioni storiche con tecnologie avanzate.

Informazioni e prenotazioni per visite guidate per gruppi cultura@comune.gradiscadisonzo.go.it,  telefono 0481 967909 /915.

 

 

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