Un’inedita Padova d’acqua sotterranea ed emersa
Lungo canali oggi cancellati, un percorso di memoria per ridefinire le tracce che sono la storia della città. Un’isola fluviale insospettabile al primo sguardo e l’antico porto è uno dei quartieri più affascinanti
Immaginarla percorsa da gondole e barche piene di passeggeri oggi non è facile. Ma all’interno dell’antica cinta muraria di Padova, posta tra il fiume Brenta a nord e il Bacchiglione a sud, scorse per secoli un frequentatissimo Naviglio Interno che dalla Torre della Specola (la Torlonga dell’antico castello) si biforcava attraversando la città con due percorsi che poi si ricongiungevano alle Porte Contarine, dove la Conca di Navigazione raccordava le due diverse altezze di percorso e iniziava il naviglio del Piovego, realizzato nel 1209 per collegare la città alla Riviera del Brenta e quindi a Venezia. Ma questa è un’altra storia.
Tra le mura di Padova
Torniamo, invece, idealmente tra le mura di Padova, dove il Bacchiglione si divideva in due rami principali e da lì in una serie di canali come quello di Santa Chiara, uno dei pochi che ancor oggi scorre tra case con affacci, scale e cavane che danno sull’acqua.
Il primo tratto del Naviglio interno, detto anche delle Torricelle, tra il vecchio Castello di Ezzelino e l’attuale Questura (dal 1200 fino a metà Novecento zona di mulini) è uno scavo artificiale realizzato probabilmente intorno all’anno 1000, che creava un netto confine urbano tra la città medioevale, completamente circondata d’acque, consentendole di prosperare circondata da una pianura per buona parte paludosa.
Nel XIII secolo furono poi scavati nuovi canali per alimentare i mulini o per beneficiare i monasteri locali, e poi nel Cinquecento la Serenissima completò un anello d’acqua esterno alle mura, stabilendo un duraturo sistema di acque che solo nel Novecento, a seguito di una serie di alluvioni e del declino della navigazione commerciale, fu modificato con il graduale interramento dei canali, culminato negli anni ’50 con il tombinamento di parte del Naviglio interno.
Corsi d’acqua nascosti
Acque che appaiono e scompaiono nei secoli, quindi, che hanno complicato ulteriormente l’idrografia di una città dove scorrono canali non più visibili e dove spesso ampi viali trafficati hanno mantenuto il nome della “Riviera” che furono fino agli anni Cinquanta.
Dove la viabilità è sempre stata vincolata ai corsi d’acqua risolta in anni recenti da imponenti strutture stradali: opere che hanno alterato la fisionomia di una città in cui si sono stratificate tracce di antiche culture paleovenete e percorsi di storia romana, scorci di mura medievali inglobati in edifici molto più recenti e ponti storici, toponimi, strutture tipicamente fluviali.
Tutti tasselli che raccontano di tentativi più o meno felici di gestire e risanare i corsi d’acqua, di lungimiranti opere idrauliche antiche e di azzardate cementificazioni moderne.
Una città complessa
Insomma: una città dalla complessa identità urbanistica decifrabile solo attraverso le sue vie d’acqua, di oggi e soprattutto di ieri. Una città che è un’isola fluviale insospettabile al primo sguardo, in cui l’antico porto, il Portello, è oggi uno dei quartieri più affascinanti, caratterizzato non solo dalla porta con scalinata cinquecentesca raffigurata da Canaletto, ma da tradizioni uniche e addirittura una parlata che evidenzia le antiche connessioni con Venezia. Una vasta rete ciclopedonale conduce nel cuore di un tessuto urbano sviluppatosi nei secoli, punteggiato non solo di magnifici edifici, ma anche di avvincenti scorci rivalutati, negli ultimi decenni, grazie a molte opere come il recupero della Conca di navigazione delle Porte Contarine, che ha riportato alla luce una banchina in trachite da cui ha inizio una delle passeggiate più suggestive tra i canali interni della città, lungo le antiche mura rinascimentali, i bastioni e gli echi di storie di barcaroli e cavallanti che scorrono anche se non si vedono. Proprio come il tempo e come le acque di Padova.
Una ricchezza da scoprire con le mappe
L’Anello Fluviale di Padova, in gran parte ciclopedonale, segue canali e fiumi attorno al centro storico della città ed è anche un collegamento tra i numerosi parchi e giardini locali: è ben segnalato e vi si accede da molti punti della viabilità stradale.
È anche possibile scoprire la ricchezza naturalistica e culturale disseminata lungo i corsi d’acqua percorrendo itinerari di varia lunghezza e approfondendo il percorso con mappe, schede e altri materiali dedicati raccolti nel sito cicloculturando.it.
Tour in battello attraverso la storia
Da qualche anno è ripresa con successo la navigazione tra i canali interni di Padova a bordo di tipiche imbarcazioni venete in legno.
Uno dei tour possibili (su prenotazione) ha inizio e termina al Pontile della Scalinata del Portello e dura 1 ora e 45 minuti circa, guidato dal capitano del battello che racconta storie e aneddoti sul trasporto fluviale e l’importanza delle vie d’acqua nell’economia padovana. Per informazioni e prenotazioni: 049.616120 (da lunedì a venerdì, ore 10.30-16). artemartours.it.
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