La Via dei Forti a Cavallino-Treporti
La storia si intreccia a uno scenario naturale affascinante. Cavallino-Treporti ha trasformato così il lascito delle guerre. Un museo diffuso a cielo aperto che ha il suo fulcro nella Batteria Vettor Pisani costruita nel 1912
Una lunga penisola tra la laguna e l’Adriatico, tra gli orti e gli arenili, tra la storia e i campeggi; immersa in verdi panorami di acqua e di silenzio o nella vivace vita della prima spiaggia d’Italia per presenze di turisti; con il profilo di Venezia sullo sfondo e Jesolo alle spalle.
È una conformazione geografica unica, quella di Cavallino-Treporti, dove già in epoca romana cominciarono a stratificarsi storie di uomini spesso legate alla continua evoluzione dell’assetto idrogeologico.
La storia
E che nell’Ottocento, con l’evoluzione delle armi da fuoco che rese vulnerabile Venezia sul lato occidentale, divenne strategica per la difesa della città.
Francesi e austriaci ampliarono il suo sistema di fortificazioni fino a Treporti già a metà Ottocento e il Regno d’Italia, quando cominciarono a soffiare venti di guerra, eresse circa 200 edifici tra fortificazioni, bunker, torri di avvistamento e depositi militari che avrebbero difeso Venezia da un eventuale attacco navale.
Anche se ciò non si verificò, l’immenso e poliedrico sistema militare diede un tributo non secondario alle battaglie sul Piave della Grande Guerra e fu utilizzato anche nella Seconda Guerra Mondiale.
Ma poi rimase una complessa proprietà demaniale con una dozzina di torri telemetriche (postazioni di avvistamento camuffate da abitazioni civili), che si sono mescolate al paesaggio, alcune strutture che furono in seguito utilizzate per scopi militari mentre altre vennero occupate da famiglie, e altre ancora sono state semplicemente dimenticate e avvolte dalla vegetazione.
Il percorso
Nel 2017, dopo i necessari restauri, è nata “La Via dei Forti”, un percorso tre le fortificazioni divenute luoghi di pace per mantenere vive le memorie di guerra. Un museo a cielo aperto da scoprire senza nemmeno cercarlo, tant’è diffuso, e che ha il suo fulcro nella Batteria Vettor Pisani.
Il lungo fortino di cemento armato costruito nel 1912, allora vicino al mare (ora piuttosto lontano), è diventato un Museo della Grande Guerra che espone documenti e materiali originali che raccontano attraverso inediti punti di vista la guerra e la quotidianità dei soldati, anche con ologrammi di personaggi storici, visori 3D, touch screen per scegliere le storie da approfondire, e che si rivolge anche ai giovanissimi con linguaggi e iniziative a essi dedicati.
Punto d’inizio raccomandato per comprendere l’itinerario tra le fortificazioni, la Batteria Pisani, nella sua grande piazza d’armi, accoglie anche eventi artistici e culturali che ne fanno un punto di riferimento sia per la comunità residente, sia per i turisti (aperta fino a fine settembre da martedì a domenica, ore 10.30-18).
Tra gli altri luoghi da non perdere, la Batteria Amalfi a Punta Sabbioni, che in origine faceva parte di un villaggio militare composto da 14 edifici realizzati tra il 1915 e il 1917: un’imponente struttura bunker sormontata da una torre corazzata girevole armata con equipaggiamento di assoluta avanguardia.
Le visite
Oggi è visitabile all’interno solo con visite accompagnate, ma il sito è sempre accessibile e spesso anche teatro di manifestazioni artistiche, come la video-installazione “Lympha” di Alessio Nardin: spettacolo di suoni e di proiezioni proposto nei week end (dalle 20.30) fino al 13 ottobre.
Curioso il destino di altre due fortificazioni, grazie a ciò ben conservate e visitabili, a testimonianza di come la storia continui, anche con pieghe sorprendenti: la Batteria Redaelli è inglobata nel villaggio turistico San Paolo e ospita un piccolo museo con fotografie, video e cimeli dell’epoca, mentre la Batteria San Marco accoglie il supermarket del camping village Mediterraneo che nel giardino adiacente (“Parco della memoria”) offre una mostra permanente dedicata alla storia del sito.
Come arrivare, come visitare
La Batteria Pisani è nella frazione di Ca’ Savio di Cavallino-Treporti, comodamente raggiungibile in auto o in bici seguendo le indicazioni o con i mezzi pubblici Atvo (linea 23 fino alla fermata di Ca’ Savio/ via Livenza).
Disponibile audioguida con web app e anche guida con lingua dei segni. Chi ha problemi di mobilità può usufruire della realtà aumentata per visitare a 360 gradi i luoghi difficilmente accessibili e ammirare il panorama dalle torrette anche non raggiungendole.
Qui il link www.viadeiforti.it.
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