La musica di Pirano dove nacque Tartini

A 37 chilometri di Trieste. Deve il suo nome al fuoco, la sua ricchezza al sale. Cuore del centro è la piazza ovale pavimentata in marmo. I legami con Venezia

gli orizzonti infiniti

Margherita ReguittiMargherita Reguitti
Una veduta di Pirano. Piacevole per passeggiare in ogni stagione, offre l’eleganza del centro e spettacolari vedute (ph Fulvia Zudic)
Una veduta di Pirano. Piacevole per passeggiare in ogni stagione, offre l’eleganza del centro e spettacolari vedute (ph Fulvia Zudic)

Pirano, gemma dell’architettura gotico-veneziana, lingua di terra protesa verso il mare, dista circa 37 chilometri da Trieste, adagiata al culmine di uno stretto promontorio che segna il punto più occidentale dell’Istria in Slovenia.

A nord la baia di Strunjan-Strugnano, a sud quella di Pirano e di Portorož-Portorose. Il nome deriva dal greco pyr, fuoco. Nell’antichità sulla sua punta venivano accesi i fuochi che guidavano le navi verso il porto dell’attuale Koper-Capodistria.

Denominata Piranum dai romani, è uno dei centri turistici più amati e famosi della Slovenia, non solo per le sue accoglienti spiagge ma anche per la sua storia, cultura e le sue tradizioni che affondano le radici nella Serenissima e nel suo attuale bilinguismo italiano-sloveno.

Il legame con Venezia

Il rapporto con la potenza lagunare, fondato su pragmatici interessi economici legati al commercio del sale qui estratto, potere di un monopolio assoluto, risale al XIII secolo e durò oltre 500 anni.

Ne sono testimonianza i palazzi e le fortificazioni che rivelano solidità e bellezza tipiche di Venezia. Dopo la caduta della Serenissima nel 1797 passò all’Austria, salvo una breve parentesi napoleonica.

Alla fine della Grande Guerra venne assegnata all’Italia. Dopo l’occupazione tedesca durante il secondo conflitto, fu inserita nella zona B del Territorio Libero di Trieste, soggetto all’amministrazione militare jugoslava per poi diventare territorio della Federativa fino alla nascita della Repubblica di Slovenia.

Il sale, il mare che non è tornato in cielo

“Il sale è il mare che non ha potuto far ritorno al cielo” recita l’adagio delle Saline di Sečovlje/Sicciole e Strunjan/Strugnano, ultime della costa adriatica nordorientale ancor’oggi attive all’interno della più vasta area di un parco naturale.

La parte meridionale Fontanigge è un grande museo all’aperto, dopo che la produzione dell’oro bianco è stata abbandonata negli anni ’60 del secolo scorso. Sono ancora in essere i canali, gli argini, i bacini per l’evaporazione e le vecchie case in pietra dei salinieri. Un luogo molto suggestivo dove fare rilassanti passeggiate in ogni stagione dell’anno.

I suoi figli illustri

Fra i suoi figli illustri il violinista e compositore Giuseppe Tartini (1692-1770) che visse e studiò a Padova, autore del celebre “Il trillo del diavolo” e il pittore Cesare Dell’Acqua (1821-1905) noto soprattutto per le grandi tele di vedute del Castello di Miramare.

Piazza Tartini, con la casa e la statua (ph Fulvia Zudic)
Piazza Tartini, con la casa e la statua (ph Fulvia Zudic)

Piranese di origini e di “nome” il padre tagliapietre dell’incisore e architetto Giovanni Battista Piranesi (1720 –1778), scalpellino nelle cave da cui proveniva la famosa pietra d’Istria con la quale Venezia erigeva palazzi, ponti e chiese.

Il centro storico si sviluppa in un dedalo di viuzze e slarghi attorno alla principale piazza ovale, pavimentata in marmo, che in antico era il porto poi interrato. Lo spazio è dominato dalla statua del musicista, collocata davanti alla dimora, di fronte alla chiesa di San Pietro.

L’edificio riccamente decorato è museo e sede della Comunità italiana e delle sue molteplici attività espositive e culturali. Curiosità, la scritta sulla vicina Rossa Casa Veneziana che recita: “Lass pur dir”, memento pubblico per la giovane amante di un ricco mercante veneziano che così si scherniva delle malelingue. Sono del XIX secolo il Municipio e il Tribunale, interessante il Museo Marittimo edificio del XVII secolo fronte mare, con soffitti dipinti e fotografie d’epoca, modelli di vascelli e archibugi.

La chiesa di San Giorgio

Domina la città dall’alto di un promontorio a cui accedere attraverso stradine e scalinate in sassi la chiesa rinascimentale-barocca di San Giorgio, patrono della città. Il campanile è su modello di quello di San Marco a Venezia.

Dalla cima lo sguardo spazia sulla città e sul mare. Il 15 ottobre si festeggia la fondazione del primo distaccamento navale Capodistria avvenuto nel 1944, e viene allestito un ricco calendario di appuntamenti. 

Il violino di Tartini nella sua casa natale

La casa natale di Giuseppe Tartini propone un percorso museale di documenti, oggetti e immagini, ma ai visitatori presenta anche il prezioso violino del compositore.

È un Adami dal suono perfetto le cui note avvolgono gli ospiti. L’edificio si affaccia sulla piazza omonima, esempio di architettura borghese, in origine casa gotica del XIV secolo. Per informazioni sulle visite, www.comunitapirano.com, can.pirano@siol.net

Letture per entrare nello spirito del luogo

Letture per preparasi alla visita, o per riviverne le emozioni:“Storia e antologia della letteratura italiana di Capodistria, Isola e Pirano” a cura di Nives Zudic Antonic (Unione Italiana), “Il testimone di Pirano” di Laila Wadia (Infinito Edizioni), “La cresta sulla zampa” di Elsa Fonda (Hammerle), “Il trillo del diavolo” di Carlo Lucarelli. Possibilità di tour a piedi nel centro storico con degustazioni di prodotti tipici, visita al faro, gite in barca e noleggio di biciclette.

 

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